Ieri, in Sardegna, una marcia sul tema "La buona politica per la Sardegna: solidarietà, lavoro, bene comune" a Vallicidro. “Oggi, anche nella nostra Regione, abbiamo bisogno di una buona politica che faccia crescere il lavoro”, scrivono i presuli della Conferenza Episcopale Sarda: un “lavoro libero, creativo, solidale e partecipativo”. Un lavoro “degno, che permetta ad ogni lavoratrice e lavoratore di tornare a casa ogni sera con la soddisfazione di aver guadagnato un pane dignitoso e di aver contribuito al progresso della società. Un lavoro che possa far crescere e consolidare la Pace, rispettoso della vita umana e della salvaguardia del creato, come abbiamo richiamato nel nostro messaggio di ottobre 2018, ad un anno dalla Settimana Sociale di Cagliari”. Per i presuli la “gravissima situazione economico-sociale non può legittimare qualsiasi attività economica e produttiva, senza che se ne valuti responsabilmente la sostenibilità, la dignità e il rispetto dei diritti di ogni persona. In particolare non si può omologare la produzione di beni necessari per la vita con quella che sicuramente genera morte. Tale è il caso delle armi costruite nel nostro territorio regionale e usate per una guerra, che ha causato e continua a generare nello Yemen migliaia di morti, per la maggior parte civili inermi. Un business tragico che sembra non avere nessun colpevole, poiché i vari Paesi interessati si scaricano a vicenda le responsabilità. La questione diviene ancor più lacerante, sotto il profilo etico e socio-economico, poiché tale produzione avviene in un territorio, il nostro, tra i più poveri del Paese, ancora privo di prospettive per il lavoro. Così ai nostri operai si offre uno stipendio sicuro, ma essi devono subire l’inaccettabile per mancanza di alternative giuste e dignitose”. I vescovi dicono quindi “no a tutto il business delle armi, in Sardegna e nel Paese intero” con la richiesta di un “serio sforzo per la riconversione di quelle realtà economiche che non rispettano lo Spirito” della Costituzione e del Trattato sul commercio delle armi dell’ONU del 2 aprile 2013 ratificato dall’Italia come primo Paese UE.
A Polistena, in Calabria, la 31ma edizione della Marcia della Pace il 1 gennaio. Una marcia della pace, aperta dal parroco mons. Pino Demasi, con varie tappe arricchite da testimonianze e conclusa con una celebrazione presieduta dal vescovo di Oppido Mamertina-Palmi, mons. Francesco Milito.
A Balestrate, in diocesi di Monreale, oggi Marcia della pace e Festa dei popoli promosa dalla diocesi promosso dall’arcidiocesi di Monreale e che avrà, su indicazione dell’arcivescovo, mons. Michele Pennisi, al centro il tema della Giornata mondiale della pace “La buona politica è al servizio della pace”.
Sempre domani, nella diocesi di Campobasso-Bojano, un pomeriggio di riflessione, confronto e dialogo sul tema della Giornata. L’incontro sarà presieduto dall’arcivescovo mons. GianCarlo Bregantini. Con lui il direttore della Caritas diocesana, don Franco D’Onofrio, gli ospiti della Casa degli Angeli e delle Istituzioni Civili invitate per l’occasioni per dialogare attorno al tema. La lettura del documento del Papa sarà stimolata anche dalla prossima consultazione europea e comunale per la città di Campobasso. La riflessione sarà intercalata in sette punti seguendo la suddivisione del messaggio di papa Francesco “fatto – si legge in una nota della diocesi - di provocazioni e di stimolo ad iniziative concrete suggerite dalle impellenti sfide attuali”. Nel mese di gennaio, afferma mons. Bregantini, anche una manifestazione esterna come una “carovana solidale per il lavoro e la pace”.
Giornata della Pace e festa dei popoli a Sibari, nella diocesi di Cassano allo Ionio il prossimo 5 gennaio, nella Chiesa parrocchia San Giuseppe. L’iniziativa, alla quale parteciperà il vescovo, mons. Francesco Savino, è promossa dagli uffici Caritas, Migrantes e Sviluppo integrale della diocesi, Centro SPrar Cassano all’Jonio, Casa del deserto Morano Calabro, Consulta diocesana delle aggregazioni laicali.
Anche quest'anno varie marce della pace in tante città italiane, e non solo, promosse dalla Comunità di Sant’Egidio. A Roma l’appuntamento è a Largo Giovanni XXIII il 1 gennaio, per andare insieme verso Piazza San Pietro ad ascoltare il messaggio di Papa Francesco.
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