Città del Vaticano , mercoledì, 28. novembre, 2018 11:00 (ACI Stampa).
“Nulla più del martirio può segnare il modo proprio del cristiano di partecipare alla storia di salvezza dell'umanità” . Francesco risponde con una lettera a Padre Hanna e a Padre Louai, due francescani che lo hanno reso partecipe della loro testimonianza “nell’amata e martoriata” terra siriana.
“Quanta sofferenza, quanta povertà, quanto dolore di Gesù che soffre, che è povero, che è cacciato via dalla sua Patria. È Gesù! Questo è un mistero. È il nostro mistero cristiano. In voi e negli abitanti dell'amata Siria noi vediamo Gesù sofferente”, dice il Pontefice ai due francescani missionari.
La lettera è stata pubblicata integralmente dal sito della Custodia di Terra Santa. I due missionari francescani ogni giorno dedicano la loro vita cercando di portare conforto e serenità ad un popolo davvero martoriato dalla guerra e dalla fame.
“Non poche volte il mare della vita ci riserva la tempesta – scrive ancora il Papa - ma dai marosi esistenziali giunge a noi un segno inatteso di salvezza: Maria la Madre del Signore attonita, in silenzio, guarda il Figlio innocente crocifisso che riempie di senso la vita e la salvezza del popolo”.
Il Papa assicura infine il suo costante ricordo nella Comunione eucaristica “affinché l'indicibile dolore – afferma - si trasfiguri nella divina speranza che l’Apostolo Paolo ci conferma nella Lettera ai Romani 'Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo considerati come pecore da maceIlo. Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a Colui che ci ha amati' ”.