Nella Veglia Pasquale - la “Veglia delle veglie”,- meditiamo le meraviglie operate da Dio nel corso dei secoli in favore del suo popolo e nello stesso tempo siamo pervasi da un senso di gioiosa gratitudine per la resurrezione da morte di Cristo. Il testo di Vangelo che la Chiesa ci propone è quello di san Marco. Tra i tanti insegnamenti in esso presenti ne raccogliamo uno che ci aiuti a fare nostra la Pasqua di Cristo. In questo capitolo (16,1-8) ritroviamo di nuovo la presenza di tre donne, Maria Maddalena, Maria di Giacomo e Salome, che avevano seguito e servito Gesù fin dalla Galilea. Nel momento del pericolo i discepoli sconvolti sono fuggiti, uno ha tradito (Giuda) e un altro ha rinnegato Gesù (Pietro). Le donne, invece, sono state presenti alla morte di Gesù e hanno assistito alla sua sepoltura. Queste discepole fedeli, coraggiose, amanti ora stanno recandosi al sepolcro.
Il Sabato Santo si celebra la stazione a San Giovanni in Laterano.
“Il Venerdì Santo a S. Croce in Gierusalemme”,
Tutto si è detto del Cardinale Jozef Tomko, che anche “Papa rosso” (prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione dei popoli) e che è morto a 98 anni l’8 agosto 2022. Ma forse un aspetto poco conosciuto del cardinale slovacco è il suo sguardo sempre proteso al futuro, anche quando, ormai anziano e in pensione, conduceva la sua vita al di fuori dagli incarichi di governo. Lo ha raccontato monsignor Marian Gavenda, già portavoce della Conferenza Episcopale Slovacca, in un evento organizzato presso l’Istituto Storico Slovacco di Roma dall’Ambasciata Slovacca presso la Santa Sede, in occasione delle celebrazioni in onore del cardinale, che avrebbe compiuto 100 anni lo scorso 11 marzo.
Più di 160 giorni di guerra in Terra Santa
“Il Giovedì Santo a S. Giovanni Laterano”,
"Andiamo a fare un giro per i sepolcri". È questo il “mood” e la frase che molti ( adulti, ragazzi e bambini) pronunciano la sera del Giovedì Santo. Un momento atteso da parrocchie, famiglie ma anche da semplici passanti o turisti. Ma cosa è davvero questa tradizione? E come mai in molte parti d'Italia molti girano la propria città o il proprio paese per un famoso "giro delle sette Chiese"?
Santa Maria Maggiore, dove la stazione ritorna il mercoledì della Settimana Santa.
“La morte ci fa paura. La morte è un orrore. Sembra divorare tutto, sembra togliere senso ad ognicosa".
Nella notte tra il 23 e 24 marzo 1944, a Markowa, Jozef, Wiktoria e i loro figli Stanisława di 8 anni, Barbara di 7 anni, Władysław di 6, Franciszek di 4, Antoni di 3, Maria di 2, e il bimbo senza nome che vedeva la luce forse nel momento del martirio della madre, furono trucidati dai tedeschi insieme alle due famiglie ebree che nascondevano dal 1942. Per una circostanza eccezionale, il primo anniversario del loro martirio in cui sono ufficialmente beati è anche l’ottantesimo anniversario del loro martirio. Ma è stata, soprattutto, la Domenica delle Palme. Ed è stata giornata di grandi festeggiamenti in Polonia, dove persino un aeroporto è stato intitolato al loro nome.
Dieci anni di regali, di "strenne" salesiane.
Il martedì della Settimana Santa si celebra la stazione quaresimale a Santa Prisca sull’Aventino
“Desidero, dunque, rivolgere un pensiero paterno all’intera Comunità diocesana e specialmente ai fedeli della Parrocchia di Casal di Principe
La chiesa carolingia di Santa Prassede, dove si celebra la stazione quaresimale i lunedì della Settimana Santa,
La Chiesa in Sud Sudan e nel Corno d'Africa si prepara al Sinodo nonostante il dramma della guerra e della povertà. A Christian Carlassare, vescovo di Rumbek, chiediamo cosa significa vivere la sinodalità in Sud Sudan?
La Domenica delle Palme la stazione quaresimale ritorno alla cattedrale di Roma, San Giovanni in Laterano.
Con la domenica delle Palme inizia la settimana più santa dell’anno, perchè riviviamo il mistero della nostra salvezza. La Chiesa ci fa meditare il racconto della Passione di Gesù secondo il Vangelo di san Marco. Ci soffermiamo al momento della crocifissione. L’evangelista non fa commenti, racconta i fatti nella loro cruda realtà. Le ore in cui Gesù rimane appeso alla croce trascorrono tra gli insulti e gli scherni. Tutto questo odio e questa violenza che si abbattono conto di Lui non devono scandalizzarci. Tutto era già stato predetto. San Marco divide i denigratori di Gesù in tre gruppi. Innanzitutto la folla che si unisce al coro di coloro che lo beffeggiano e lo deridono. Poi i capi del popolo ebraico i quali si godono la vittoria e, osservando dai piedi del Calvario l’agonia del crocifisso, lo provocano: “scendi dalla croce e crederemo in te”. Ma Gesù non scende dalla croce, Dio non lo salva, e quindi, secondo il loro modo di ragionare, Gesù non è Figlio di Dio. Non capiscono che Gesù non scende dalla croce non perchè gli è impossibile farlo, ma per amore degli uomini. Se Dio vuole mostrare la sua potenza, allora la croce è un fallimento. Se Dio vuole mostrare il suo amore, allora la croce è un trionfo, è una scuola meravigliosa di vita. A questi due gruppi di schernitori si aggiungono anche quelli che erano crocifissi con Lui. Gesù non trova un minimo di comprensione e di compassione nemmeno in coloro che dividono con Lui gli atroci dolori della crocifissione.
Il sabato prima della Domenica delle Palme
Il Sant’Apollinare venerato nella chiesa a nord di Piazza Navona è, secondo la leggenda, un discepolo di San Pietro,
Una statuetta del Palazzo Apostolico