Un pellegrinaggio che “è il segno della piena partecipazione della Comunità dell’Emmanuele alla comunione di tutta la Chiesa cattolica” e l’occasione “di ringraziarvi per la vostra fedeltà e il vostro attaccamento al Successore di Pietro, per dirvi l’apprezzamento con cui guardo al vostro impegno missionario presente ormai in tutti i continenti, e per incoraggiarvi alla perseveranza nel futuro”.
“E’ bene suscitare un’arte di vivere insieme in semplicità, benevolenza, fraternità, come pure educare alla cultura del rispetto e dell’incontro, l’unica capace di costruire un futuro all’altezza dell’ideale dell’uomo”.
San Gregorio di Narek è un “ponte tra due mondi”, un simbolo dell’ecumenismo del sangue sperimentato dal popolo armeno, e la testimonianza che “nonostante tutto, gli armeni ci sono”. Mikayel Minassyan, ambasciatore di Armenia presso la Santa Sede, spiega così il senso della statua di San Gregorio di Narek inaugurata il 5 aprile nei Giardini Vaticani.
“Il mio grande timore è che i nostri giovani perdano le radici” Papa Francesco lo scrive nel videomessaggio inviato al claretiano Carlos Martínez Oliveras, direttore dell’Istituto teologico di vita religiosa di Madrid, e agli oltre settecento partecipanti alla quarantasettesima settimana nazionale per gli istituti di vita consacrata, che si apre oggi.
Prima, il presidente di Armenia, Serzh Sargsyan. Quindi, il Catholicos di tutti gli Armeni, Karekin II. E infine, il Catholicos di Cilicia, Aram I. Tre incontri ufficiali, per Papa Francesco, prima di recarsi nel giardino tra il governatorato e la caserma della Gendarmeria e inaugurare la Statua di San Gregorio di Narek donata dalla presidenza della Repubblica di Armenia.
La statua in versione da studio era già stata regalata dal Presidente armeno al Papa durante il suo viaggio a giugno del 2016, oggi la sua gemella più grande è arrivata nei Giardini Vaticani
Sarà pubblicata lunedì prossimo la nuova dell’Esortazione Apostolica di Papa Francesco “Gaudete et Exsultate”, sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo.
"E’ la mia sincera speranza che possa essere fatto tutto il necessario per continuare ad accompagnare con compassione il piccolo Alfie Evans e che la profonda sofferenza dei suoi genitori possa essere ascoltata. Prego per Alfie, per la sua famiglia e per tutte le persone coinvolte". Così su Twitter Papa Francesco è intervenuto nella vicenda del piccolo Alfie, il bimbo inglese ricoverato a Liverpool per una malattia cerebrale ignota.
Tutto pronto per il secondo Incontro con i Missionari della Misericordia con Papa Francesco che si svolgerà dall’8 all’11 aprile, a cura del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.
E siamo arrivati ai Riti di Conclusione. Nell’Udienza Generale odierna in Piazza San Pietro, Papa Francesco conclude il ciclo di catechesi sulla Santa Messa incentrando la meditazione sui Riti di conclusione. Ma prima di iniziare la catechesi, Papa Francesco invia un augurio speciale a Papa Benedetto: " Facciamo gli auguri di Buona Pasqua a Papa Benedetto che ci sta guardando alla tv". Francesco chiede ai fedeli presenti di condividere con un applauso questo suo augurio.
Dopo il “passo indietro” di monsignor Dario Edoardo Viganò come Prefetto della Segreteria della Comunicazione e la scelta del Papa di dargli l’inedito ruolo di assessore, mentre il segretario monsignor Lucio Ruiz gestisce gli incarichi di prefetto, che cosa succederà nel difficile settore mediatico del Vaticano?
In occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’ Autismo il Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, il cardinale Peter K. A. Turkson, ha pubblicato un messaggio che prende spunto dalla gioia della resurrezione e ricorda che “la prevalenza mondiale del numero delle persone con disturbi dello spettro autistico è aumentata negli ultimi 50 anni”.
“Il primo annuncio richiedeva un’intelligenza superiore a quella umana”. Papa Francesco spiega così il vangelo di oggi prima della recita del Regina coeli che nel tempo di Pasqua sostitusce l' Angelus, che ricorda l’annuncio della resurrezione fatto dall’angelo alle donne.
E’ il primo dei cardinali fin qui creati da Papa Francesco - esclusi i porporati già ultraottantenni al momento del concistoro - a compiere 80 anni ed ad uscire così dal circolo degli elettori in un futuro conclave: è Pierre Nguyên Văn Nhon, Arcivescovo di Hà Nôi in Vietnam.
È in Cristo Risorto che si trova la vera speranza nel mondo, in quel chicco di grano “seminato da Dio nei solchi della terra”, morto “ucciso dal peccato del mondo”, ma risorto al terzo giorno. Ed è a quella speranza che Papa Francesco si rivolge nell’Urbi et Orbi del giorno di Pasqua, con la consueta panoramica delle situazioni di crisi nel mondo, ma con lo sguardo fisso sulla speranza del Signore.
È la “sorpresa dell’annuncio di Dio” che ci porta ad avere fretta, a correre per contemplarlo il centro dell’omelia di Papa Francesco nella Messa di Pasqua. Con una domanda finale: “Io che?” Cosa si è chiamati a fare, insomma, dopo l’annuncio della Resurrezione.
Dal discepolo ammutolito allo stupore della Resurrezione. Dal freddo delle notte al calore della chiesa illuminata dal fuoco benedetto durante la veglia, mentre otto neofiti, provenienti da Albania, Italia, Nigeria, Perù e USA, aspettano di essere accolti con il Battesimo nella comunità cristiana. Papa Francesco celebra così il passaggio dalla morte alla vita nella notte di Pasqua, chiudendo con l’appello a partecipare all’annuncio di Pasqua. Concretamente.
Le meditazioni di alcuni giovani studenti di un liceo classico romano, il Pilo Albertelli, fanno da filo conduttore nella Via Crucis del Venerdì Santo che Papa Francesco presiede- come ogni anno dal 1970 - al Colosseo. Sono quindici i ragazzi, adolescenti come tanti con la passione per la musica o per lo sport, che con l’aiuto del Professore di religione Andrea Monda, hanno realizzato le 14 stazioni della via Crucis trasmessa in mondovisione. Papa Francesco, nell’orazione finale, pronuncia principalmente tre parole: vergogna, pentimento e speranza.
Papa Francesco ha presieduto in San Pietro la celebrazione della Passione del Signore in occasione del Venerdì Santo. Al termine della lettura del Vangelo il Predicatore della Casa Pontificia, Padre Raniero Cantalamessa, ha tenuto l’omelia.
Il luogo della celebrazione è sempre quello.