Macerata , venerdì, 21. dicembre, 2018 15:00 (ACI Stampa).
Ad un secolo dalla prima rappresentazione, l’ ‘Histoire du soldat’ di Igor Stravinskij su testo di Charles Ferdinand Ramuz è stata proposta nelle Marche in un nuovo allestimento grazie ad una produzione di ‘Marche Concerti’, che è anche un debutto.
Moni Ovadia interpreta per la prima volta i tre ruoli di narratore, diavolo e soldato, con il ‘Mach Ensemble’, che riunisce alcune delle prime parti delle migliori orchestre italiane ed europee, quali Francesco Senese, violino concertante, elemento di punta dell’Orchestra del festival di Lucerna diretta da Riccardo Chailly e dell’Orchestra Mozart di Bologna fondata da Claudio Abbado, con Daniele Carnio contrabbasso, Anton Dressler clarinetto, Diego Chenna fagotto, Vincenzo Paratore trombone, Marco Braito tromba, Antonio Caggiano percussioni, grazie al riadattamento del testo da Guido Barbieri.
La storia dell’incontro tra il Soldato e il Diavolo nasce dalla suggestione di alcuni racconti di Afanasiev: siamo ancora in piena Prima Guerra Mondiale, e Stravinskji lontano dai fasti e dai successi parigini con i Ballets Russes, aveva riparato in Svizzera fuggendo dalla Rivoluzione Russa che lo aveva privato delle sue proprietà. La vita era difficile.
In Svizzera Stravinskji incontra Ramuz, anche lui virtualmente profugo. Il soldato di Afanasiev che fa il patto di faustiana memoria col diavolo, incarna quei giovani arruolati per forza da Nicola I contro i Turchi, e quei giovani sradicati e in gran parte massacrati nei fronti della Grande Guerra: il Soldato è alla fine l’uomo di tutti i tempi costretto a lasciare la sua terra e a viaggiare nella ‘no man’s land’.
L’idea di Stravinskji è quella di comporre uno spettacolo ‘povero’, portatile, messo su con mezzi essenziali: “Il pensiero di comporre uno spettacolo drammatico per un teatro ambulante m'era venuta parecchie volte alla mente fin dall'inizio della Prima Guerra Mondiale. Il genere di lavoro cui pensavo doveva esigere un organico di esecutori semplice e modesto al punto da permettere una serie di allestimenti in una tournée nelle piccole cittadine svizzere, ed essere altrettanto chiaro nel suo intreccio in modo che se ne afferrasse facilmente il senso”.