Santiago , martedì, 14. luglio, 2015 10:20 (ACI Stampa).
È nato da pochi mesi, e le parole di Papa Francesco nel recente viaggio in America Latina non possono che essere un incoraggiamento per portare avanti l’esperienza. L’Osservatorio latinoamericano sulla Finanza si propone di creare un network in grado di fare un monitoraggio del mercato finanziario dell’America Latina, per evitare i pericoli che si sono manifestati altrove. Pericoli che Papa Francesco ha sottolineato nei suoi discorsi in Ecuador, Bolivia e Paraguay, e particolarmente nel discorso ai movimenti popolari. Individuando nella società civile il soggetto che può promuovere questi cambiamenti.
Alberto Barlocci, giornalista esperto di temi economici, tra i fondatori dell’Osservatorio della Finanza, spiega ad Aci Stampa: “Siamo di fronte alla necessità di un processo che avvenga dal basso verso l'alto e non solo di decisioni dall'alto verso il basso. La politica e l'economia indicano di essere immerse in una crisi profonda, pertanto è proprio la società civile il soggetto chiamato a dare alla globalizzazione i valori etici di cui ha bisogno e che, nel caso dell'economia, asserisce di potervi prescindere.”
E la Chiesa – sostiene Barlocci – “non può essere neutrale in questo processo prima di tutto perché è parte integrante della società civile. È una Chiesa che deve lavorare assieme agli altri, cominciando dalle Chiese sorelle, le altre religioni, ma anche i movimenti sociali. E la sua presenza è essenziale proprio per questa capacità di identificare più che ‘cosa’ fare, ‘come’ farlo.”
Barlocci mette in luce come, nel suo discorso ai movimenti popolari, il Papa ha detto “che non abbiamo in tasca la risposta ai problemi di giustizia sociale, ma dobbiamo cercare assieme. Ora, che questa ricerca per la presenza della Chiesa avvenga in modo pacifico, costruttivo, dialogante, civilizzato è un risultato importante. Credo che sia questo anche il senso che da il Papa all'uscire dalle nostre comodità, come diceva ai religiosi e le religiose dell'Ecuador. Ci saranno certo dei rischi, anche quello di essere strumentalizzati dai poteri politici. I rischi ci saranno sempre e bisogna apprendere ad evitarli.”
Naturale parlare di Bolivia, Ecuador e Paraguay, della scelta di Papa Francesco di visitare questi tre Paesi. “Storicamente – racconta Barlocci - i tre Paesi visitati sono stati i più poveri in termini relativi, dove esiste una parte importante della popolazione di origine indigeno, con tutto ciò che esso suppone in termini di interculturalità. Da questo punto di vista mi pare una scelta in linea con l'opzione di preferire gli ultimi e portare la Chiesa verso alcune delle sue tante frontiere. I popoli andini sono dotati, ad esempio, di una affascinante cosmovisione spesso in sintonia con i principi del cristianesimo. Ma come vivere questa interculturalità senza cadere nel sincretismo? È un processo necessario di mediazioni culturali che potrà aiutare anche altre situazioni simili, penso ai cristiani in contatto col buddismo, ad esempio, o altre religioni asiatiche.”