Roma , sabato, 22. dicembre, 2018 10:00 (ACI Stampa).
Quanta umanità si respira nel mistero del Natale? Cosa significa il Natale oggi? Come viverlo nei nostri ambienti di vita? Sono tante le domande alle quali cercano di rispondere i vescovi italiani nei messaggi che in queste ore stanno inviando ai loro fedeli.
Natale diventa spesso la festa delle luci, dei regali, dei consumi, delle corse dei rumori… Ma il Natale è nuovamente qui e attende di essere trasformato in ciò che è: “Santo! E tu puoi farlo”, è l’invito dell’Ordinario Militare per l’Italia, l’arcivescovo mons. Santo Marcianò: “Tu puoi trasformare il Natale delle luci nel Natale della Luce”, “il Natale dei regali nel Natale del Dono”, “il Natale del consumismo nel Natale del consumarsi”, “il Natale delle corse nel Natale della contemplazione”, “il Natale dei rumori che distraggono nel Natale del silenzio che lavora”. “Non ti dimenticare di Lui. Trasforma il tuo Natale nel Suo Natale. E sarà un Natale Santo!”, scrive il presule rivolgendosi alla sua comunità composta da militari spesso impegnati in missione di pace all’estero.
“Natale sarà vero solo nell’accoglienza”, scrivono i vescovi della Sicilia nel loro messaggio: “La luce del Natale, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, ci invita a far eco al Magistero di Papa Francesco che insistentemente chiede, in nome del Vangelo, di accogliere, proteggere, integrare quanti bussano alle nostre porte. E, in verità, il quotidiano ‘lavorio della carità’ della Chiesa cattolica in Italia e in Sicilia è rivolto da sempre verso tutti i poveri”. Soprattutto – sottolineano - i poveri “italiani” che – a causa della crisi economica- sono “sempre più numerosi. L’amore per i poveri è una via obbligata per la testimonianza cristiana: per tutti e, dunque, anche per i nuovi poveri che giungono, migrando, sulle nostre coste siciliane. Natale sarà vero solo nell’accoglienza”.
I vescovi chiedono alla politica di fare “verifiche serie” e “si abbia l’umiltà di ascoltare la voce di chi condivide le sorti dei più poveri”. E poi i problemi più urgenti come il lavoro e un “sano sviluppo economico” che rigeneri lavoro e “un forte contrasto alla mentalità e criminalità mafiosa e alla corruzione”.
“La semplicità del bambino nella mangiatoia porta in sé la grandezza del Signore dei cieli”, scrive il vescovo di Brescia, mons. Francesco Tremolada: “una voce misteriosa e tenace, la voce della nostra coscienza, continua a ripeterci che noi veniamo dal cielo e che al cielo siamo destinati, che là i nostri nomi sono scritti, che siamo molto cari a Dio e che perciò il nostro cuore giustamente reclama grandi orizzonti. Il Natale del Signore è così anche rivelazione dell’umano in tutto il suo valore, nella sua ricchezza e dignità”.