Il diavolo non ha mezzi termini, e porta avanti la sua persecuzione con l’accanimento e attraverso la mondanità. Per questo, quando c’è accanimento nella persecuzione, lì c’è il demonio. Messa a Santa Marta per Papa Francesco, preghiera per gli ammalati di Coronavirus e in particolare per i carcerati “soffrono” e omelia basata sul Vangelo del giorno, su Gesù che profetizza il suo destino di essere non solo ucciso, ma anche umiliato, e la madre degli apostoli che gli chiede se i suoi figli potranno sedere alla sua destra e sinistra.
"Continuiamo a pregare insieme per gli ammalati, per gli operatori sanitari, tanta gente che soffre per questa epidemia. Preghiamo anche per i sacerdoti perchè abbiano il coraggio di uscire e andare dagli ammalati portando la forza della Parola di Dio e l'Eucaristia e accompagnare gli operatori sanitari, i volontari, in questo lavoro che stanno facendo". E' l'appello del Papa, stamane, pronunciato durante la Messa mattutina a Santa Marta offerta per quanti soffrono per l'epidemia di coronavirus.
"In questi giorni offrirò la Messa per gli ammalati di questa epidemia il coronavirus, i medici, gli infermieri, i volontari che aiutano tanto, i famigliari, per gli anziani che stanno nelle case di riposo, per i carcerati rinchiuso, preghiamo insieme questa settimana, questa preghiera forte al Signore: Salvami, o Signore, e dammi misericordia. Il mio piede è sul retto sentiero. Nell’assemblea benedirò il Signore".
"Quest’ansia di mondanità, quest’ansia di essere più importante degli altri e dire: io merito questo, non lo merita quell’altro. Questo è mondanità, questo è lo spirito del mondo e chi respira questo spirito, respira l’inimicizia di Dio Non ci sono compromessi nel Vangelo. E quando uno vuole vivere il Vangelo facendo dei compromessi, alla fine si trova con lo spirito mondano, che sempre cerca di fare compromessi per arrampicarsi di più, per dominare, per essere più grande". Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia della Messa celebrata a Santa Marta.
"Possiamo confessare Gesù soltanto con la forza di Dio, con la forza dello Spirito Santo. Nessuno può dire Gesù è il Signore e confessarlo senza lo Spirito Santo. Noi non possiamo confessare Gesù senza lo Spirito. Perciò la comunità cristiana deve cercare sempre la forza dello Spirito Santo per confessare Gesù, per dire che Lui è Dio, che Lui è il Figlio di Dio". Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia della Messa celebrata a Santa Marta.
"La volontà del Signore è la compassione. E un cuore senza compassione è un cuore idolatrico, è un cuore autosufficiente, che va avanti sostenuto dal proprio egoismo, che diventa forte soltanto con le ideologie. Pensiamo ai quattro gruppi ideologici del tempo di Gesù: i farisei, i sadducei, gli esseni, gli zeloti. Quattro gruppi che avevano indurito il cuore per portare avanti un progetto che non era quello di Dio; non c’era posto per il progetto di Dio, non c’era posto per la compassione". Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia della Messa celebrata a Santa Marta.
“Oggi ci farà bene, a tutti noi, pensare alla gente che ci ha accompagnato nel cammino della vita, come gratitudine, e anche come un gesto di gratitudine a Dio. Grazie, Signore, per non averci lasciati da soli. È vero, sempre ci sono dei problemi, e dove c’è gente ci sono delle chiacchiere. Anche qui dentro. Si prega e si chiacchiera, ambedue le cose. E anche, alcune volte, si pecca contro la carità”.
"Nessuno di noi è un criminale, nessuno di noi fa dei grossi peccati come aveva fatto Davide con la moglie di Uria, nessuno. Ma dove è il pericolo? Lasciarsi scivolare lentamente perché è una caduta con anestesia, tu non te ne accorgi, ma lentamente si scivola, si relativizzano le cose e si perde la fedeltà a Dio. Queste donne erano di altri popoli, avevano altri dèi, e quante volte noi dimentichiamo il Signore ed entriamo in negoziato con altri dei: il denaro, la vanità, l’orgoglio. Ma questo si fa lentamente e se non c’è la grazia di Dio, si perde tutto". Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia della Messa pronunciata a Santa Marta.
Il lavoro di Giovanni Battista non è stato tanto di predicare che Gesù veniva e preparare il popolo, ma di dare testimonianza di Gesù Cristo e darla con la propria vita.
Il "pianto di Davide è un fatto storico ma è anche una profezia. Ci fa vedere il cuore di Dio, cosa fa il Signore con noi quando ci allontaniamo da Lui, cosa fa il Signore quando noi distruggiamo noi stessi con il peccato, disorientati, perduti. Il Signore è padre e mai rinnega questa paternità". Lo ha detto il Papa, stamane, nella omelia della Messa celebrata stamane a Santa Marta.
