Città del Vaticano , domenica, 2. dicembre, 2018 12:08 (ACI Stampa).
Non solo una attesa ma un un invito “a risvegliare l’attesa del ritorno glorioso di Cristo, preparandoci all’incontro finale con Lui con scelte coerenti e coraggiose”.
Così Papa Francesco definisce l’ Avvento. Nella breve riflessione prima della preghiera domenicale dell’ Angelus il Papa ha ricordato l’atteggiamento del cristiano in questo tempo forte dell’ Anno Liturgico: “Stare svegli e pregare: ecco come vivere questo tempo da oggi fino a Natale. Il sonno interiore nasce dal girare sempre attorno a noi stessi e dal restare bloccati nel chiuso della propria vita coi suoi problemi, le sue gioie e i suoi dolori. Si trova qui la radice del torpore e della pigrizia di cui parla il Vangelo.
L’Avvento ci invita a un impegno di vigilanza guardando fuori da noi stessi, allargando la mente e il cuore per aprirci alle necessità dei fratelli e al desiderio di un mondo nuovo. È il desiderio di tanti popoli martoriati dalla fame, dall’ingiustizia e dalla guerra; è il desiderio dei poveri, dei deboli, degli abbandonati. Questo tempo è opportuno per aprire il nostro cuore, per farci domande concrete su come e per chi spendiamo la nostra vita”. E la preghiera “rivolgendo i nostri pensieri e il nostro cuore a Gesù che sta per venire. Ci si alza quando si attende qualcosa o qualcuno. Noi attendiamo Gesù e lo vogliamo attendere nella preghiera, che è strettamente legata alla vigilanza”.
Dobbiamo attendere Gesù nella preghiera non in un atmosfera di consumismo, dice il Papa.
Il Papa poi mette in guardia i cristiani dalla perdita di identità: “Anche noi cristiani, che pure siamo popolo di Dio, rischiamo di mondanizzarci e di perdere la nostra identità, anzi, di “paganizzare” lo stile cristiano”. Serve la Parola di Dio che annuncia “farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra. E quel germoglio giusto è Gesù che viene e che noi attendiamo."