Il libro in questione si intitola "Francesco di Paola, un eremita nel mondo", lo ha scritto Paolo Rodari, giornalista vaticanista e scrittore, ed è pubblicato da Rubbettino.
Una vita straordinaria, quella di Francesco, fin dalla prima adolescenza, quando si rivela attraverso una scelta forte, fuori dal comune: la via dell'eremitaggio, del ritorno alla purezza della fede, come facevano i padri del deserto. Francesco vive nel Quattrocento (nasce, per l'esattezza nel 1416), in un'epoca di grandi conflitti, di guerre, di dissoluzione fuori e dentro la Chiesa, in cui i ricchi e i potenti opprimono con violenza e arroganza la massa dei poveri e diseredati.
A questa logica aberrante non sfuggono neppure altri rappresentanti delle gerarchie ecclesiastiche. Per Francesco, come viene messo in rilievo nel libro di Rodari, appare subito urgente e necessario far tornare la fede alla purezza della voce del Vangelo. E comincia a farlo lui per primo, scegliendo la via dell''eremitaggio, nel suo paese natale in Calabria, il paese di Paola, appunto.
In un campo vicinoo alla casa dei suoi genitori, vive pregando e si sostiene grazie alla carita' altrui. Ben presto si diffonde la fama della potenza della sua preghiera e di "uomo di Dio", la gente semplice lo viene a cercare, per chiedere consiglio, aiuto, intercessione. E comincia a diffondersi anche la sua fama di taumaturgo, capace di operare "cose meravigliose".
Ecco allora le guarigioni miracolose, come quella di un ragazzo affetto da una piaga incurabile, guarito usando banali erbe comuni; lo sgorgare inspiegabile delle acque della Cucchiarella, che Francesco fa scaturire colpendo con il bastone una roccia presso il convento di Paola, ancora oggi oggetto di pellegrinaggi. E tanti altri ancora, compresa la traversata dello stretto di Messina "a bordo" di un mantello.
Uno degli episodi più famosi: davanti al re di Napoli che gli offre un vassoio di monete d'oro, Francesco spezza una di queste monete e mostra al sovrano il sangue che ne esce, perché quel denaro era frutto di vessazioni del popolo, frutto del sangue della povera gente.
Dal suo eremitaggio il santo esce per andare incontro al mondo, incontra ogni genere di persona, fonda l'ordine dei Minimi e conventi in tutta Italia, ma va ancora più in là, perché il suo orizzonte è sempre più vasto: Roma, e poi la Francia. Vissuto di penitenza e di carità, finisce alla corte di uno degli uomini più potenti del tempo, il re di Francia, che lo vuole come suo consigliere.
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Ed è in Francia che muore, il 2 aprile 1507. Viene proclamato santo in tempi rapidi, il primo maggio 1519.
Intanto l'ordine dei Minimi si diffonde ovunque, e la devozione per il santo si rafforza anche grazie alle ondate migratorie in partenza dal Sud Italia. Del resto, san Francesco ha vissuto peregrinando e ha attraversato il mare su un mantello, quindi piu' che giusto che nel 1943 venga proclamato da papa Pio XII "Patrono della gente di mare della nazione italiana", e dovunque sono nate associazioni, gruppi di preghiera, che nel nome del grande santo calabrese si prefiggono di portare ancora lungo le vie del nostro mondo travagliato il suo messaggio di pace e di promozione umana.
Come si propone di fare l'Associazione San Francesco di Paola in Italia e nel mondo", con sede a Roma, nata nel 2010 per iniziativa di un gruppo di professionisti calabresi devoti a san Francesco.