Genova , venerdì, 14. dicembre, 2018 12:00 (ACI Stampa).
“La tragedia del crollo del ponte sul Polcevera ha lasciato sbalorditi e ha ferito tutti: non possiamo tacerlo. Nei giorni della catastrofe, che ha impressionato il mondo, Genova ha reagito con compattezza: subito! Ha sprigionato le migliori energie con generosità grande ma non insolita: ha dato prova di sé, della sua anima, che custodisce con un riserbo che a volte può apparire distacco. Siamo fatti così. Genova infatti è una città di cuore in ogni senso: solo, vuole sapere dove vanno a finire risorse ed energie. E questo è saggio”. Lo scrive il Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova, nella lettera pastorale indirizzata alla città e alla diocesi.
“Abbiamo toccato con mano - ha sottolineato l’ex presidente della CEI - che il dolore ha il potere di accomunare, di far sentire quanto siamo fragili ed esposti. Commiserarci è peggio! Ci riporta brutalmente alla nostra piccolezza, ci invita ad essere umili, a non coltivare sogni di gloria che ci allontanano gli uni dagli altri, induriscono i sentimenti, rendono egoisti e miopi davanti alla realtà. Non vogliamo che in noi vinca il demone del sospetto e della paura, che oggi invade troppi cuori e nazioni. Se il dolore ci ha ricordato l’inesorabile fragilità della condizione terrena, ci ha anche fatto riscoprire quanto i legami umani siano necessari, facciano parte di noi: sono il tessuto non solo della famiglia, dell’amicizia, del lavoro, ma anche di una società che si dichiara civile”.
La tragedia del Ponte Morandi - ha aggiunto il Cardinale - è una prova che potrà far “crescere la speranza e la fiducia, la convinzione che contare gli uni sugli altri ci permette di camminare insieme, ci dà la possibilità di attraversare – come su un ponte sicuro – le incertezze e i vuoti dell’esistenza. La fiducia genera coraggio e ardimento davanti alle sfide”.
“La comunità cristiana - ha ricordato ancora il porporato - ha il dono di sapere che la fiducia ha il nome e il volto di Gesù, il Figlio di Dio: Egli ci mostra che di Dio ci possiamo fidare sempre, anche se non sempre le vicende umane sono chiare ai nostri occhi. La fede, infatti, non dissipa tutte le nostre tenebre, ma illumina il cammino passo dopo passo, giorno dopo giorno. La sua risposta ai nostri tormenti è innanzitutto una Presenza che ci precede e ci accompagna, fedele come la divina Eucaristia nelle nostre chiese”.
Dinanzi al buio - ha concluso il Cardinale Bagnasco - tutti siamo chiamati a fare qualcosa: “ogni atto è come una piccola luce che illumina la notte. Anche la nostra fede ne deve uscire più forte: nella prova il volto di Gesù sofferente si rende più visibile, e chiede di essere riconosciuto, rincuorato e soccorso nei fratelli. Ci ricorda che la dignità di ognuno riflette quella stessa di Dio”.