Asunción , sabato, 11. luglio, 2015 1:05 (ACI Stampa).
Ci vuole qualche ora di riposo, nel mezzo di un viaggio lunghissimo, denso di eventi. Così Papa Francesco, dopo gli ultimi incontri in Bolivia, sale sull’aereo per il Paraguay per atterrare intorno alle 15. Il tempo degli onori militari, della benedizione delle targhe commemorative della visita di San Giovanni Paolo II in Paraguay (16-18 maggio 1988), e di un omaggio floreale da parte dei bambini, e poi Papa Francesco si trasferisce alla Nunziatura Apostolica di Asunciòn. Dove finalmente ha un po’ di tempo libero per riposare, radersi e preparare il primo discorso in terra paraguayana, quello alle autorità civili.
È un Paraguay profondamente cambiato dai tempi della visita di Giovanni Paolo II, ma anche profondamente diverso da Ecuador e Bolivia, gli altri due Paesi toccati da Papa Francesco in questo viaggio. Perché il Paraguay è un Paese in crescita economica, ma secondo parametri neoliberisti. Ed è un Paese profondamente secolarizzato. Eppure sono migliaia le persone che letteralmente invadono le strade per vedere il Papa, molti provenienti dalla vicina Argentina. Anche per questo, la visita del Papa ha una enorme importanza.
Così, la cerimonia di ingresso nel Palazzo Presidenziale è curata nei minimi dettagli. Prima il presidente Horacio Cartes Jara riceve Papa Francesco al Portico principale di Palacio de Lopez, quindi i due camminano nel mezzo dei giardini del Palazzo del Governo, circondati da una Guardia d’Onore, Quindi c’è un incontro privato e poi l'incontro con le autorità. Dopo la cerimonia, il Coro “Spirito Santo” di Ciudad del Este e la Orchesra Philomusica di Asuncion interpretano il Salve Regina, il Laudate Dominum, il Domine ad Adjuvandum” e la “Suite arroco Guaranì,” di Domenico Zipoli. Sono le musiche delle reducciones dei gesuiti, oggi monumenti dell'umanità. Lì i gesuiti facevano promozione umana, prima che evangelizzazione. E Zipoli, colui che ha scritto l'ultimo brano, è il gesuita musicista, che divenne missionario nelle reducciones e portò agi indigeni musica e strumenti musicali.
Nel discorso alle autorità, Papa Francesco sottolinea che “non è difficile sentirsi a casa in questa terra così accogliente.” “Il Paraguay – dice - è conosciuto come il cuore dell’America, e non solo per la sua posizione geografica, ma anche per il valore dell’ospitalità e la vicinanza delle sue genti.” Il Papa ricorda che il Paraguay ha vissuto la guerra, anche civile, la dittatura repressiva, ma “sono ammirevoli la tenacia e lo spirito di reazione del popolo paraguayano per superare le tante avversità e continuare gli sforzi per costruire una nazione prospera e pacifica.”
Il giardino che Papa Francesco e il presidente hanno calpestato un tempo - ricorda Francesco - "era solo la riva del fiume e lo usavano i guaranì, fino agli ultimi avvenimenti contemporanei," da lì il Papa vuole rendere omaggio a quelle migliaia di semplici paraguaiani, i cui nomi non compariranno nei libri di storia, ma che sono stati e rimangono veri protagonisti della vita del loro popolo.”