Sul palco ci sono i disegni dei bambini, letterine e immagini per raccontare una vita dimenticata da tutti. Il Papa si ferma a guardare, a leggere, ad abbracciare.
Poi porta un mazzo di fiori alla cappellina, poi ascolta con un sorriso i racconti di vita. “ Ti sentiamo nostro fratello” dice il parroco “ siediti a condividere con noi”. Cento mila persone che sono arrivate dalle campagne dove non si riesce più a vivere, si crea uno sfollamento forzato delle famiglie contadine e indigene. “Lo stato non ci vede come soggetti di diritti ma un problema da risolvere” dice una donna, invece la gente vuole essere protagonista della propria rinascita. Anche spirituale, anche grazie alle forme più dense di pietà popolare, per combattere corruzione e immoralità dilagante. “Sogniamo di essere una Chiesa profetica” dice un donna.
“Non potevo trovarmi in Paraguay senza venire da voi, senza stare nella vostra sub- terra” risponde il Papa. “Vi confesso che da quando ho preparato questo viaggio pensavo a voi ai vostri volti alle vostre speranze e lotte per avere una vita degna, un tetto, una lotta che non vi ha tolto la speranza e la solidarietà” improvvisa il Papa e racconta la nascita di Gesù come una storia di solidarietà tra Maria Giuseppe e i pastori: “ Persone come loro che avevano dovuto lasciare la propria realtà allo scopo di trovare migliori opportunità familiari. La loro vita era legata alle inclemenze del tempo e di “altro genere”. Quando si resero conto della nascita di Gesù, si avvicinarono, si fecero prossimi, vicini. Diventarono subito la famiglia di Maria e Giuseppe.”
La fede vera suscita solidarietà, “Una fede che non si fa solidarietà, è una fede morta o malata o è morta.” E’ una fede senza Cristo, una fede senza Dio, una fede senza fratelli.”
Poi con una frase riassume: “Un Dio senza popolo, un popolo senza fratelli un popolo senza Gesù, questa è la fede senza solidarietà. Dio si è fatto solidale con questo popolo...Gesù non ha avuto nessun problema a morire per noi per questa solidarietà di fratello che nasce dall amore che il Padre aveva per noi”
Ecco lo scopo della presenza per il Papa:“Io vengo come quei pastori. Voglio farmi prossimo. Voglio benedire la vostra fede, benedire le vostre mani, benedire la vostra comunità.” Forse, spega il Papa “il messaggio più forte che potete trasmettere è questa fede solidale. Il diavolo vuole che litighiate così vi divide e vi ruba la fede” ma “la fede solidale deve essere un messaggio per tutta la città.”
E il Papa conclude con una raccomandazione alla “Sacra Famiglia, perché il suo modello, la sua testimonianza continui ad essere luce nel cammino, stimolo nei momenti difficili e ci dia la grazia di un regalo, dei “pastori” capaci di accompagnare, di sostenere e di stimolare la vita delle vostre famiglie. Capaci di far crescere la fede solidale che non è mai offensiva”.
Poi i giovani presentano un progetto di Escolas Occurentes per la formazione e contro la violenza e lo hanno conseganto al Papa. Infine Francesco ha benedetto alcune piante di olivo che saranno inviate ad Haiti, in Colombia e in Paraguay.
Poi il momento finale con la preghiera del Padre Nostro in guaranì.
Iscriviti alla nostra newsletter quotidiana
Ricevi ogni giorno le notizie sulla Chiesa nel mondo via email.