Carpi , domenica, 6. gennaio, 2019 10:00 (ACI Stampa).
Il brano di Vangelo ci presenta tre gruppi di persone: gli scribi che conoscono il luogo della nascita del Messia, ma che non mostrano alcun interesse verso di Lui. Essi rappresentano tutti coloro che sono indifferenti al mistero di questo bambino.
Erode, invece, che manifesta la volontà di sopprimere il bambino e si comporta con doppiezza e menzogna, rappresenta tutti coloro che sono impauriti da questo bambino perché ritengono che egli possa portare via qualcosa alla vita, che chieda del nostro, che sia un usurpatore della nostra libertà. E quindi è necessario “eliminarlo”, cioè rifiutarlo, temerlo.
Il terzo gruppo di persone è costituito dai Magi. E di essi il testo evangelico ci racconta quasi il loro itinerario di fede, la loro ricerca di Dio, fatta di fiducia, cammino, domanda e, finalmente, incontro.
La fiducia si esprime nel fatto che hanno saputo leggere i segni che si sono manifestati ai loro occhi e da essi si sono lasciati guidare. Per questa ragione abbandonano i loro comodi palazzi e si mettono in cammino, come Abramo che lasciò la sua terra per un Paese sconosciuto. Durante questo cammino incontrano difficoltà, sperimentano insicurezze, conoscono momenti di sconforto e di smarrimento, tuttavia hanno l’umiltà, nella loro ricerca, di domandare aiuto, di affidarsi ad altri, di chiedere consiglio. E così giungono alla meta! Adorano il bambino e con questo gesto riconoscono e proclamano che egli è il Figlio di Dio, il Salvatore del mondo.
Cosa insegna questo episodio a noi, oggi?