Non ci fu solo la persecuzione degli Ebrei, in Ungheria. Ci furono anche tanti atti di eroismo, attività di salvataggio avvenute tra il 1943 e il 1945 operate dalle Suore del Servizio Sociale. Sono tutte attività documentate nella serie “Ebrei” che si trova nell’archivio della Seconda Sezione della Segreteria di Stato della Santa Sede, sulla quale sta lavorando ormai dallo scorso anno un team di storici, provenienti da varie istituzioni del Paese e coordinati da Krisztina Tóth, delegato dell’Ambasciata di Ungheria presso la Santa Sede per la cooperazione archivistica.
Kevelaer è tra le mete di pellegrinaggio più amate dai tedeschi e dai “vicini di casa” olandesi.
Quest'anno si ricorda un triste anniversario
Serve guardare al passato per capire il presente. Così, lo scorso 16 maggio, la Fu Jen Catholic University di Taipei ha tenuto una conferenza dal titolo “Vaticano e Cina: relazioni diplomatiche tra la Guerra e la rivoluzione. L’Internunziatura Apostolica di Antonio Tamberi in Cina (1946 – 1958)”.
All’udienza generale di mercoledì 27 marzo papa Francesco aveva ricordato la storia
Come era successo già con la Germania divisa, anche la Chiesa di Corea non ha mai cambiato i confini delle sue diocesi. Pyongyang è retta formalmente da un amministratore apostolico, che è l’arcivescovo di Seoul, e ogni anno il 25 giugno si tiene la Giornata di Preghiera per la Riconciliazione e l’Unità Nazionale, mentre le spedizioni umanitarie al Nord vengono favorite e portate avanti da missionari coraggiosi.
Una chiesa, quasi nascosta, retta dai padri Monfortani, a Roma. La Teologia diventa architettura.
La firma della Rome Call for AI Ethics for Peace ad Hiroshima, lo scorso 10 luglio, è stato un atto profondamente simbolico. Undici religioni del mondo, sedici nuovi firmatari, tredici nazioni presenti e oltre 150 partecipanti hanno siglato la dichiarazione per una etica nell’intelligenza artificiale, che diventa anche etica per la pace.
Come nasce il "Catechismo di San Pio X"? Cosa dice? La sua storia nella storia della Chiesa
Nel 2021, la Chiesa di Singapore ha festeggiato il suo duecentesimo anniversario di evangelizzazione. Perché fu l’11 dicembre 1821 che San Laurent Imbert, religioso delle Missioni Estere di Parigi, diventato poi vicario apostolico in Corea e martirizzato nel 1839, sbarcava a Singapore, centro di traffici e scambi già noto e fondato dai britannici appena due anni prima.
San Bernardo aveva un rapporto speciale con la Vergine: una filiale devozione
Quando Giovanni Paolo II arrivò a Timor Est, nel 1989, si era nel pieno della rivolta per l’indipendenza del Paese. Il Papa polacco amava baciare la terra ogni volta che scendeva dalla scaletta dall’aereo. In questo caso, però, baciare la terra significava riconoscere l’occupazione indonesiana. E il Papa, allora, rimase in piedi, mentre della terra veniva portata vicino alle sue labbra perché potesse baciarla.
Prima ancora dall’Abrahamic Center di Abu Dhabi, c’era già un quartiere dove si trovavano vicinissime una Moschea ed una cattedrale. Era a Jakarta, in Indonesia, nel Paese islamico più grande del mondo, dove lo moschea di Istiqlal, la cui costruzione è cominciata nel 1954, sorge in prossimità della cattedrale cattolica. Tanto che tra i due edifici c’è un tunnel, un collegamento diretto che passa sotto le strade che le separano, e che il presidente Joko Widodo ha chiamato “il tunnel della Fraternità”.
Sono ormai diverse domeniche che la Chiesa propone alla nostra riflessione il discorso che Cristo ha pronunciato nella sinagoga di Cafarnao, dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Era un laico, un catechista, e aveva messo al centro della sua vita l’Eucarestia. Peter ToRot, beato, martirizzato meno di 80 anni fa e beatificato poco meno di 30 anni fa. Un sacrificio che ha continuato a portare frutto, se si pensa che l’arcivescovo Tatamai è stratto discendente della famiglia del beato.
Con la solennità liturgica della Vergine Maria assunta in cielo celebriamo la redenzione totale di una creatura umana, dopo quella di Cristo. La Parola di Dio ci rivela che quando il Signore Gesù ritornerà nella gloria allora “risorgeranno coloro che sono di Cristo”.
C’è stato un periodo che Papa Francesco faceva sempre riferimento al dramma dei Rohingya, il popolo musulmano che non trovava asilo, e che veniva disperso tra Myanmar e Bangladesh. Ed era anche il periodo in cui il Myanmar sembrava essersi ristabilizzato, quando i militari avevano aperto anche al ritorno di Aun San Suu Kyi, divenuta poi primo ministro. Santa Sede e Myanmar avevano così aperto piene relazioni diplomatiche, Papa Francesco ha visitato il Paese nel 2017, ascoltando i consigli del Cardinale Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon e profondo conoscitore del Paese. Ma quello è un tempo lontano.
Papa Francesco sarebbe probabilmente voluto passare in Vietnam, durante questo lungo viaggio in Asia che lo ha porterà in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore. Ma questa tappa aggiuntiva non è stata possibile, per due ragioni. La prima, sostanziale: non ci sono ancora piene relazioni diplomatiche tra Hanoi e la Santa Sede e dunque un viaggio nel Paese avrebbe avuto delle difficoltà organizzative, oltre a creare un precedente che avrebbe aperto le porte alla Cina, dove invece la Santa Sede vuole regolarizzare tutto con accordi ben precisi. La seconda: che la situazione politica nel Paese è precipitata negli ultimi giorni, il Partito Comunista è vittima di una campagna anticorruzione che sta mietendo vittime illustri ed è anche porto il segretario generale del partito, Nguyen Phu Trong.
Ci sono circa 16 milioni di fedeli cattolici in Cina, almeno secondo le fonti ufficiali. Una minoranza sparuta, e spesso sotto controllo del governo, ma con un enorme peso specifico. Perché la Chiesa cattolica opera in un territorio in cui tutto viene controllato, in cui tante realtà di fede non vengono accettate, dove persino i concetti sono differenti.
Oggi, la memoria di Santa Teresa Benedetta della Croce. La storia della sua conversione nelle sue parole