“Noi siamo tante volte schiavi delle apparenze, schiavi delle cose che appaiono e ci lasciamo portare avanti da queste cose: Ma questo sembra… Ma il Signore sa la verità. E così questa storia... Passano i sette figli di Iesse e il Signore non sceglie alcuno, li lascia passare. Samuele è un po’ in difficoltà e dice al Padre: Nemmeno costui, Signore, hai scelto? Sono qui tutti i giovani, i sette? Ma, sì, ce n’è uno, il piccolo, che non conta, che ora sta pascolando il gregge. Agli occhi degli uomini questo ragazzino non contava”. Lo ha detto stamane il Papa, secondo quanto diffuso dalla Radio Vaticana, commentando il Vangelo quotidiano nel corso della messa mattutina a Santa Marta.
Non piace a Papa Francesco il cristianesimo del “ si è fatto sempre così”. Lo ha detto nella omelia di questa mattina nella messa celebrata a Santa Marta commentando le letture di oggi.
Gesù è venuto a “salvarci dai nostri peccati, salvarci e portarci dal Padre. E’ stato inviato per quello, per dare la vita per la nostra salvezza. E questo è il punto più difficile da capire”, Gesù è venuto “per dare quel perdono, per dare la vita, per ricreare l’umanità, anche i suoi discepoli dubitano. E se ne vanno”. Lo ha detto stamane il Papa - come diffuso dalla Radio Vaticana – nel corso della messa quotidiana a Santa Marta.
Vinci se hai fede, perdi se non hai fede. Papa Francesco commenta Vangelo e lettura del giorno nella consueta omelia mattutina che tiene nella Domus Sancta Marthae. La lettura è tratta dal libro di Samuele, e parla di una cocente sconfitta che gli israeliti subiscono dai Filistei. Il Vangelo parla di Gesù che guarisce un lebbroso.Vinci se hai fede, perdi se non hai fede. Papa Francesco commenta Vangelo e lettura del giorno nella consueta omelia mattutina che tiene nella Domus Sancta Marthae. La lettura è tratta dal libro di Samuele, e parla di una cocente sconfitta che gli israeliti subiscono dai Filistei. Il Vangelo parla di Gesù che guarisce un lebbroso.
“La preghiera fa miracoli. Anche a quelli che sono cristiani, siano fedeli laici, siano sacerdoti, vescovi che hanno perso la devozione pietà. La preghiera dei fedeli cambia la Chiesa: non siamo noi, i Papi, i vescovi, i sacerdoti, le suore a portare avanti la Chiesa, sono i santi! E i santi sono questi, come questa donna. I santi sono quelli che hanno il coraggio di credere che Dio è il Signore e che può fare tutto”. Lo ha ribadito questa mattina il Papa – secondo quanto diffuso dalla Radio Vaticana – nell’omelia in occasione della celebrazione della Messa quotidiana a Santa Marta.
Amore "è una parola che si usa tante volte e non si sa, quando si usa, cosa significhi esattamente. Cosa è l’amore? Delle volte pensiamo all’amore delle telenovele, no, quello non sembra amore. O l’amore può sembrare un entusiasmo per una persona e poi… si spegne. Da dove viene il vero amore? Chiunque ama è stato generato da Dio, perché Dio è amore. Non dice: Ogni amore è Dio, no: Dio è amore”. Lo ha ribadito questa mattina il Papa - secondo quanto riferisce la Radio Vaticana - nel corso dell'omelia pronunciata nella messa mattutina a Santa Marta.
Un cristiano è colui che rimane in Dio. Papa Francesco ha ripreso a celebrare in pubblico la messa delle 7 del mattino nella Cappella dello Spirito Santo di Casa Santa Marta dove risiede.
La Chiesa sia umile, ha ribadito il Papa a Santa Marta, e non sia “attaccata ai soldi”. “I poveri sono le ricchezze della Chiesa.
Tutti siamo peccatori, ma non spaventatevi, Dio è più grande dei nostri peccati. Il Papa ha commentato le letture di oggi nella memoria di San Giovanni della Croce e dalle scritture ha preso alcuni spunti per parlare di speranza: “è questa virtù cristiana che noi abbiamo come un gran dono del Signore e che ci fa vedere lontano, oltre i problemi, i dolori, le difficoltà, oltre i nostri peccati”. Ci fa “vedere la bellezza di Dio”, come riporta la Radio Vaticana:
La misericordia di Dio si distende sul suo popolo, che lui ha scelto “non perché fosse grande o potente”, ma perché “era il più piccolo di tutti”. Una piccolezza di cui il Signore si è “innamorato”. Papa Francesco, nell’omelia mattutina nella cappella di Santa Marta raccontata da Radio Vaticana, parte dalla Lettura del Profeta Isaia, il monologo di Dio con il suo popolo.
