Città del Vaticano , venerdì, 16. novembre, 2018 14:00 (ACI Stampa).
La nomina dell’arcivescovo Khajag Barsamian a rappresentante della Chiesa Apostolica Armena presso la Santa Sede e legato della Chiesa armena nell’Europa Occidentale ha il compito di rafforzare i rapporti di amicizia tra Santa Sede e Catholicossato.
L’arcivescovo Barsamian, 67 anni, è stato dal 1990 al 2018 Primate della Diocesi della Chiesa Armena negli Stati Uniti, ed è una personalità conosciuta come abile a intessere rapporti di amicizia con le altre confessioni cristiane. È arrivato a Roma da qualche settimana, ha accompagnato il Catholicos Karekin II nella sua seconda visita a Papa Francesco in questo anno dopo quella che ha avuto luogo durante la “giornata armena” del 5 aprile 2018, e ha cominciato una serie di relazioni allo scopo di migliorare i ponti di dialogo.
Come la Comunione Anglicana, anche la Chiesa Apostolica Armena si dota così di un rappresentante stabile presso la Santa Sede. Si tratta di un segnale molto forte per un legame che è diventato sempre più stretto.
Un percorso di dialogo che era cominciato con San Giovanni Paolo II, che già nel 1996 aveva firmato con il Catholicos Karekin II una dichiarazione comune in cui venivano affermate le comuni origini della Chiesa Apostolica Armena e della Chiesa Cattolica.
Impossibilitata a partecipare al Concilio di Calcedonia del 451, infatti, la Chiesa Apostolica Armena non ne accettò le conclusioni, e poi rimase isolata dal resto del mondo per anni, oggetto di varie dominazioni, ma anche chiusa in se stessa. Ha mantenuto una identità forte, basata sul culto del libro e sull’alfabeto inventato da Mashtoz, e ha subito anche l’accusa di monofisitismo, cioè di non credere nella doppia natura di Gesù Cristo vero uomo e vero Dio.