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La Chiesa Apostolica Armena ha un suo rappresentante a Roma

Arcivescovo Khajag Barsamian | Un ritratto dell'arcivescovo Khajag Barsamian, rappresentante della Chiesa Apostolica Armena presso la Santa Sede | Armenian Church Arcivescovo Khajag Barsamian | Un ritratto dell'arcivescovo Khajag Barsamian, rappresentante della Chiesa Apostolica Armena presso la Santa Sede | Armenian Church

La nomina dell’arcivescovo Khajag Barsamian a rappresentante della Chiesa Apostolica Armena presso la Santa Sede e legato della Chiesa armena nell’Europa Occidentale ha il compito di rafforzare i rapporti di amicizia tra Santa Sede e Catholicossato.

L’arcivescovo Barsamian, 67 anni, è stato dal 1990 al 2018 Primate della Diocesi della Chiesa Armena negli Stati Uniti, ed è una personalità conosciuta come abile a intessere rapporti di amicizia con le altre confessioni cristiane. È arrivato a Roma da qualche settimana, ha accompagnato il Catholicos Karekin II nella sua seconda visita a Papa Francesco in questo anno dopo quella che ha avuto luogo durante la “giornata armena” del 5 aprile 2018, e ha cominciato una serie di relazioni allo scopo di migliorare i ponti di dialogo.

Come la Comunione Anglicana, anche la Chiesa Apostolica Armena si dota così di un rappresentante stabile presso la Santa Sede. Si tratta di un segnale molto forte per un legame che è diventato sempre più stretto.

Un percorso di dialogo che era cominciato con San Giovanni Paolo II, che già nel 1996 aveva firmato con il Catholicos Karekin II una dichiarazione comune in cui venivano affermate le comuni origini della Chiesa Apostolica Armena e della Chiesa Cattolica.

Impossibilitata a partecipare al Concilio di Calcedonia del 451, infatti, la Chiesa Apostolica Armena non ne accettò le conclusioni, e poi rimase isolata dal resto del mondo per anni, oggetto di varie dominazioni, ma anche chiusa in se stessa. Ha mantenuto una identità forte, basata sul culto del libro e sull’alfabeto inventato da Mashtoz, e ha subito anche l’accusa di monofisitismo, cioè di non credere nella doppia natura di Gesù Cristo vero uomo e vero Dio.

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Attribuzione che la Chiesa Apostolica Armena non ha mai accettato, mentre ha sempre sottolineato di aderire alla posizione di San Cirillo di Alessandria (370-444) su “l’unica natura incarnata di Dio verbo”.

Dalla dichiarazione di San Giovanni Paolo II e Karekin II nel 1996 ci sono state altre dichiarazioni comuni e di fede cristologica, che hanno superato le incomprensioni teologiche, le difficoltà linguistiche, le diversità culturali e le reciproche differenze.

San Giovanni Paolo II viaggiò in Armenia nel 2001, e così ha fatto Papa Francesco nel 2016, dopo aver superato una crisi diplomatica che aveva avuto luogo con la Turchia per aver menzionato la parola genocidio nella Santa Messa per i fedeli di Rito Armeno del 12 aprile 2015.

Da lì, il dialogo è stato in discesa, e il sempre più stretto legame tra Chiesa Apostolica Armna e Chiesa Cattolica è stato reso simbolicamente visibile dalla “mattinata ecumenica” dedicata all’Armenia lo scorso 5 aprile, avvenuti prima che il Papa si recasse nel giardino tra il governatorato e la caserma della Gendarmeria a inaugurare la Statua di San Gregorio di Narek donata dalla presidenza della Repubblica di Armenia. Un segno che, come fu detto nella dichiarazione congiunta di Papa Francesco e il Catholicos Karekin II durante il viaggio di Papa Francesco in Armenia, “sono più le cose che uniscono che quelle che dividono”.

Quindi, il secondo incontro tra Papa Francesco e Karekin II, del 24 ottobre 2018, ha contribuito a continuare il dialogo, che verte soprattutto sul sostegno ai cristiani del Medio Oriente e sull’educazione comune.

Su questi temi di dialogo sta lavorando ora l’arcivescovo Barsamian, che punta anche ad avere un programma di scambio tra giovani seminaristi cattolici e seminaristi della Chiesa Apostolica Armena, per favorire l’incontro tra le due Chiese.

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Nato ad Arpkir, in Turchia, nel 1951, ha cominciato a 13 anni gli studi al seminario armeno della Santa Croce di Istanbul, e quindi ha studiato a Gerusalemme dal 1967 al 1971. Ha poi completato gli studi a New York e Minneapolis, alla Università Gregoriana a Roma e all’Istituto Orientale di Oxford.

Ha servito come pastore della comunità apostolica armena ad Istanbul, a Jaffa, Haifa, Bamieh e quindi negli Stati Uniti, dove per 28 anni è stato primate della diocesi della Chiesa Armena di America.

Tra le sue attività, quella di presidente del Fondo per l’Aiuto agli Armeni, che ha il compito di aiutare lo sviluppo di Armenia e portare assistenza umanitaria ai suoi cittadini. Il fondo ha donato ad oggi 315 milioni di dollari per progetti di sviluppo, in campo medico, agricolo, educativo e in varie altre aree.

Ora, con questo nuovo incarico, è chiamato a fare da liason tra la Santa Sede ed Etchmiadzin, ma anche a lavorare per le comunità armene dell’Europa occidentale. In Italia, c’è una sola parrocchia apostolica armena, ed è stata costruita a Milano nel 1958. I fedeli della Chiesa apostolica armena in Italia sono 7 mila. In tutto il mondo, ci sono 815 sacerdoti della Chiesa apostolica armena.