“Una lettera privata deve rimanere tale. Tra i Padri Sinodali c’è unanimità sulla grandissima maggioranza dei temi, ci sono delle differenze sulla Comunione (ai divorziati risposati ndr): una minoranza vuol cambiare la regola. La lista dei firmatari è sbagliata e anche il contenuto non è quello. Non so precisamente cosa abbiano fatto, forse hanno attribuito firme errate ad un testo sbagliato. Io non sono un capo di nessuna cordata, sono solo un messaggero”. Così il Cardinale George Pell.
"Non ho avuto questo documento, non sono in grado di dire se corrisponde a una realtà a no; se è indirizzato al Papa, il Papa ce lo deve dire. Io non l’ho pubblicato”. Così Padre Federico Lombardi, Direttore della Sala Stampa Vaticana, interviene sulla lettera di 13 cardinali indirizzata a Papa Francesco contenente alcuni distinguo sul metodo di lavoro del Sinodo dei Vescovi.
“La Chiesa, tuttavia, nell’insegnamento circa l’ammissione dei divorziati risposati civilmente alla Santa Comunione non può piegarsi alla volontà dell’uomo, ma alla volontà di Cristo. (cf. Paolo VI, Discorso alla Rota Romana, 28.01.1978; Giovanni Paolo II, Discorso alla Rota Romana, 23.01.1992;29.01.1993; 22.01.1996). Pertanto, la Chiesa non può lasciarsi condizionare né da sentimenti di falsa compassione per le persone, né da falsi modelli di pensiero, anche se diffusi nell’ambiente.” Lo ha detto il presidente della Conferenza episcopale polacca Stanisław Gądecki arcivescovo Poznań nel suo intervento al Sinodo il 10 ottobre scorso.
“Mentre noi vescovi siamo qui come pastori, siamo qui anche come discepoli”. E’ l’incipit dell’intervento pronunciato dal Cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York, durante i lavori delle Congregazioni generali della XIV Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.
Sinodo dei vescovi, riprendono i circoli minori. I prelati, divisi in 13 gruppi linguistici, hanno cominciato a discutere della seconda parte dell’Instrumentum Laboris. Ma è la terza che suscita le maggiori discussioni, e così le congregazioni generali l’hanno già cominciata a discutere lo scorso sabato. Nel pomeriggio, ci sono stati 43 interventi sul tema, spiega padre Federico Lombardi nel briefing con i giornalisti. E chiarifica che ci sarà una ‘relatio finalis’ del Sinodo. Ma che sarà solo il Papa a decidere se renderla pubblica, se farne un documento più comprensivo dopo il Sinodo, o se renderla pubblica qualche giorno dopo il Sinodo
"L’avvenire della famiglia, nostra missione". E' il titolo di un documento di un'ottantina di pagina che la Conferenza Episcopale d'Africa e del Madagascar ha portato come contributo alla XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi
La proposta di un pre-sinodo da celebrare in ogni continente prima del sinodo di tutti i vescovi ha caratterizzato i lavori della Quinta e Sesta Congregazione generale del Sinodo dei vescovi. I padri sinodali chiuderanno la giornata con una ora di discussione libera, per poi riunirsi nei circoli minori nel corso della prossima settimana.
"Nelle congregazioni generali di ieri pomeriggio e di stamane si sono tenuti 75 interventi di Padri Sinodali". Lo ha annunciato Padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa Vaticana, nel corso del briefing quotidiano sulla XIV Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.
Wilfried Fox Napier, Cardinale, arcivescovo di Durban, è uno dei prelati più in vista dalla pattuglia africana al Sinodo dei vescovi. Al Sinodo del 2014, fu inserito nella Commissione per l’Elaborazione della Relatio Finalis, e si era distinto per una forte presa di posizione contro la “colonizzazione ideologica” di cui era vittima l’Africa.
Per tutta la durata del Sinodo il cardinale Angelo Scola invia una serie di riflessioni alla sua diocesi di Milano. Ecco la prima. L’Assemblea sinodale non è un luogo di decisione, ma un ambito di condivisione, di comunione tra vescovi delle Chiese del mondo intero a cui il Papa domanda consiglio su temi particolarmente urgenti per la vita della Chiesa. In questo senso non bisogna aspettarsi dal Sinodo «decisioni», queste semmai le prenderà il Papa, ma piuttosto un rinnovato slancio missionario.