Papa Francesco, nell’omelia odierna della Messa a Casa Santa Marta, rilegge il passo tratto dal secondo libro di Samuèle, incentrato sulla figura del re Davide, il “santo re Davide”, che scivolando nella vita comoda dimentica di essere stato eletto da Dio. Per Francesco, uno dei mali del nostro tempo, è scivolare in uno stato in cui si è perso il senso del peccato.
“Con quale misura io misuro gli altri? Con quale misura misuro me stesso? E’ una misura generosa, piena di amore di Dio o è una misura di basso livello? E con questa misura sarò giudicato, non sarà un’altra: quella, proprio quella che faccio io. Qual è il livello nel quale ho messo la mia asticella? A un livello alto? Dobbiamo pensare a questo. E questo lo vediamo non solo, non tanto nelle cose buone che facciamo o nelle cose cattive che facciamo ma nello stile continuo di vita”. Lo ha detto il Papa, stamane, nell’omelia pronunciata durante la Messa a Santa Marta.
"Davide non pensa che è il re e che il re deve essere distaccato dalla gente… Davide ama il Signore, è felice per questo evento di portare l’arca del Signore. Esprime questa felicità, questa gioia, ballando e anche cantava sicuramente come tutto il popolo". Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia della Messa celebrata a Santa Marta.
“Ognuno di noi pensi: perché questa persona mi è insopportabile? perché quell’altra non la voglio neppure vedere? Ognuno di noi pensi perché. Tante volte cercheremo il perché e troveremo che sono fantasie nostre. Fantasie, che però crescono in quel chiacchiericcio con me stesso. E alla fine è una grazia di Dio quando il geloso incontra una realtà come è successo a Saul: la gelosia scoppia come una bolla di sapone, perché la gelosia e l’invidia non hanno consistenza”. Lo ha detto il Papa nella omelia della Messa mattutina a Santa Marta.
"Quando Dio elegge, fa vedere la sua libertà e la gratuità. Pensiamo a noi tutti che siamo qui: ma come mai il Signore ha eletto noi? Tanti di famiglia cristiana e di cultura cristiana respingono il Signore, non vogliono. Ma come mai noi siamo qui, eletti dal Signore? Gratuitamente, senza alcun merito. Il Signore ci ha eletti gratuitamente. Noi non abbiamo pagato nulla per diventare cristiani. Noi sacerdoti, vescovi non abbiamo pagato nulla per diventare sacerdoti e vescovi. Perché ci sono coloro che vogliono andare avanti nella cosiddetta carriera ecclesiastica, che si comportano in modo simoniaco, cercano influenze... gli arrampicatori. Questo non è cristiano. L’essere cristiano, l’essere battezzati, l’essere ordinati sacerdoti e vescovi è pura gratuità. I doni del Signore non si comprano". Lo ha detto il Papa nell'omelia della Messa celebrata a Santa Marta questa mattina.
Papa Francesco, nell'omelia odierna presso Casa Santa Marta, ricorda che essere un “buon cristiano” significa ascoltare ciò che il Signore dice sulla giustizia, sulla carità, sul perdono, sulla misericordia.
Papa Francesco alla messa mattutina a Casa Santa Marta commenta il racconto evangelico della guarigione del paralitico compiuta da Gesù.
"La compassione coinvolge, viene dal cuore e coinvolge e ti porta a fare qualcosa. Compassione è patire con, prendere la sofferenza dell’altro su di sé per risolverla, per guarirla. E questa è stata la missione di Gesù. Gesù non è venuto a predicare la legge e poi se ne è andato. Gesù è venuto in compassione, cioè a patire con e per noi e a dare la propria vita. È tanto grande l’amore di Gesù che la compassione lo portò proprio ha portato fino alla croce, a dare la vita". Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia della Messa celebrata a Santa Marta.
"Qual è l’autorità che ha Gesù? È quello stile del Signore, quella signoria con la quale il Signore si muoveva, insegnava, guariva, ascoltava. Questo stile signorile fa vederecoerenza. Gesù aveva autorità perché era coerente tra quello che insegnava e quello che faceva, come viveva. Quella coerenza è quello che dà l’espressione di una persona che ha autorità, cioè dà testimonianza. L’autorità si fa vedere in questo: coerenza e testimonianza". Lo ha detto il Papa, stamane, nella omelia della Messa celebrata a Santa Marta.
Noi amiamo Dio perché Egli ci ha amato per primo, dice Papa Francesco e aggiunge: “Se uno dice: ‘Io amo Dio’ e odia suo fratello, è un bugiardo”.