Città del Vaticano , venerdì, 21. dicembre, 2018 17:00 (ACI Stampa).
Da queste considerazioni ha preso spunto Padre Raniero Cantalamessa nell’ultima predica di Avvento pronunciata questa mattina nella cappella Redemptoris Mater, alla presenza del Papa.
Il predicatore della Casa pontificia- come riporta l’ Osservatore Romano- ha fatto notare che “il cammino di ricerca del Dio vivente intrapreso in questo Avvento” aveva avuto un precedente illustre con «L’itinerario della mente a Dio» (Itinerarium mentis in Deum) di san Bonaventura.
Il filosofo e teologo francescano individuò sette gradini per i quali l’anima ascende alla conoscenza di Dio ma il mezzo definitivo è la persona di Gesù.
Il Natale è il momento in cui “il Dio vivente non ci parla più per interposta persona, ma di persona” e ha illustrato il tema alla luce del Vangelo di Giovanni. Nessuno arriva a Dio se non per mezzo di Gesù e allora “lette nel contesto attuale del dialogo interreligioso, queste parole pongono un interrogativo: che pensare di tutta quella parte dell’umanità che non conosce Cristo?”. E la risposta è che ogni teologia cristiana delle religioni deve considerare che Gesù “ha dato la vita “in riscatto” e per amore di tutti gli uomini. Non ha fatto distinzioni”.
Eppure, ha ammonito padre Cantalamessa, “alcuni, pur professandosi credenti, non riescono anche oggi ad ammettere che un fatto storico particolare, come è la morte e risurrezione di Cristo, possa aver cambiato la situazione dell’intera umanità di fronte a Dio”. Padre Catalamessa afferma che “Dio è umile nel creare e nel salvare. Cristo è più preoccupato che tutti gli uomini siano salvi, che non che sappiano chi è il loro Salvatore”.