Diversità che arricchisce e lettura dei segni dei tempi. Il Circolo Germanicus è sicuramente quello cui molti guardano con attenzione. Lavorano insieme i cardinali Marx, Kasper, Müller, e l’esperto padre gesuita Sievernich che ha lavorato con il Papa nel periodo in cui Bergoglio era in Germania a studiare Romano Guardini.
Giornata di chiusura della prima parte del Sinodo e inizio della seconda fase. Nell’ Aula del Sinodo si sono svolte due congregazione generali alla presenza del Papa e sono state lette le relazioni dei tredici circoli minori dedicate al dibattito sulla prima parte dello Strumento di lavoro, l’ascolto delle sfide sulla famiglia. Un tema che alcuni padri hanno definito troppo “sociologico” e che dato l’opportunità ai Padri di conoscersi meglio. Molti di loro infatti sono alla prima esperienza sinodale.
Evidenziare la bellezza della vita umana aperta all'amore, dare maggiore importanza al ruolo dei nonni, sottolineare che l’essenza integrale della famiglia è un tesoro. Sono i punti cardine evidenziati dal lavoro del Circolo minore Hibericus A, coordinato dal Cardinale honduregno Oscar Maradiaga e messi nero su bianco dal relatore , il Cardinale Josè Luiz Lacunza Maestrojuan.
Due cose emergono chiaramente dalle relazioni dei tre circoli francofoni: lo strumento di lavoro ha un taglio troppo “europeo” e molte delle questioni che affliggono le comunità africane rimangono sullo sfondo, e la teoria del gender di grave carattere ideologico che è diffusa e a volte imposta da alcune organizzazioni internazionali.
C’è un dato comune nelle relazioni finali sulla prima parte dei quattro circoli minori anglofoni: nessuno è pienamente soddisfatto dell’Instrumentum Laboris. C’è chi chiede una descrizione “meno negativa” della situazione corrente della famiglia, come il Circolo Anglicus A; anche il Circolo Anglicus B sottolinea che “l’analisi delle difficoltà affrontate dalla famiglia è troppo negativa;” più positivo il Circolo Anglicus C, che pure sottolinea le difficoltà nell’analizzare il documento, tanto che “a volte il nostro lavoro è sembrato più confuso che metodico;” mentre il Circolo Anglicus D, dopo una analisi parecchio critica, conclude con forza: “I membri del Circolo sentono che Papa Francesco e il popolo della Chiesa hanno bisogno di un testo migliore, in cui le idee non sono perse nella confusione.”
Ci sono state espressioni di diverse sensibilità rispetto alla metodologia dell’Instrumentum Laboris, tuttavia questo “ostacolo è stato ugualmente superato dalla volontà, ben presto resa esplicita, di sforzarsi per offrire il più possibile una testimonianza di unità sui contenuti”. E’ quanto si legge nella relatio del circolo minore Italicus A redatta dal P. Manuel Jesus Arroba Conde e moderato dal Cardinale Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento.
La seconda fase del Sinodo è cominciata questa mattina, dopo che le relazioni dei Circoli Minori sulla prima parte dell’Instrumentum Laboris sono state consegnate a Papa Francesco. Ora, si è cominciato a discutere sulla seconda parte. C’è ancora un po’ di confusione nella metodologia (il Cardinal Luis Antonio Tagle dice che “è bene ogni tanto essere confusi) e non ci sarà esortazione post-sinodale. Ma quello su cui tutti sembrano d’accordo, almeno a sentire l’arcivescovo Joseph Kurtz di Louisville, è che si deve cercare un nuovo linguaggio per proclamare il Vangelo.
Papa Francesco ha aperto stamane i lavori della quarta Congregazione generale della XIV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi dedicando un appello ed una preghiera alla grave situazione che sta attanagliando il Medio Oriente.
Il Sinodo entra nel vivo con i lavori dei Circoli Minori. La discussione dei Padri sulla famiglia prosegue, anche se in alcuni interventi il discorso si allarga ad altri argomenti. A ribadirlo stamane incontrando i giornalisti sono stati il Cardinale Menichelli, Arcivescovo di Ancona-Osimo, e Mons. Palmer-Buckle, Arcivescovo di Accra.
Saranno presentate domani le relazioni dei 13 circoli minori, che in questi primi tre giorni di lavori hanno analizzato punto per punto la prima parte dell’ Instrumentum Laboris. Lo annuncia padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, nel briefing quotidiano sui lavori del Sinodo.