Macerata , lunedì, 10. dicembre, 2018 9:00 (ACI Stampa).
Le clarisse del monastero della beata Mattia di Matelica hanno lanciato una raccolta fondi per coinvolgere la comunità cittadina e i molti fedeli legati alla Beata per riaprire la chiesa, inagibile a seguito del terremoto del 2016, dov’è custodita l’urna con il corpo della Beata ad un anno dalle celebrazioni del settimo centenario della sua morte, a cui le sorelle clarisse e i fedeli tutti si stanno preparando.
Però, non partendo ancora i lavori di ristrutturazione, le clarisse chiedono aiuto, spiegando la situazione in un appello: “Con queste righe vi chiediamo di partecipare ad una grande via di speranza appena tracciata davanti a noi, che permetterà alla città di Matelica, a tutti coloro che si sentono profondamente legati alla beata Mattia, di vedere riaperta la sua chiesa, rimasta chiusa da più di due anni: il sisma dell’ottobre 2016, che ha ferito tanta parte del nostro territorio, ne aveva danneggiato la struttura, dichiarata inagibile nel 2017”.
Infatti da molti visitatori sono giunte sollecitazioni alla riapertura: “In questi anni siamo state costantemente sollecitate da parte della gente, dai fedeli che vengono a far visita alla Beata, dai pellegrini che si muovono in gruppo da altre parti d’Italia e anche dall’estero (di recente un gruppo dai Paesi Bassi che annualmente passa da noi e sosta per una preghiera a lei) a fare qualcosa per riaprire la chiesa, sentita come luogo di grazia e di speranza, un santuario dove aprire il cuore e deporre pene, malattie e fatiche, che oggi davvero non mancano nel nostro mondo, tra le famiglie, i giovani, le persone anziane e disagiate, spesso ferite da solitudine e isolamento”.
Il motivo della lettera è spiegato per chiedere la riapertura in occasione del 7^ centenario della beata: “Ci prepariamo anche a celebrare il settimo centenario della morte della beata Mattia (1319-2019): sarà un tempo di grazia, che attirerà ancora fedeli e pellegrini. Riaprire la chiesa in tempi brevi diventa ancora più necessario perché, insieme con la città di Matelica, siamo pronti a viverlo con lo spirito di accoglienza e di ospitalità caratteristici della nostra tradizione.
Per questo abbiamo pensato di riaprire la nostra chiesa-santuario attraverso un progetto in cui ciascuno di voi ha un posto particolare. Siamo consapevoli infatti che la chiesa e il bene preziosissimo della Beata Mattia, presente attraverso l’Urna che ne custodisce il Corpo, appartengono a tutta la collettività, a ciascuno di voi prima ancora che a noi. Se noi ne siamo da secoli le custodi, sappiamo di esserlo per voi”.