Approssimativamente mille anni di storia culturale vietnamita sono stati registrati in questo sistema unico: letteratura, filosofia, storia, giurisprudenza, medicina, religione e politica furono scritte in Nôm. Una eredità in gran parte perduta quando nel XVII secolo arrivò l’alfabeto latino, e il sistema Nôm non venne più usato. Il colonialismo francese ne decretò la fine.
Quando il sinologo Paul Pelliot (1878-1945) arrivò nel 1922 alla Biblioteca Vaticana per redigere il catalogo dei documenti cinesi, ignorò quel gruppo di volumi che rimasero dimenticati.
Oggi però le pagine in scrittura Nôm sono state riaperte da Delio Vania Proverbio scriptor orientalis della Biblioteca che ha sollevato la questione della descrizione dei documenti. Così sono stati presi i contatti con il professor Ngô Thanh Nhàn, del Center for Vietnamese Philosophy, Culture and Society, della Temple University di Filadelfia.
Nell’ottobre del 2018 il professore ha trascorso un periodo in Biblioteca proprio per la catalogazione delle opere. Tutti gli stampati, 87 volumi, la maggior parte dei quali recanti coperte di cartone laccato, sono stati catalogati con lo standard Dublin Core (Dublin Core Metadata Initiative). la Biblioteca importerà i metadati e li renderà disponibili nel proprio catalogo online in formato MARC21.
Il prossimo passo riguarda i 23 volumi manoscritti che verranno descritti e saranno restaurate le coperte laccate, che risultano particolarmente fragili e impediscono la corretta fruizione delle opere.
E’ solo un inizio e il professor Nhàn ha posto in evidenza l’estremo interesse di tali opere. Si tratta in diversi casi di documenti unici, che certamente hanno molto da raccontare.
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