Città del Vaticano , sabato, 11. luglio, 2015 12:32 (ACI Stampa).
Meno di dieci minuti per dire che il processo sarà rimandato a data da destinarsi. Józef Wesołowski ex nunzio, ridotto allo stato laicali dopo il processo canonico, arrestato a settembre per reati di pedofilia, non era in aula. Motivi gravi di salute. Ieri sera l’ex nunzio, agli arresti domiciliari nella Comunità dei Penitenzieri, stanza numero 5, primo piano si è sentito male e, dopo un primo intervento al pronto soccorso vaticano, è stato portato in una struttura pubblica italiana e sottoposto a terapia intensiva.
L'aula è quella diventata famosa per il processo a Paolo Gabriele, le misure di sicurezza le stesse. Niente cellulari, niente registratori, solo penne che vengono consegnate dalla gendarmeria.
Evento nell’evento. La stampa internazionale attendeva questo processo come segno della “tolleranza zero” del Papa per pedofilia e abusi sui minori, sarebbe stato il primo processo pubblico in cui la legge del 2013 che inserisce nuove fattispecie di reato nel codice penale vaticano veniva usata per le imputazioni.
Invece questa mattina alle 9.32 l’imputato non c’era. Il Promotore di giustizia, l’avvocato Gian Piero Milano ha comunicato che Wiesolowski era ricoverato e ha consegnato una voluminosa documentazione medica al Presidente del tribunale Giuseppe Dalla Torre che, affiancato da Piero Antonio Bonnet, Paolo Papanti-Pellettier e Venerando Marano ha deciso di rinviare il dibattimento a “data da destinarsi”. Insomma il processo insomma è aperto, ma si attende che possa essere presente l’imputato. Anche perché il suo avvocato d’ufficio Antonello Blasi, ha saputo solo questa mattina del ricovero del suo assistito, ha detto esplicitamente che era disponibile per essere presente al processo.
“Ai sensi dell’art. 471 c.p.p.- ha dichiarato Dalla Torre- il Tribunale ha dovuto sospendere il dibattimento e rinviare a data da destinarsi, dovendosi attendere la cessazione della causa che ha dato luogo al rinvio.”