Quindi, durante il Sinodo, il Cardinale malgascio Desiré Tsarahazana, arcivescovo di Tomasina, ha annunciato che Papa Francesco andrà in Madagascar nel 2019. Ed è possibile che l’isola sia una tappa di un viaggio più ampio: il presidente del Mozambico Filipe Jacinto Nyusi, al termine della sua visita a Papa Francesco il 14 settembre, ha annunciato che il Papa avrebbe visitato il Paese; e anche dall’Uganda sono venute conferme che il Papa potrebbe tornare nel Paese, per partecipare alle celebrazioni del SECAM, il Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar, che fu inaugurato da San Paolo VI nel primo viaggio di un Papa in africa. Questo viaggio potrebbe avvenire a fine luglio, in modo che il Papa possa passare dall’Uganda il 31 luglio, giorno esatto in cui si celebreranno i 50 anni dalla venuta di Paolo VI.
Poi, ci sono altri temi, che potrebbero portare ad altri viaggi. Il tema dei rifugiati potrebbe volgere a favore del passaggio in Iraq, magari di ritorno dagli Emirati Arabi Uniti già a febbraio. La visita di Natale del Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticana, ha accresciuto gli indizi, perché spesso Papa Francesco è stato in visita in luoghi dove è stato in precedenza il suo Segretario di Stato. Ma è stato lo stesso Segretario di Stato, in una intervista del 2 gennaio con TV2000, ha chiudere la porta all'ipotesi, almeno per ora, perché "per un viaggio del Papa in Iraq - ha detto - ci devono essere quel minimo di condizioni che permettano al viaggio di realizzarsi, ma che attualmente non esistono".
Il tema del dialogo interreligioso, e in particolare con l’Islam, potrebbe volgere a favore della partecipazione di Papa Francesco alla grande conferenza mondiale per il Dialogo Cattolico Islamico che sta organizzando la Lega Musulmana Mondiale a Beirut, in Libano, il prossimo anno. Finanziata dall’Arabia Saudita, la Lega Musulmana Mondiale promuove il panislamismo. Il segretario generale
Mohammad Abdul Karim Al-Issa, già ministro della Giustizia Saudita e membro del Consiglio Mondiale degli ulema, sta da tempo cercando di promuovere l’immagine di un Islam “moderato e aperto al mondo, aperto a tutte le religioni”. Al Issa ha portato avanti questa immagine con un tour in 40 capitali europee, ed era presente, come rappresentante degli Ulema, all’incontro tra una delegazione vaticana guidata dal Cardinale Jean Louis Tauran, recentemente scomparso e allora presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, e il re Salman durante uno storico viaggio in Arabia Saudita. E prima ancora, nel 2017, il segretario della Lega Musulmana Mondiale era stato ricevuto da Papa Francesco in Vaticano il 20 settembre, e dopo s'era recato presso la sede del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, per incontrare il cardinale Tauran e ribadire i punti fondamentali del dialogo, rinnovando l’impegno congiunto al contrasto delle violenze in nome delle religioni. Un impegno portato avanti in un ulteriore incontro con il Cardinale il 14 aprile 2018.
Insomma, ci sono tutti i segnali perché il Papa possa accettare di partecipare all’incontro, come ha accettato l’invito degli Emirati Arabi a partecipare alla conferenza sulla fratellanza ad Abu Dhabi, e come precedentemente aveva accettato di partecipare alla Conferenza Internazionale per la Pace organizzata al Cairo dal Grande Imam di al Azhar, con il quale Papa Francesco si è incontrato già quattro volte. E si inserisce in questo tentativo di dialogo con il mondo musulmano anche la visita di Papa Francesco in Marocco.
