Atene , venerdì, 10. luglio, 2015 16:07 (ACI Stampa).
“Siamo vicini al nostro popolo.” Con una lettera spedita alla Commissione Europea, alla Banca Centrale Europea e al Fondo Monetario internazionale, i vescovi Franghiskos Papamanolis e Nikolaos Printezis, rispettivamente numero 1 e 2 della Conferenza Episcopale greca prendono la parola per chiedere attenzione per il popolo che sta soffrendo, e di giustificare il loro popolo che vuole davvero rimanere nell’Unione Europea.
“Non è compito nostro imputare responsabilità per le circostanze che stiamo vivendo. A noi, come Chiesa, spetta il dovere di stare vicino al popolo che soffre. Ma falliamo nel farlo! Naturalmente, la crisi finanziaria ha colpito anche la Chiesa cattolica.”
I vescovi greci si uniscono alle parole di Papa Francesco, che lo scorso 1 luglio ha voluto esprimere – attraverso la Sala Stampa vaticana – vicinanza alle molte famiglie greche colpite dalla crisi, e ha chiesto che la dignità della persona umana resti il centro di ogni dibattito politico e tecnico. Ma si dicono d’accordo anche con i vescovi francesi, che lo scorso 7 luglio hanno sottolineato che “ogni nazione è legata a rispettare la necessità di un management preciso e responsabile, ma deve anche essere chiaro verso i suoi cittadini, specialmente i più deboli e i più poveri,” notando però come anche l’Unione Europea deve poter offrire supporto ad ogni nazione.
Per questo, i vescovi greci chiedono “alle istituzioni dell’Unione Europea e al Fondo Monetario Internazionale di continuare a mostrare comprensione, e con azioni concrete, a stare più vicini a un popolo che ha dato tanto all’Europa, ma che ora vive sotto condizioni che non onorano né la nostra nazione, né l’Unione Europea.”
Chiedono ai vertici europei che mostrino “responsabilità e vera solidarietà,” i due pilastri della democrazia sui quali “è fondato il presente e il futuro dell’Unione Europea.”