Città del Vaticano , domenica, 6. gennaio, 2019 12:15 (ACI Stampa).
“La luce che il profeta Isaia aveva preannunciato, nel Vangelo è presente e incontrata. Gesù, nato a Betlemme, città di Davide, è venuto a portare salvezza ai vicini e ai lontani”. È questo il cuore dell’Angelus odierno di Papa Francesco, in Piazza San Pietro, nel giorno della festa dell’Epifania del Signore. Papa Francesco in seguito rivolge anche un appello a tutti i leader della comunità europea.
Nell’introdurre la preghiera mariana, il Papa ricorda la “luce promessa” dai testi profetici di Isaia: “Questo invito, oggi, risuona anche per noi che abbiamo celebrato il Natale di Gesù e ci incoraggia a lasciarci raggiungere dalla luce di Betlemme. Anche noi veniamo invitati a non fermarci ai segni esteriori dell’avvenimento, ma a ripartire da esso per percorrere in novità di vita il nostro cammino di uomini e di credenti”.
Ma molti “hanno paura” di questa venuta e “chiudono il cuore ai fratelli e alle sorelle che hanno bisogno di aiuto”.
“Erode ha paura di perdere il potere – spiega Papa Francesco - e non pensa al vero bene della gente, ma al proprio tornaconto personale. Gli scribi e i capi del popolo hanno paura perché non sanno guardare oltre le proprie certezze, non riuscendo così a cogliere la novità che è in Gesù”.
Dobbiamo tutti imparare dai Magi. Per il Papa “essi rappresentano tutti i popoli lontani dalla fede ebraica tradizionale. Eppure, si lasciano guidare dalla stella e affrontano un viaggio lungo e rischioso pur di approdare alla meta e conoscere la verità sul Messia. Erano aperti alla novità, e a loro si svela la più grande e sorprendente novità della storia: Dio fatto uomo. La salvezza offerta da Dio in Cristo è per tutti gli uomini, vicini e lontani. Non è possibile impossessarsi di quel Bambino: Egli è un dono per tutti".