Asunción , domenica, 12. luglio, 2015 1:10 (ACI Stampa).
L’immagine chiave scelta da Papa Francesco per la sua omelia ai Vespri è quella della cattedrale di Asunciòn, e del suo campanile. Intitolata a Nostra Signora dell’Assunzione, la Cattedrale sorge nel cenntro della città, nella piazza triangolare del Parques Central. Fu costruita nel XVI secolo, dal 1539 in poi è stata ristrutturata e trasformata varie volte, poi ha assunto la forma attuale nel 1845. Lo stesso processo di trasformazione ha subito il campanile della Chiesa. E il Papa dice a seminaristi, religiosi, sacerdoti, membri di movimenti cattolici, a conclusione della sua omelia: “Fatti nuovi da Dio ogni volta che preghiamo, saldi come un campanile, gioiosi di suonare a festa le meraviglie di Dio, condividiamo il Magnificat e lasciamo che il Signore compia, mediante la nostra vita consacrata, grandi cose nel Paraguay.”
Le grandi cose nel Paraguay riguardano una maggiore attenzione per i poveri, in una nazione che ancora porta avanti politiche neoliberiste. E una maggiore attenzione alle culture indigene: in Paraguay sopravvive ancora il guaranì, l’ultima delle antiche lingue indie.
Papa Francesco arriva nella cattedrale dopo una giornata intensa, tra il santuario mariano di Caucupé e l’incontro con la società civile, in cui ha appunto sottolineato ancora una volta la necessità di guardare alla carne dei poveri, ha chiesto ai giovani di non essere anestetizzati e pensionati (il Paraguay è noto per la ricchezza di popolazione giovanile), ha parlato di una necessità di una economia dal volto umano, ma anche dell’esperienza delle reducciones.
Prima dei Vespri, sul Sagrato della Chiesa, l’Intendente Municipale di Asunciòn consegna al Papa le Chiavi della Città, mentre una orchestra di 200 arpe paraguayane a 36 corde esegue musiche tradizionali. Poi, il Papa entra in Cattedrale. Lì c’è una croce, che si dice sia l’ultima superstite delle 29 che Cristoforo Colombo piantò in America.
Dopo il canto dei Vespri, il Papa esordisce: “Che bello è pregare tutti insieme i Vespri! Come non sognare una Chiesa che rifletta e ripeta l’armonia delle voci e del canto nella vita quotidiana? E lo facciamo in questa Cattedrale, che tante volte ha dovuto ricominciare di nuovo.”