Città del Vaticano , venerdì, 14. dicembre, 2018 14:00 (ACI Stampa).
Sono quattro le decorazioni natalizie offerte in dono a Papa Francesco dal presidente slovacco Andrej Kiska. In visita in Italia, il presidente slovacco ha colto l’occasione per una udienza da Papa Francesco, che già aveva incontrato nel 2015. E ha portato in dono una serie di decorazioni composte da persone che vengono da gruppi svantaggiati.
Il presidente Kiska, con una delegazione di 10 persone, arriva puntuale davanti la porta della Biblioteca del Palazzo Apostolico. “Le porto i saluti del popolo slovacco, specialmente i credenti”, dice al Papa. E Papa Francesco: “Ma lei è già stato qui”.
È così che comincia una visita molto cordiale: un incontro privato durato 33 minuti (con l’ausilio di due interpreti) e poi lo scambio dei doni, che si conclude con l’invito a Papa Francesco ad andare in Slovacchia. “Sappiamo che è molto impegnato, ma quando potrà, sarebbe una gioia immensa”, afferma il presidente. E Papa Francesco, di rimando: “In principio accetto l’invito, ma vedremo quando potrò”.
Si legge nel bollettino della Sala Stampa della Santa Sede che, dopo l’incontro, il presidente Kiska si successivamente incontrato con il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, e con l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, ministro degli Esteri vaticano. Il comunicato sottolinea che “nel corso dei cordiali colloqui ci si è soffermati sui buoni rapporti bilaterali e sul contributo della Chiesa alla società slovacca, in particolare nell’ambito dell’educazione. Successivamente, sono stati passati in rassegna alcuni temi di mutuo interesse, tra i quali il cambiamento climatico e l’accoglienza dei migranti, alla luce dei recenti incontri internazionali. Infine, ci si è soffermati sul contesto internazionale e sulla pace, sicurezza e cooperazione in Europa, in vista della Presidenza slovacca dell’OSCE nel 2019”.
I doni del presidente sono decorazioni natalizie, quattro palle di Natale che Papa Francesco ha promesso di portare con sé a Santa Marta. Un dono – si legge nel biglietto di accompagnamento – “creato da chi ha un destino non facile e una storia spesso taciuta, nascosta, di emarginazione e condanna sociali”.