“La Chiesa è sposa di Gesù, ma il suo Signore se ne è andato e il suo unico tesoro è il suo Signore. E la Chiesa, quando è fedele, lascia tutto in attesa del suo Signore. Invece quando la Chiesa non è fedele o non è tanto fedele o non ha tanta fede nell’amore del suo Signore cerca di arrangiarsi anche con altre cose, con altre sicurezze, più dal mondo che da Dio”. Lo ha detto il Papa – secondo quanto diffuso dalla Radio Vaticana – durante l’omelia della messa quotidiana a Santa Marta.
“La festa è una cosa che la mondanità non sa fare, non può fare! Lo spirito mondano ci porta al massimo a fare un po’ di divertimento, un po’ di chiasso, ma la gioia soltanto viene dalla fedeltà all’Alleanza”. Nel Vangelo Gesù scaccia i mercanti dal Tempio, dicendo: “Sta scritto: la mia casa sarà casa di preghiera. Voi, invece, ne avete fatto un covo di ladri”.
"Anche oggi Gesù piange. Perché noi abbiamo preferito la strada delle guerre, la strada dell’odio, la strada delle inimicizie. Siamo vicini al Natale: ci saranno luci, ci saranno feste, alberi luminosi, anche presepi … tutto truccato: il mondo continua a fare la guerra, a fare le guerre. Il mondo non ha compreso la strada della pace”. E’ l’amara constatazione del Papa, stamane, pronunciata nel corso dell’omelia della Messa quotidiana a Santa Marta.
“La mondanità spirituale ci allontana dalla coerenza di vita”. Il commento di oggi di Papa Francesco sulle letture del giorno mette in guardia i cristiani dalla doppiezza di vita. La mondanità, dice il Papa secondo il resoconto della Radio Vaticana, “è difficile conoscerla dall’inizio perché è come il tarlo che lentamente distrugge, degrada la stoffa e poi quella stoffa” diventa inutilizzabile “e quell’uomo che si lascia portare avanti dalla mondanità perde l’identità cristiana”:
“Mondanità, apostasia, persecuzione” sono le tre parole che il Papa usa per commentare le letture del giorno nella omelia della messa di Santa Marta. La mondanità- riporta la Radio vaticana- è fare ciò che fa il mondo, spiega il Papa.
“La grande bellezza è Dio”. La creazione è bella ma non commettiamo l’errore di chi “in queste cose belle non è stata capace di guardare al di là e cioè alla trascendenza” e sfocia così nella “idolatria dell’immanenza”. Lo ha detto il Papa, stamane, celebrando la Messa a Santa Marta.
“Io vi dico quanta gioia ho, io, che mi commuovo, quando in questa Messa vengono alcuni preti e mi salutano: ‘Oh padre, sono venuto qui a trovare i miei, perché da 40 anni sono missionario in Amazzonia’. O una suora che dice: ‘No, io lavoro da 30 anni in ospedale in Africa’. O quando trovo la suorina che da 30, 40 anni è nel reparto dell’ospedale con i disabili, sempre sorridente. Questo si chiama servire, questa è la gioia della Chiesa: andare oltre, sempre; andare oltre e dare la vita. Questo è quello che ha fatto Paolo: servire”. Lo ha detto il Papa, secondo quanto riporta la Radio Vaticana, nell’omelia pronunciata durante la Messa quotidiana a Santa Marta.
“L’atteggiamento degli Scribi, dei Farisei è lo stesso, escludono. E l’atteggiamento di Gesù è includere. Ci sono due strade nella vita: la strada dell’esclusione delle persone dalla nostra comunità e la strada dell’inclusione. La prima può essere piccola ma è la radice di tutte le guerre: tutte le calamità, tutte le guerre, incominciano con un’esclusione. Si esclude dalla comunità internazionale ma anche dalle famiglie, fra amici, quante liti… E la strada che ci fa vedere Gesù e ci insegna Gesù è tutt’altra, è contraria all’altra: includere”. Lo ha detto il Papa, secondo quanto riporta la Radio Vaticana, nell’omelia pronunciata nel corso della messa mattutina a Santa Marta.
Papa Francesco ha presieduto stamane la consueta Messa quotidiana a Santa Marta, dedicando uno speciale pensiero al Cardinale Javier Lozano Barragan in occasione del suo 60/mo anniversario di ordinazione presbiterale
“Non è che noi siamo vincitori sui nostri nemici, sul peccato. No! Noi siamo tanto legati all’amore di Dio, che nessuna persona, nessuna potenza, nessuna cosa ci potrà separare da questo amore. Paolo ha visto nel dono, ha visto più, quello che dà il dono: è il dono della ricreazione, è il dono della rigenerazione in Cristo Gesù. Ha visto l’amore di Dio. Un amore che non si può spiegare”.