“Richiederà probabilmente qualche anno” il passaggio a procedure contabili secondo gli Standard IPSAS (International Public Sectors Accounting Standards). Al di là del dato tecnico, le cifre del bilancio consolidato di Santa Sede e Stato di Città del Vaticano pubblicato il 16 luglio 2015 e riferentisi all’anno 2014, raccontano di un mondo economico vaticano in transizione, ma che comunque continua a mantenere i suoi standard di entrate e uscite. Con passivi in linea con quelli dello scorso anno ed attivi che seguono la tendenza consueta.
La Laudato Sì “entra direttamente nel merito della vita quotidiana delle persone, che non permette di assumere scusanti né attenuanti per il mancato rispetto nei confronti della natura e che impone un serio esame di coscienza per ripensare lo stile di vita necessario per guardare al futuro con speranza”. Così il Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, l’Arcivescovo Rino Fisichella
Papa Benedetto è ritornato in Vaticano e ha salutato la città di Castelgandolfo che lo ringrazia con un un abbraccio di affetto. Il Papa ha inviato una lettera di ringraziamento ed un libro in dono al sindaco Milvia Monachesi.
Dai movimenti popolari ai quali il Papa vuole portare la dottrina sociale della Chiesa cattolica, alla croce sulla falce e martello della teologia della liberazione di cui il Papa ripercorre la storia senza dare giudizi. La conferenza stampa di Papa Francesco sull’ aereo che lo ha riportato a Roma alle 13.40 è durata poco più di un’ora, quattordici domande tra cui la situazione greca, la politica latino americana e i nuovi rapporti da Usa e Cuba, e come sempre qualche battuta. Quella che segue è una trascrizione di lavoro del gruppo di giornalisti sul volo papale. Dopo la consueta introduzione di Padre Lombardi e il saluto del Papa, la prima domanda viene da un giornalista del Paraguay. La conferenza è durata un’ora.
Papa Francesco è atterrato a Ciapino alle 13.40 di rientro dal viaggio in America Latina e si subito recato a Santa Maria Maggiore per il consueto omaggio alla Madonna. Parecchi fedeli lo attendevano.
“Signore Gesù, dammi un cuore libero. Che non sia schiavo di tutti gli inganni del mondo. Che non sia schiavo delle comodità, degli inganni. Che non sia schiavo di una bella vita. Che non sia schiavo dei vizi. Che non sia schiavo di una falsa libertà che è fare quello che mi piace in ogni momento.”
L’immagine chiave scelta da Papa Francesco per la sua omelia ai Vespri è quella della cattedrale di Asunciòn, e del suo campanile. Intitolata a Nostra Signora dell’Assunzione, la Cattedrale sorge nel cenntro della città, nella piazza triangolare del Parques Central. Fu costruita nel XVI secolo, dal 1539 in poi è stata ristrutturata e trasformata varie volte, poi ha assunto la forma attuale nel 1845.
C’era molta curiosità di vedere come sarebbero stati chiamati i testimoni a deporre, e in quale modo si sarebbe proceduto. Ma si dovrà ancora aspettare: Jozef Wesolowski, l’ex nunzio della Repubblica Dominicana accusato di aver adescato e abusato di ragazzini e per questo ridotto allo Stato laicale con giudizio canonico, non ha potuto essere presente in aula per il primo processo penale vaticano per il crimine di pedofilia. Un malore improvviso lo ha costretto in terapia intensiva. Il processo è aperto, ma il dibattimento è rinviato.
Meno di dieci minuti per dire che il processo sarà rimandato a data da destinarsi. Joseph Wiesolowski ex nunzio, ridotto allo stato laicali dopo il processo canonico, arrestato a settembre per reati di pedofilia, non era in aula. Motivi gravi di salute. Ieri sera l’ex nunzio, agli arresti domiciliari nella Comunità dei Penitenzieri, stanza numero 5, primo piano si è sentito male e, dopo un primo intervento al pronto soccorso vaticano, è stato portato in una struttura pubblica italiana e sottoposto a terapia intensiva.
Ci vuole qualche ora di riposo, nel mezzo di un viaggio lunghissimo, denso di eventi. Così Papa Francesco, dopo gli ultimi incontri in Bolivia, sale sull’aereo per il Paraguay per atterrare intorno alle 15. Il tempo degli onori militari, della benedizione delle targhe commemorative della visita di San Giovanni Paolo II in Paraguay (16-18 maggio 1988), e di un omaggio floreale da parte dei bambini, e poi Papa Francesco si trasferisce alla Nunziatura Apostolica di Asunciòn. Dove finalmente ha un po’ di tempo libero per riposare, radersi e preparare il primo discorso in terra paraguayana, quello alle autorità civili.
