Un silenzio intenso accoglie quando si entra in chiesa, in chiaro contrasto con il chiasso e il brulicare delle vie adiacenti. Ritornati in strada, ecco la sagoma massiccia del Maschio, e più in la', nello splendore del mattino, quella di Castel dell'Ovo, famigerata prigione ai tempi della regina Giovanna.
E ai tempi di Brigida, che venne qui a Napoli per imbarcarsi per il suo pellegrinaggio in Terra Santa e che con la regina ebbe forti contrasti, al punto che Giovanna fece mettere la futura santa al vaglio di una commissione che doveva decretare se le sue rivelazioni erano conformi o meno all'ortodossia cattolica e Brigida dovette vivere a Napoli come agli arresti domiciliari, libera di girare in città ma non di lasciarla.
Il filo rosso che unisce queste memorie vive e il piccolo viaggio alla ricerca di una traccia di lei, Brigida, è costituito da un libro appena uscito. E a questo punto bisogna tornare indietro di qualche giorno. Quando a Roma, presso la chiesa di Santa Maria degli Angeli, in una meravigliosa sala del Cinquecento, viene presentato un libro dal titolo "La pellegrina del Nord. Viaggio e rivelazioni di Brigida di Svezia da Roma a Gerusalemme".
Ci sono l'autore, Luca Cesarini, prete della Chiesa di Svezia e autore di molti libri soprattutto dedicati a Brigida, Angela Ambrogetti, che coordina l'incontro, e il professor Olof Brandt, docente di Architettura cristiana antica. E raccontano della grande santa svedese in veste di pellegrina, una dimensione che ha conformato tutta la sua vita.
In particolare, il libro racconta, con dettagli e particolari che rendono quasi "contemporaneo", nel senso che descrive i fatti come se si svolgessero sotto i nostri occhi, il pellegrinaggio di Brigida fino a Gerusalemme, dal 1371 al 1373. E alla fine del racconto del viaggio, sono presentati brani delle Rivelazioni della Santa che hanno accompagnato il pellegrinaggio.
Tra i tanti, colpisce il brano in cui la pellegrina riceve la visione del parto della Madonna, che dopo il parto si mette in ginocchio, davanti al Bambino nudo: la scena che vediamo in tutti i presepi, per intenderci. Prima si rappresentava con Maria sdraiata e accanto Gesù in fasce, come si vede ad esempio nel mosaico del Duecento in Santa Maria Maggiore. Se dunque San Francesco ha creato il primo presepe, vivente peraltro, si deve a santa Brigida l'iconografia che poi diventa classica.
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Come ha ricordato il professor Brandt, oggi abbiamo perso, in realtà, il senso del l'autentica viaggio della fede, che fin dai primi anni di vita della Chiesa era indirizzato verso i luoghi in cui si conservava no le reliquie dei martiri e dei santi. L'edificio stesso della comunità ecclesiale si percepiva con chiarezza come fondata sul sangue dei martiri e sulla grandezza dei suoi santi. Ai tempi della nostra santa tutto questo era evidente, diventava esperienza quotidiana, ed era comune la decisione di partire per sciogliere un voto, per chiedere una grazia, per vedere e toccare un luogo reso sacro dalla presenza di reliquie.
Il libro svela molte altre particolarità legate al pellegrinaggio che questa donna indomita, ormai anziana, ha aspettato per anni prima di affrontare, attendendo sempre il "nullaosta" dal Cielo. E senza avere alcun timore organizza questa impresa considerata universalmente impossibile, tra traversate marine, naufragi, malattie, ostacoli e ostilità di ogni genere. Sempre con la certezza della costante presenza di Dio, dei suoi messaggi, perché per santa Brigida il soprannaturale è la dimensione più naturale.
Il viaggio diventa un percorso esistenziale e avventuroso, che si legge anche in questa prospettiva, svelando la sua natura, per così dire, di pratica guida per chi vuole andare o tornare in Terra Santa. D'altronde, il libro di Cesarini, pubblicato da Edizioni Terra Santa, si colloca in una collana denominata appunto "Viaggiatori in Terra Santa", che propone diari e racconti di illustri viaggiatori che rinnovano la meraviglia, il miracolo potremmo dire, dell 'attraversare i luoghi legati alla vita terrena di Cristo.