Roma , sabato, 1. dicembre, 2018 10:00 (ACI Stampa).
Le settimane del periodo di Avvento – che si apre domani – rappresentano una opportunità per “intraprendere un cammino di vita davvero orientato ai poveri, a tutti i poveri, a tutte le forme di povertà che ci circondano”.
E’ quanto auspica il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza Episcopale Italiana alla vigilia di questo tempo di preparazione al natale. Il porporato ci invita a una vita orientata ai poveri e ad ogni forma di povertà partendo dalla domanda “Come guardiamo ai poveri? Li vediamo o distogliamo lo sguardo avvolti nel nostro bozzolo di certezze preconfezionate, di ‘non mi riguarda’?”. Da qui l’invito a seguire l’esempio del samaritano nella parabola raccontata da Gesù: un esempio di persona che “vede e ha compassione.
Si lascia – scrive il card. Bassetti nella sua lettera di apertura del numero di dicembre di “Vita pastorale” - attraversare dal grido dell’umanità ferita. Il Vangelo racconta una sequenza di gesti molto concreti: si china su di lui e fascia le sue ferite versando olio e vino. Se ne fa carico, si prende cura perché sa riconoscere la carne sofferente”.
“Questo tempo di salvezza permea l’esistenza del singolo credente e della Chiesa tutta. Entrambi desiderano affrancarsi dalle pesantezze della vita quotidiana, entrambi anelano a recuperare una serenità di fondo che sembra dissolta dalla diffusa precarietà sociale”, afferma il neo segretario generale della Cei, mons. Stefano Russo nella riflessione che introduce il Sussidio per l’Avvento e il Natale 2018 “Verrà il Signore in tutta la sua gloria: ogni uomo vedrà il Salvatore”, curato dall’ Ufficio Liturgico Nazionale della Chiesa italiana. Il sussidio “aiuta clero e fedeli a prendere coscienza dell’agire liturgico. Siamo chiamati a vivere, in ogni celebrazione, nella duplice dimensione storica e insieme escatologica. Vivere l’Avvento – conclude mons. Russo – è farne emergere la ricchezza nelle molteplici e differenti manifestazioni del quotidiano, tra il già e il non ancora, profondamente radicati nella concretezza del presente umano e totalmente aperti alla presenza di Dio. In quest’ultima esperienza troveremo il nostro futuro”.
In questo tempo saranno molti i vescovi italiani che scriveranno alle proprie comunità presentando propri messaggi, iniziative, sussidi, etc.