Panama , mercoledì, 23. gennaio, 2019 11:00 (ACI Stampa).
Panama fu visitata per la prima volta nel 1501, da Rodrigo de Bastida e Vasco Núñez de Balboa. Nel 1502, vi andò Cristoforo Colombo, che voleva fondarvi la città “Santa Maria di Belen”. Ma è solo nel 1513 che Núñez de Balboa alza lo sguardo, e da un punto di vista privilegiato vede “il mare del Sud”. È l’Oceano Pacifico. Ed è la scoperta di questo nuovo orizzonte che fa la fortuna di Panama.
Cambia, infatti, tutta la prospettiva. Quando gli americani scoprono l’oro in California nel 1849, lo trasportano passando sul lato del Pacifico, da Panama, e costruiscono per questo la prima ferrovia transoceanica. Prima ancora, sempre su quel lato dell’oceano, passano i colonizzatori spagnoli. È il “Camino Real”, una lunga linea di passaggio che segna commercio e destino della Regione. Sul lato del Pacifico dell’America Latina si parla spagnolo. Sul lato occidentale, portoghese, perché i portoghesi arrivavano dai caribi.
Oggi, Panama è considerata una economia in crescita, il posto più sicuro dell’America Latina, quello con l’hub internazionale più frequentato. Ma è anche posto che fa da paradiso fiscale (ricordate i Panama Papers?) e che vive di grandi differenze sociali. Perché un posto ricco, ma di passaggio. E sempre controllato da qualcuno.
Dopo il controllo spagnolo dell’istmo, arrivarono gli statunitensi , che comprarono – tra l’altro, con procedure discutibili – anche la società che stava costruendo il canale di Panama, di proprietà francese. Canale alla cui progettazione si era cimentato anche Eiffel, quello della torre a Parigi.
Il Canale collega ancora le città di Colòn a est e Panama ad ovest attraverso un grande lago artificiale. Dal 2000, il canale non è più sotto il controllo degli Stati Uniti, ma è sotto la sovranità di Panama.