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Il Papa ai paraguayani: "Il sì di Maria è un sì al sogno di Dio"

Il Papa arriva al Santuario  |  | Alan Holdren/CNA
Il Papa arriva al Santuario | Alan Holdren/CNA
Fedeli attendono il Papa a Caacupé |  | Alan Holdren CNA
Fedeli attendono il Papa a Caacupé | Alan Holdren CNA
Papa Francesco |  | CTV
Papa Francesco | CTV
Il Santuario di Caacupé |  | Alan Holdren CNA
Il Santuario di Caacupé | Alan Holdren CNA
Papa Francesco all'ospedale pediatrico “Niños de Acosta Ñú”  |  | CTV
Papa Francesco all'ospedale pediatrico “Niños de Acosta Ñú” | CTV
Papa Francesco all'ospedale pediatrico “Niños de Acosta Ñú”  |  | CTV
Papa Francesco all'ospedale pediatrico “Niños de Acosta Ñú” | CTV
Papa Francesco all'ospedale pediatrico “Niños de Acosta Ñú”  |  | CTV
Papa Francesco all'ospedale pediatrico “Niños de Acosta Ñú” | CTV

“Trovarmi qui con voi è sentirmi a casa, ai piedi di nostra Madre la Vergine dei Miracoli di Caacupé. In un santuario noi figli ci incontriamo con nostra Madre e tra noi ricordiamo che siamo fratelli. E’ un luogo di festa, di incontro, di famiglia. Veniamo a presentare le nostre necessità, veniamo a ringraziare, a chiedere perdono e a cominciare di nuovo. Veniamo sempre con la nostra vita, perché qui siamo a casa e la cosa migliore è sapere che c’è qualcuno che ci aspetta”. Così il Papa nell’omelia pronunciata nella Messa celebrata al Santuario di Caacupè.

Siamo qui – ha spiegato Francesco – “perché vogliamo rinnovare le nostre energie per vivere la gioia del Vangelo. Siamo qui come Popolo di Dio, ai piedi di nostra Madre, a darle il nostro amore e la nostra fede”.

Ricordando il sì di Maria, il Pontefice ha ricordato che si è trattato di un sì “al sogno, al progetto, alla volontà di Dio”. Un sì che ”non fu per niente facile da vivere. Per questo la amiamo tanto e troviamo in lei una vera Madre che ci aiuta a tenere vive la fede e la speranza in mezzo a situazioni complicate”.

Francesco ha ricordato le tappe che vedono Maria protagonista con Gesù: la nascita di Gesù, la fuga in Egitto e la morte sulla croce. Davanti a questi episodi “vediamo la sua vita, e ci sentiamo compresi, capiti. Possiamo sederci a pregare e usare un linguaggio comune davanti a una serie di situazioni che viviamo ogni giorno. Ci possiamo identificare in molte situazioni della sua vita. Raccontarle le nostre realtà perché lei le comprende”.

Maria – assicura Papa Bergoglio - “è donna di fede, è la Madre della Chiesa, lei ha creduto. La sua vita è testimonianza che Dio non delude, non abbandona il suo Popolo, anche se ci sono momenti o situazioni in cui sembra che Lui non ci sia. Lei è stata la prima discepola che ha accompagnato il suo Figlio e ha sostenuto la speranza degli apostoli nei momenti difficili”.

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Ma di Maria sappiamo tutto non solo dal Vangelo. Noi qui vediamo che Maria “è la Madre che è stata al nostro fianco in tante situazioni difficili. Questo Santuario custodisce gelosamente la memoria di un popolo che sa che Maria è Madre ed è stata e rimane accanto ai suoi figli”. Maria è stata e rimane con noi sempre ed ovunque, “sempre con una presenza discreta e silenziosa. Nello sguardo di un’effigie, di un’immaginetta o di una medaglia. Sotto il segno di un rosario, sappiamo che non siamo soli”.

La Madonna “ha voluto rimanere in mezzo al suo Popolo, con i suoi figli, con la sua famiglia. Seguendo sempre Gesù, dalla parte della folla. Non ha voluto, da buona madre, abbandonare i suoi, ma al contrario sempre si è fatta trovare là dove il figlio poteva avere bisogno di lei. E questo, solo perché è Madre”.

In definitiva Maria – ha osservato il Papa – “non ha un programma proprio, non viene a dirci nulla di nuovo, soltanto la sua fede accompagna la nostra fede”.

I paraguayani – ha ancora sostenuto Francesco - hanno fatto questa esperienza incarnando le parole del Vangelo. “Voi donne e madri paraguayane, che con gran coraggio e abnegazione, avete saputo rialzare un Paese distrutto, sprofondato, sommerso dalla guerra. Voi avete la memoria, il patrimonio genetico di quelle che hanno ricostruito la vita, la fede, la dignità del vostro Popolo. Come Maria, avete vissuto situazioni molto ma molto difficili, che secondo una logica comune sarebbero contrarie ad ogni fede. Voi, invece, come Maria, spinte e sostenute dal suo esempio, avete continuato a credere, anche sperando contro ogni speranza”.

Il popolo del Paraguay affidandosi a Dio e insieme a Maria “avete trovato ieri e trovate oggi la forza per non lasciare che questa terra finisca nel caos. Dio benedica questa tenacia, Dio benedica e conforti la vostra fede, Dio benedica la donna paraguayana, la più gloriosa d’America”.

Da qui nasce “un appello – ha concluso il Papa – a non perdere la memoria, le radici, le tante testimonianze che avete ricevuto di gente credente e messa a rischio dalle sue lotte. Una fede che si è fatta vita, una vita che si è fatta speranza e una speranza che ci porta a precedere nella carità. Sì, alla maniera di Gesù, precedere nell’amore. Siate voi i portatori di questa fede, di questa vita, di questa speranza. Siate voi i costruttori di questo oggi e domani paraguayano”.

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n precedenza il Papa aveva fatto visita all’Ospedale generale pediatrico “Niños de Acosta Ñú” di Asuncion, dove ha incontrato i piccoli ricoverati. Al termine Francesco ha salutato e benedetto tutti i presenti.