Ci sarà anche un messaggio per i giovani al termine del Sinodo dei vescovi 2018, oltre al documento finale che sarà discusso durante la prossima settimana: lo annuncia Paolo Ruffini, prefetto della Segreteria per la Comunicazione, nel briefing quotidiano che spiega l’andamento dei lavori.
Una crisi di fede: l’arcivescovo Charles J. Chaput, di Philadelphia, la ha messa in luce alla vigilia del Sinodo. Ma non è un concetto nuovo per lui. Da sempre, l’arcivescovo ha sottolineato che il nodo cruciale non sta tanto nell’analizzare i problemi della Chiesa da un punto di vista secolare, ma nel fatto che la fede resta disincarnata. Temi cruciali al Sinodo di oggi.
L’appello per la pace, all’inizio e alla fine della Messa, e una omelia tutta quanta centrata sulle scritture, scelte con cura per mostrare che “la pace si costruisce con le scelte di ogni giorno, con un impegno serio a servizio della giustizia e della solidarietà”. Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, celebra una Messa per la pace nella Penisola Coreana nella Basilica di San Pietro.
Erano 254 questa mattina i padri sinodali presenti. Mancava il Papa impegnato nell’udienza generale e 27 sono stati gli interventi sulla terza parte dello Strumento di lavoro del Sinodo.
Durante la sua recente visita nelle Repubbliche baltiche, il 23 settembre scorso Papa Francesco ha incontrato in forma privata a Vilnius, in Lituania, un gruppo di 28 gesuiti dai vari stati Baltici. Nella quaderno 4040 della rivista in uscita sabato 20 ottobre il resoconto e la trascrizione del colloquio.
In queste ultime congregazioni generali “si è parlato anche della pastorale digitale, di come la Chiesa possa trovarsi nel mondo social: un luogo virtuale e reale dove i giovani sono presenti”. Lo ha detto il Prefetto del Dicastero per la Comunicazione Paolo Ruffini, nel corso del consueto briefing sulla XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.
Un dialogo lungo e intenso quello tra i Seminaristi lombardi e Papa Francesco, avvenuto in Vaticano, lo scorso sabato. Otto domande alle quali il Pontefice ha risposto con attenzione e spontaneità, indicando nella vicinanza il segreto per essere sacerdoti del popolo.
La fede cattolica? È come un gigantesco puzzle, uno di quei puzzle grandissimi di almeno un migliaio di pezzi, e si devono mettere insieme tuti per comprendere davvero come è fatto il puzzle. Lo ha detto il vescovo Thomas Dowd nel suo intervento al Sinodo dei vescovi del 15 ottobre.
Continuano le catechesi di Papa Francesco sui comandamenti. Durante l’Udienza Generale odierna in Piazza San Pietro, il Pontefice incentra la sua meditazione sul comandamento “Non uccidere”, questa volta “secondo Gesù”. “Non amare è il primo passo per uccidere; e non uccidere è il primo passo per amare”, sottolinea il Pontefice.
La XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi prosegue i suoi lavori e più della metà del cammino è stato percorso. E’ un Sinodo unico nel suo genere quello che si sta svolgendo in Vaticano, dove insieme agli oltre 260 Padri Sinodali, partecipa anche una nutrita delegazione di giovani. E ACI Stampa ha chiesto un primo bilancio ad uno di loro, l’italiano Gioele Anni.
Dalla richiesta di maggiore chiarezza dell’insegnamento della Chiesa sul tema dell’omosessualità alla formazione dei giovani in un mondo politico; dalla necessità di portare avanti una Chiesa in uscita alle discussioni sulle procedure: le discussioni al Sinodo dei vescovi vanno avanti, e dopo le pubblicazioni dei rapporti dei Circoli Minori sulla seconda parte dell’Instrumentum Laboris, si comincia la discussione sulla terza parte, quella del mettere in pratica, in attesa del documento finale.
Prima del discernimento c’è l’annuncio. Il Sinodo sui giovani assomiglia in molti punti a quello sulla evangelizzazione voluto da Benedetto XVI, soprattutto nelle relazioni dei circoli minori le questioni che emergono sono le stesse. Una più di altre: la gente non conosce Gesù.
Molte richieste di chiarimento, molte proposte di modifica del linguaggio, a seguito di una analisi approfondita della seconda parte dell’instrumentum laboris del Sinodo, che apre la strada all’analisi della terza parte, quella sull’agire. I quattro circoli minori di lingua inglese mostrano concretezza, ma chiedono anche di ricentrare tutto sull’Eucarestia, con la consapevolezza che i giovani “cercano chiamate radicali”.
Papa Francesco ha incontrato Muhammad al-Tayyib, Grande Imam di al Azhar. Lo rende noto la Sala Stampa Vaticana. L’incontro ha avuto luogo nel pomeriggio del 16 ottobre, in forma privata, e le foto ufficiali ritraggono i due in un abbraccio fraterno.
Nella relazione del circolo minore Hispanicus A, coordinato dal Cardinale Maradiaga, Arcivescovo di Tegugicalpa, si sottolinea in primis come la gioventù debba intendersi come un “luogo teologico”, non in termini univoci ma come una analogia.
Il tema al centro delle relazioni dei circoli minori in lingua italiana sulla seconda parte dello Strumento di lavoro è la vocazione. La vocazione universale alla vita con Dio, la vocazione della Chiesa in Gesù, il discernimento e l’accompagnamento della vocazione.
Sei chilometri a piedi verso la Tomba di Pietro da Mons Gaudio, Monte Mario, il 25 ottobre mattina.
Sono passati 40 anni e sembra che il mondo sia cambiato molto. Ma da quel 16 ottobre del 1978 in effetti nella teodicea della storia è cambiato pochissimo.
“Sono sempre di più quelli che, purtroppo, fanno parte di quel numero ingente di esseri umani che non hanno nulla, o quasi nulla, da mangiare. Dovrebbe essere il contrario e, tuttavia, le recenti statistiche sono di un’evidenza sconcertante nel mostrare come la solidarietà internazionale sembra raffreddarsi. Di conseguenza, tutti siamo invitati a raddoppiare i nostri sforzi affinché a nessuno manchi il cibo necessario, in quantità e qualità”. Lo scrive il Papa nel messaggio inviato alla FAO in occasione della Giornata Mondiale dell’alimentazione.
Bisogna “fare memoria degli insegnamenti e dell’esemplarità di vita” di San Giovanni Paolo II. Lo scrive il Papa al Vescovo di Alba, Monsignor Marco Brunetti in occasione del convegno organizzato per ricordare il 40/mo anniversario dell’elezione di Giovanni Paolo II che ricorre oggi.