Città del Vaticano , lunedì, 24. dicembre, 2018 22:15 (ACI Stampa).
Betlemme “significa casa del pane. In questa casa il Signore dà oggi appuntamento all’umanità. Egli sa che abbiamo bisogno di cibo per vivere. Ma sa anche che i nutrimenti del mondo non saziano il cuore. L’uomo è diventato avido e vorace. Avere, riempirsi di cose pare a tanti il senso della vita. Un’insaziabile ingordigia attraversa la storia umana, fino ai paradossi di oggi, quando pochi banchettano lautamente e troppi non hanno pane per vivere”. Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia della Messa della Notte di Natale, celebrata solennemente nella Basilica Vaticana insieme a decine tra cardinali e vescovi concelebranti.
“Betlemme - ha osservato il Papa - è la svolta per cambiare il corso della storia. Lì Dio nasce in una mangiatoia. Come a dirci: eccomi a voi, come vostro cibo. Non prende, offre da mangiare; non dà qualcosa, ma sé stesso. A Betlemme scopriamo che Dio non è qualcuno che prende la vita, ma Colui che dona la vita”.
Il Bambino di Betlemme - ha detto ancora Francesco - “lancia un nuovo modello di vita: non divorare e accaparrare, ma condividere e donare. Dio si fa piccolo per essere nostro cibo. Nutrendoci di Lui possiamo rinascere nell’amore e spezzare la spirale dell’avidità e dell’ingordigia”. Da Betlemme “Gesù riporta l’uomo a casa, perché diventi familiare del suo Dio e fratello del suo prossimo. Davanti alla mangiatoia, capiamo che ad alimentare la vita non sono i beni, ma l’amore; non la voracità, ma la carità; non l’abbondanza da ostentare, ma la semplicità da custodire”.
Gesù si offre a noi come pane quotidiano - ha spiegato Papa Francesco - e continua a farlo nell’Eucaristia: “bussa alla nostra porta per entrare e cenare con noi. A Natale riceviamo in terra Gesù, Pane del cielo: è un cibo che non scade mai, ma ci fa assaporare già ora la vita eterna. A Betlemme scopriamo che la vita di Dio scorre nelle vene dell’umanità. Se la accogliamo, la storia cambia a partire da ciascuno di noi. Perché quando Gesù cambia il cuore, il centro della vita non è più il mio io affamato ed egoista, ma Lui che nasce e vive per amore”.
Di fronte al Bambino Gesù siamo chiamati a chiederci se abbiamo veramente bisogno del superfluo. E scorgendo l’immagine della Natività - ha sottolineato il Papa - “vediamo gente che ha camminato, come Maria, Giuseppe e i pastori. Gesù è il Pane del cammino. Non gradisce digestioni pigre, lunghe e sedentarie, ma chiede di alzarsi svelti da tavola per servire, come pani spezzati per gli altri”.