Bologna , lunedì, 20. luglio, 2015 9:10 (ACI Stampa).
La enciclica di Papa Francesco Laudato sì ha avuto una grande successo mediatico. In America Latina il testo è stato molto citato nei discorsi di personaggi pubblici che hanno accolto il Papa come di vescov, sacerdoti e fedeli. Ma il primo grande evento pubblico italiano sui temi Papa Francesco sull’ecologia si svolgerà a Bologna tra il 25 e il 27 settembre. E’ il Festival Francescano, che in Piazza Maggiore prevede un centinaio di iniziative gratuite tra conferenze, workshop, incontri con l’autore, attività per bambini, spettacoli, momenti dedicati alla spiritualità. E si parlerà di quella terra che è soprattutto sorella come ricorda il manifesto scientifico dell’evento.
Del comitato scientifico fanno parte Fra Fabio Scarsato, Direttore del mensile Messaggero di sant’Antonio; suor Maria Gabriella Bortot, Vicepresidente del Movimento religiose francescane; Remo Di Pinto, Presidente del Movimento francescano italiano; fra Francesco Patton, Presidente della Conferenza dei Ministri Provinciali dei Minori; suor Mary Melone, Magnifico Rettore dell’Antonianum di Roma e fra Prospero Rivi, Segretario del Movimento francescano italiano. Il “manifesto” ha il pregio di fare chiarezza sul rapporto tra spiritualità francescana e custodia del Creato.
Il 29 novembre del 1979, Papa Giovanni Paolo II proclamò il Santo di Assisi “Patrono dell’ecologia” poiché, come si legge nella bolla papale: “Ebbe infatti un profondo apprezzamento per tutte le opere del Creatore e, quasi mosso da ispirazione divina, compose il bellissimo Cantico delle Creature”. Anche per questo, e per molti aneddoti sulla sua vita come ad esempio le celeberrime prediche al lupo e agli uccellini, Francesco viene universalmente considerato “amico della natura”. Ma è soltanto così?
Per non incappare in troppo facili interpretazioni, urge chiarire la differenza terminologica tra “natura” e “creato”, categoria che da un lato segna l’infinita distanza tra il Creatore e la creatura, ma dall’altro ne fa emergere la radicale vicinanza e la sostanziale fraternità di tutte le realtà create. In questa accezione, ecco perché la terra diventa, più che madre, “sora nostra madre terra”. Francesco non ama semplicemente la bellezza della natura per sé, ma in quanto lo rimanda a, “contiene” altro. “Le creature- si legge nel manifesto- non sono semplicemente, come direbbe il platonismo, un limite da superare per andare a Dio: sarebbe questa un’idea alquanto “consumistica” e utilitaristica del nostro approccio ad esse. Senza evidentemente banalizzare il fatto che è proprio anche attraverso di esse che Dio si prende cura delle sue stesse creature, uomini e donne compresi: Dio si serve del sole per illuminarci, riscaldarci attraverso il fuoco, dissetarci attraverso l’acqua, nutrirci attraverso i frutti della sorella madre terra. Per il francescano Dio è là, sotto mille forme, nel senso che non crea per ritirarsi poi nel suo regno, ma dimora tra le sue creature, suo autentico altare.”
Da queste riflessioni nascono le linee guide del programma del Festival 2015.