Napoli , venerdì, 20. marzo, 2015 9:00 (ACI Stampa).
Anche nella sua visita a Napoli Papa Francesco incontrerà i malati. Fin dal primo giorno di pontificato Francesco ha sempre difeso la vita umana, soprattutto quando questa è debole ed indifesa. Forti e ripetute le condanne del Pontefice contro quella che ha chiamato la cultura dello scarto. Dell'incontro che si svolgerà tra Papa Bergoglio e gli ammalati abbiamo parlato con Renato Carraturo, presidente dell'Unitalsi di Napoli.
Presidente, come si è preparata l'Unitalsi di Napoli alla visita del Santo Padre?
L’Unitalsi ha dato la sua disponibilità totale al Cardinale Sepe e all’organizzazione della Curia Arcivescovile, soprattutto per ciò che riguarda il nostro carisma principale: l’accoglienza di ammalati e disabili. Siamo orgogliosi che questa responsabilità ci sia stata affidata. Ci saranno oltre 250 volontari Unitalsi nel servizio d’ordine coordinato dalla Curia e dalla Gendarmeria Vaticana, oltre i tanti accompagnatori impegnati.
Che significato assume questa visita per gli ammalati nel contesto odierno?
Papa Francesco è un segno di speranza per tutti. La sua attenzione agli ultimi è testimonianza della necessità di una totale apertura alla diversità. L’inclusione nella società, in tutti i contesti della vita, porta a valorizzare le differenze, permettendo a ciascuno la sua crescita personale. Ognuno è portatore della sua differenza, riconoscerla e accoglierla è giusto ed anche gratificante. Papa Francesco, in occasione dei 110 anni dell’Unitalsi, a Roma, ci ha detto: “I poveri, anche i poveri di salute, sono una ricchezza per la Chiesa; e voi dell’ Unitalsi, insieme a tante altre realtà ecclesiali, avete ricevuto il dono e l’impegno di raccogliere questa ricchezza, per aiutare a valorizzarla, non solo per la Chiesa stessa ma per tutta la società.” Tutti possiamo beneficiare di una società più inclusiva.