Mentre il dialogo ecumenico con il mondo ortodosso è la chiave della visita in Macedonia e Bulgaria e quella di un eventuale viaggio in Romania. Tradizionalmente, i presidenti di Macedonia e Bulgaria sono ricevuti in Vaticano dal Papa il 24 maggio, per il giorno dei Santi Cirillo e Metodio. Sia Macedonia che Bulgaria sono nazioni a maggioranza ortodossa. Il 23 dicembre il metropolita Antony ha annunciato che Papa Francesco avrà un colloquio con il Patriarca Neofit, capo della Chiesa Ortodossa Bulgara, e con tutto il Santo Sinodo il 5 maggio a Sofia, e dopo visiterà la cattedrale ortodossa Alexander Nevsky. Secondo i dati più recenti, risalenti al 2011, i cattolici in Bulgaria sono circa 50 mila, ed è anche per questo che il viaggio del Papa toccherà anche Rakovski, città a circa 160 chilometri dalla capitale con una significativa comunità cattolica.
C’è, poi, l’ipotesi di un altro ritorno: quello a Ginevra, dove il Papa è stato nel 2018, e dove potrebbe tornare nel 2019 per il centenario della fondazione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro. Sarebbe una visita al mondo internazionale non toccato direttamente durante l’ultimo viaggio, con un significato particolare: da sempre, la Santa Sede partecipa ai e che dal 1926 ha un consulente per gli affari religiosi che è sempre un prete cattolico e sempre un gesuita – l’attuale è padre Pierre Martinot Lagarde.
Per il 2019, si parla anche della possibilità di un viaggio del Papa in Francia, annunciato inizialmente per il 2015, che dovrebbe toccare Parigi, Marsiglia e Lourdes e che potrebbe includere anche una visita all’UNESCO. E chissà che il Papa non passi in Corea del Nord, magari per qualche ora sulla rotta per il Giappone, una volta che arrivi un invito ufficiale del leader Kim – per ora, è arrivato solo un invito informalmente portato al Papa dal presidente sudcoreano Moon il 18 ottobre.
A questi viaggi internazionali, Papa Francesco dovrebbe aggiungere alcuni viaggi in Italia. Sempre il Cardinale Parolin, veneto di origine, presentando a settembre 2017 un libro su Papa Giovanni Paolo I, aveva detto che Papa Francesco aveva subito mostrato interesse e disponibilità ad un viaggio in Veneto, ma questo non sarebbe stato prima del 2019.
Si tratta solo di una ipotesi, mentre già si parla di una data per la visita del Papa a Reggio Calabria: sarebbe ad aprile, subito dopo Pasqua, per un viaggio che sarebbe il decimo nel Sud Italia dall’inizio del Pontificato, dopo Lampedusa, Cassano allo Jonio, Campobasso, due visite a Caserta, Pompei e Napoli, Pietrelcina e San Giovanni Rotondo, Alessano e Molfetta e Piazza Armerina e Palermo. La Calabria è la terra natale di dieci Papi, di cui otto santi, e un antipapa, Giovanni XVI.
È stata poi ventilata la possibilità di un viaggio di Papa Francesco ad Ancona, per celebrare gli ottocento anni del passaggio di San Francesco. Nel 1219, infatti, San Francesco si imbarcò dal porto di Ancona verso la Terrasanta. Della possibilità di un viaggio di Papa Francesco ad Ancona per celebrare l’evento aveva parlato l’arcivescovo Angelo Spina nel corso dell’incontro con le istituzioni per gli auguri di Natale del 2017. L’arcivescovo di Ancona aveva definito l’eventualità “molto concreta”.
Ma ci si può anche spingere oltre, cercando di comprendere quali potrebbero essere i programmi di Papa Francesco nel 2020. C’è la possibilità che il Papa partecipi al 52esimo Congresso Eucaristico Internazionale, che si terrà a Budapest. E c’è un invito aperto per un viaggio ad Agrigento, in occasione del 2600esimo anniversario della fondazione della città.
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E ci sarà sicuramente un viaggio nel 2022: quello per la Giornata Mondiale della Gioventù, che potrebbe avere luogo a Lisbona, in Portogallo.