Lima , mercoledì, 5. dicembre, 2018 12:15 (ACI Stampa).
Era il 1967 quando padre Ugo De Censi, salesiano diede inizio all’Operazione Mato Grosso, un movimento educativo missionario, formalmente aconfessionale, ma in realtà molto caratterizzato da missionari. Più ci cinquanta anni dopo, ci sono 84 case attive, 43 missioni nella Sierra, e centinaia solo in Perù, senza contare le missioni Ecuador, Bolivia e Brasile. Ed è questa l’eredità che padre De Censi ha lasciato, morendo a 95 anni domenica 2 dicembre.
È morto a Lima, in Perù, dove ormai risiedeva da anni. Aveva incontrato Papa Francesco durante il viaggio del Papa in Perù lo scorso gennaio. Ed è stato a Lima che, il 4 dicembre, si è tenuto il funerale, mentre messaggi di cordoglio sono arrivati un po’ da tutta la Chiesa peruviana, e in particolare dalla Conferenza Episcopale Peruviana, che ne ha ricordato l’impegno “ai giovani del Chacas”, le iniziative avviate dal sacerdote salesiano nell’Ancash peruviano, il lavoro incessante fatto da parroco della chiesa di San Martino Papa – incarico che ha tenuto praticamente fino all’ultimo – ma anche il contributo dato fondando seminari e oratori salesiani, scuole e cooperative, costruendo chiese, cappelle e anche l’ospedale Mama Ashu.
Molti i giovani che sono stati attratti dall’ideale missionario di padre De Censi. Tra questi, Daniele Badiali, un giovane sacerdote della diocesi di Faenza, di cui è in corso una causa di beatificazione. In fondo, lo stesso padre De Censi comparò il suo lavoro allo “gettare un fiammifero nella benzina”.
Sacerdote valtellinese, padre De Censi comincia a lavorare con ragazzi difficili del riformatorio di Arese, e poi ha l’incarico di seguire gli ortatori salesiani dell’Italia del Nord. A contatto con i giovani, capisce che hanno bisogno di una proposta forte. Devono vedere i poveri, devono poter mettere le mani nell’impegno. La scintilla scatta quando padre Pedro Melesi, missionario nello Stato brasiliano del Mato Grosso, manda a padre De Censi una richiesta di aiuto. “Vienimi a trovare in Brasile”, gli scrive. E lui rilancia la proposta ai suoi ragazzi, al termine del campo estivo 1966 in Val Formazza. “Che ne dite se il prossimo anno andiamo a trovare padre Pedro in Brasile?”
La proposta è subito bene accolta. E così, nel 1967, parte il primo gruppo dell’Operazione Mato Grosso, ispirato tra l’altro dalla Populorum Progressio di San Paolo VI, appena uscita. I ragazzi contribuiscono alla costruzione di una scuola e di un ambulatorio, ma vengono soprattutto coinvolti in un progetto missionario forte, segnato anche da frasi che danno il senso della missione.