Città del Vaticano , sabato, 1. dicembre, 2018 12:47 (ACI Stampa).
E’ un ricordo commosso di don Tonino Bello quello del Papa per i partecipanti al pellegrinaggio delle diocesi Diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, e di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, che ricambiano così la vista di aprile scorso di Francesco
“Chi crede in Gesù non può essere triste, ha detto il Papa ricordando gli scritti di don Tonino «il contrario di un popolo cristiano è un popolo triste» e “chi si contrista rimane solo e vede solo problemi; chi invece mette il Signore prima dei problemi ritrova la gioia. Allora smette di piangersi addosso e, anziché contristarsi, incomincia a fare il contrario: consolare”.
Quando si fanno le chiacchiere si rimane tristi, dice il Papa, si hanno alleati e non amici. E la vita fa chiedere: che hai nelle vene sangue o aceto?
E all’inizio del tempo di Avvento il Papa dice: “ È bello attendere la novità di Dio nella vita: non vivere di attese, che poi magari non si realizzano, ma vivere in attesa, cioè desiderare il Signore che sempre porta novità. È importante saperlo attendere. Non si attende Dio con le mani in mano, ma attivi nell’amore”. Il Papa pensa a san Giuseppe cui il Signore ha sempre cambiato i piani. Ed è brutto, dice il Papa, non attendersi più nulla dalla vita. E non si deve cacciare mai via il Signore dalla nostra vita, sottolinea Francesco.
E anche se, come notava don Tonino la vita è piena di paure: “l’Avvento risponde con «il Vangelo dell’antipaura». Perché mentre chi ha paura sta a terra, abbattuto, il Signore con la sua parola risolleva”. E perché “non siamo figli della paura, ma figli di Dio; perché la paura si sconfigge vincendo con Gesù il ripiegamento su sé stessi: andando oltre”.