Alla fine di un anno “dobbiamo fermarci, fermarci a riflettere con dolore e pentimento perché, anche durante quest’anno che volge al termine, tanti uomini e donne hanno vissuto e vivono in condizioni di schiavitù, indegne di persone umane”.
Nuova piccola scossa nel sistema dei media in Vaticano.
Stupore e angoscia sono le caratteristiche del brano del Vangelo di oggi, che vede Maria e Giuseppe angosciati perché non trovano Gesù per tre giorni, e lo ritrovano poi nel tempio. E questa angoscia – afferma il Papa – dovrebbe essere nostra quando ci allontaniamo da Gesù per più di tre giorni, ricordando che, come Maria e Giuseppe lo trovarono nel tempio, anche noi possiamo trovare Gesù in Chiesa, nell’Eucarestia.
Quattro giorni in Iraq per il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano. In attesa di Papa Francesco, invitato più volte e ancora impossibilitato ad andare per ragioni di sicurezza, l’Iraq accoglie il numero due vaticano, che trascorre il Natale tra Baghdad, Erbil e Qaraqosh, tra incontri istituzionali e visite nei campi rifugiati, lì dove ci sono ancora coloro che non hanno potuto fare ritorno nelle loro case dopo la guerra mossa dall’ISIS e dove ci sono quelli che ancora non hanno fiducia a tornare.
Attraverso un telegramma firmato dal Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin e inviato al presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, Papa Francesco ha espresso il proprio cordoglio per l’attentato terroristico avvenuto ieri nei pressi delle piramidi di Giza.
Ai giovani radunati per il 41esimo incontro Europeo della Comunità di Taizé, Papa Francesco chiede di “crescere nella fiducia in Dio che ti accoglie e ti ama come sei, e che ti chiama ad accogliere la differenza come via di comunione”.
"Desidero esprimerLe la più viva gratitudine per l'amore e la sollecitudine" dimostrata in questi anni come Direttore Responsabile de "L'Osservatore Romano". Lo scrive il Papa al Professor Giovanni Maria Vian in una lettera a conclusione dell'incarico di Vian come capo del quotidiano vaticano.
Nel clima di gioia del Natale “potrebbe sembrare strano accostare la memoria di Santo Stefano alla nascita di Gesù, perché emerge il contrasto tra la gioia di Betlemme e il dramma di Stefano, lapidato a Gerusalemme nella prima persecuzione contro la Chiesa nascente. In realtà non è così, perché il Bambino Gesù è il Figlio di Dio fattosi uomo, che salverà l’umanità morendo in croce”. Lo ha detto il Papa nel consueto Angelus del 26 dicembre, festa di Santo Stefano protomartire.
Dalla Siria all’Ucraina, dallo Yemen alla penisola coreana, dai cristiani perseguitati ai bambini e agli indifesi, il tradizionale messaggio urbi et orbi di Natale di Papa Francesco è, come tradizione, una panoramica delle zone del mondo considerate più in difficoltà. L’appello del Papa non è semplicemente per la pace. Il suo augurio di buon Natale è “un augurio di fraternità”, perché “quel Bambino nato dalla Vergine Maria” ci dice “che Dio è padre buono e che noi siamo tutti fratelli”, ed è “questa verità che sta alla base della visione cristiana dell’umanità”.
Betlemme “significa casa del pane. In questa casa il Signore dà oggi appuntamento all’umanità. Egli sa che abbiamo bisogno di cibo per vivere. Ma sa anche che i nutrimenti del mondo non saziano il cuore. L’uomo è diventato avido e vorace. Avere, riempirsi di cose pare a tanti il senso della vita. Un’insaziabile ingordigia attraversa la storia umana, fino ai paradossi di oggi, quando pochi banchettano lautamente e troppi non hanno pane per vivere”. Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia della Messa della Notte di Natale, celebrata solennemente nella Basilica Vaticana insieme a decine tra cardinali e vescovi concelebranti.
“Vorrei salutare i ragazzi e le ragazze dell’Esercito che vivono il Natale lontano da casa, in servizio in Italia che fuori dall’Italia. Vorrei dirvi prima di tutto grazie per il vostro servizio”. Così Papa Francesco in un video messaggio di auguri natalizi rivolto ai soldati italiani e pubblicato nel pomeriggio sulla pagina Facebook dell’Esercito Italiano.
L’episodio evangelico della visitazione di Maria a Elisabetta è il centro della meditazione che il Papa ha offerto ai fedeli in occasione dell’Angelus della IV Domenica di Avvento.
Avviciniamoci al Natale con l’atteggiamento di Maria, un “abbandono umile e fiducioso alla volontà di Dio”. Lo ha detto il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, in occasione della Messa - celebrata ieri - all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in vista delle festività natalizie.
Per la prima volta la Guardia Svizzera Pontificia da gli auguri di Buon Natale attraverso una clip.
“Il nostro pensiero e la nostra preghiera non possono dimenticare le persone che quest’anno sono rimaste vittime di fenomeni calamitosi, così come sentiamo il desiderio di ricordare quei soccorritori che hanno dato la propria vita per salvare quella degli altri”. Così questa mattina il Papa si è rivolto ai membri della Protezione Civile italiana ricevuti in udienza nell’Aula Paolo VI.
Sarà beato il sacerdote Riccardo Henkes, dell’ordine dei Pallottini, la cui morte nel campo di concentramento di Dachau è stata riconosciuta come in odium fidei dalla Congregazione delle Cause dei Santi, e il cui decreto è stato autorizzato da Papa Francesco in una udienza con Papa Francesco il 21 dicembre. Insieme a lui, altri 11 servi di Dio dei quali sono stati riconosciute le virtù eroiche: una volta riconosciuto un miracolo attribuito alla loro intercessione, anche loro potranno essere proclamati beati.
Anche in questo 2018 qualche giorno prma di Natale Papa Francesco si è recato per lo scambio di auguri dal Papa emerito Benedetto XVI.
Diceva il teologo bizantino Nicola Cabasilas che “tra noi e Dio si ergevano tre muri di separazione: quello della natura perché Dio è spirito e noi siamo carne, quello del peccato, quello della morte”. Il primo “è stato abbattuto nell’incarnazione di Cristo; il muro del peccato è stato abbattuto sulla croce, e il muro della morte nella risurrezione”.
E arrivano gli auguri di Natale di Papa Francesco anche ai dipendenti dello Stato della Città del Vaticano, nel consueto appuntamento prenatalizio in Aula Paolo VI. Papa Francesco parla ai dipendenti del Vaticano della “gioia del Natale”, una gioia non solo superficiale, ma legata al concetto “di essere santi”, anche a lavoro!
Come Gesù che è venuto al mondo in un momento turbolento, anche questo è stato un anno turbolento, durante il quale la barca della Chiesa “ha vissuto e vive momenti difficili”, scossa dalle afflizioni rappresentate da abusi e infedeltà e dalla “contro-testimonianza” degli scandali dei figli della Chiesa, ma anche confortata da gioie come il Sinodo dei giovani e le riforme in corso, ma anche ai tanti che operano per il regno di Dio, ai parroci "dimenticati dai mass media", senza i quali prevarrebbe il buio, perché “lo scandalo di alcuni” non può offuscare la luce della Chiesa, e "nessun peccato è più grande della misericordia di Dio".