Dalla Bolivia al Paraguay. La giornata del Papa che inizierà quando a Roma saranno le 15.30 inizia dalla vista ad un carcere. é il Centro di rieducazione Santa Cruz, una delle realtà penitenziarie dell'America Latina tra le più dure e dolorose della regione, ma al tempo stesso è anche una realtà dove si praticano con buon successo "modalità" promettenti di convivenza tra reclusi e famiglie. Nei giorni scorsi la Radio Vaticana ha intervistato un detenuto italiano che sconta la sua pena. “Questo è un regime aperto- spiega- non è un carcere come quelli italiani, in cui si sta chiusi. Hai un certo tipo di libertà, puoi scegliere di lavorare, di fare qualcosa, di studiare...Sì, c’è sovrappopolazione perché mi pare che adesso ci siano più di 4 mila detenuti. Però, con queste pratiche dell’indulto si sta creando più spazio. Molta gente con l’indulto sta uscendo.”
La logica che “pretende di trasformare in oggetto di scambio, di consumo, tutto negoziabile” si fa “facilmente strada in un cuore disperato,” ma Gesù, che moltiplica pani e pesci per dar da mangiare a quanti lo hanno ascoltato, non scarta nessuno, ma anzi include tutti nel pasto. Papa Francesco parte dalla parabola dei pani e dei pesci, per la sua Messa nella Piazza del Cristo Redentore di Santa Cruz de La Sierra.
Gratuità e memoria: Papa Francesco consegna questi due mandati a sacerdoti, religiosi e religiose dell’Ecuador che incontra nel Santuario della Virgen del Quinche, in quello che è il suo commiato dall’Ecuador. Gratuità e memoria, corroborate da quella specialità del popolo ecuadoregno, che è il fatto di “essere stato consacrato al Sacro Cuore di Gesù.”
Ha ricevuto le chiavi della città, ha parlato all’università, e dopo si è recato a incontrare i membri della società civile dell’Ecuador. E a loro Papa Francesco ha chiesto di vivere come una famiglia. in una società in cui la divisione tra poveri e ricchi si fa ancora sentire, in cui il presidente Rafael Correa ha portato stabilità politica, ma anche autoritarismo, in cui l’unico collante sociale è stata la Chiesa cattolica, soprattutto i salesiani diffusi in ogni angolo del Paese, Papa Francesco ha sottolineato che “la nostra società vince quando ogni persona, ogni gruppo sociale, si sente veramente a casa.”
Il Papa ha conquistato Guayaquil e oggi ci sarà il primo grande incontro con la gente di Quito nella messa al Parco del Bicentenario. Una celebrazione caratterizzata dalla musica e dalle lingue inca.
Di nuovo a Quito, come se fosse appena arrivato. Ha appena lambito la capitale dell’Ecuador, il tempo di scambiare i discorsi con il presidente Rafael Correa e di una improvvisata sortita fuori dalla nunziatura apostolica dove risiede. Poi il viaggio a Guayaquil, dove è stato più volte da gesuita, dove il presidente ecuadoregno è nato, e dove c’è un santuario della Divina Misericordia che è tra i frequentati del Latino America. E quindi di ritorno nella capitale ecuadoregna, per proseguire con il calendario fitto di incontri.
"Come sempre in passato alla vigilia della partenza, il Santo Padre si è recato anche questa sera intorno alle 19 a Santa Maria Maggiore per raccomandare alla Vergine il suo imminente viaggio apostolico nell’America Latina. Ha deposto davanti all’immagine della madonna un mazzo di fiori composto di fiori dei colori delle bandiere dei tre paesi visitati. Si è trattenuto in preghiera per circa 20 minuti." E' la dichiarazione rilasciata da Padre Federico Lomabardi direttore della Sala Stampa della Santa Sede che da domattina sarà al fianco del Papa.
Nel suo articolato discorso di ringraziamento per il conferimento del dottorato honoris causa da parte della Pontificia Università Giovanni Paolo II e dell’Accademia di Musica di Cracovia, il Papa Emerito Benedetto XVI si è soffermato su tre parole chiave: musica, liturgia e Concilio Vaticano II.
“Senza di lui il mio cammino spirituale e teologico non è neanche immaginabile.” E’ Papa Benedetto che parla di San Giovanni Paolo II. Joseph Ratzinger, forse il più grande teologo vivente, parla del santo che ha cambiato la sua vita. Benedetto XVI, oggi Papa emerito, rompe la sua vita di riservo scelta da febbraio 2013 e lo fa in omaggio al santo che lui ha sempre chiamato semplicemente: il Papa.
Una vera corrente di grazia con una lunga storia che deve scorrere dentro la Chiesa. Papa Francesco è intervenuto al raduno dei gruppi carismatici cristiani sia cattolici che di altre confessioni e con il suo stile ha voluto ripercorrere la storia di quello che ha definito non un “movimento”, ma appunto una corrente di grazia.