Gesù è in cammino coi discepoli verso Gerusalemme perchè "si compivano i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto". E' l'inizio dell'odierno Vangelo di Luca ed è l'avvicinarsi del momento della passione e della croce, dinanzi al quale, come fa notare il Papa nell'omelia della Messa, Gesù compie due cose:"prese la ferma decisione di mettersi in cammino", quindi accetta la volontà del Padre e va avanti, e poi "annuncia questo ai suoi discepoli".
Nell’omelia mattutina della messa di Casa Santa Marta Papa Francesco parte dalla festività di oggi dedicata agli Arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele. “Noi e gli angeli abbiamo la stessa vocazione: cooperiamo insieme al disegno di salvezza di Dio”, commenta il Papa, secondo quanto diffuso dalla Radio Vaticana.
“Una piaga che noi quando nella vita abbiamo fatto dei mali, fa male. Ma è una piaga nascosta, non si vede; neppure io la vedo, perché mi abituo a portarla e poi si anestetizza. È lì, alcuni la toccano, ma la piaga è dentro. E quando quella piaga fa male, sentiamo il rimorso. Non solo sono conscio di avere fatto del male, ma lo sento: lo sento nel cuore, lo sento nel corpo, nell’anima, lo sento nella vita. E da lì la tentazione di coprire questo per non sentirlo più”. Lo ha detto Papa Francesco stamane nel corso dell'omelia pronunciata nella Messa a Santa Marta.
La familiarità con Gesù è il tema centrale dell'omelia proposta stamane dal Papa durante la Messa a Santa Marta.
La prima Lettura racconta il momento nel quale il popolo di Israele è liberato dall’esilio. E da lì parte Papa Francesco, sottolineando che in quell’occasione “il Signore visitò il suo popolo e lo riportò a Gerusalemme”, ed è proprio la parola “visita” ad essere importante perché “ogni liberazione, ogni azione di redenzione di Dio, è una visita”.
San Matteo ci dimostra come “la porta per incontrare Gesù è riconoscersi peccatore”. E' il tema centrale dell'omelia di Papa Francesco - stamane - nella Messa quotidiana a Santa Marta nella ricorrenza liturgica dell'Evangelista.
“La compassione è un sentimento che coinvolge, è un sentimento del cuore, delle viscere, coinvolge tutto. E’ patire con. Questo è la compassione. Il Signore si coinvolge con una vedova e con un orfano … Per Lui era più importante quella vedova e quell’orfano morto, che la folla alla quale Lui stava parlando e che lo seguiva. Perché? Perché il suo cuore, le sue viscere si sono coinvolti. Il Signore, con la sua compassione, si è coinvolto in questo caso. Ebbe compassione”. Così Papa Francesco stamane commentando durante la Messa a Santa Marta l'episodio evangelico della vedova di Nain.
I cristiani accompagnino con la preghiera i governanti. Si concentra su questa esortazione l’omelia odierna di Papa Francesco nella messa mattutina presso Casa Santa Marta.
Nell’omelia della Messa presso Casa Santa Marta, oggi il Papa invita tutti a contemplare la Beata Vergine Maria Addolorata, ai piedi della croce.
La croce di Cristo non è masochismo spirituale, dice Papa Francesco che oggi nella festa della Esaltazione della santo Croce ha ripreso a celebrale la messa a Santa Marta.
“Essere cristiano porta sempre questa dimensione di spogliamento che trova la sua pienezza nello spogliamento di Gesù nella Croce. Se facciamo un po’ di memoria vedremo che nei Vangeli la vocazione dei discepoli è un vattene, lascia e vieni”. Lo ha detto il Papa nell'omelia della Messa mattutina a Santa Marta.
Scegliere e piccolezza. Sono i due termini protagonisti della Messa odierna di Papa Francesco presso Casa Santa Marta.
Papa Francesco riprende l’esempio di Don Milani nella sua omelia a Casa Santa Marta. Secondo quanto diffuso dalla Radio Vaticana, il Pontefice ha tracciato la figura del pastore: appassionato, deve saper discernere e deve anche saper denunciare il male. E deve essere senza troppi buonismi ingenui.
“Tutti abbiamo bisogno di essere guariti siamo tribolati, siamo sconvolti, siamo perseguitati, colpiti come manifestazione della nostra debolezza, della debolezza di Paolo, manifestazione della creta. E questa è la nostra vulnerabilità”.
“In Gesù non c’è un no: sempre sì, per la gloria del Padre. Ma anche noi partecipiamo di questo sì di Gesù, perché Lui ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo, ci ha dato la caparra dello Spirito. Noi partecipiamo perché siamo unti, sigillati e abbiamo in mano quella sicurezza, la caparra dello Spirito. Lo Spirito che ci porterà al sì definitivo, anche alla nostra pienezza. Lo stesso Spirito che ci aiuterà a diventare luce e sale, cioè lo Spirito che ci porta alla testimonianza cristiana”. Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia della Messa quotidiana a Santa Marta.
“L’esperienza della consolazione, che è un’esperienza spirituale, ha bisogno sempre di un’alterità per essere piena: nessuno può consolare se stesso, nessuno. E chi cerca di farlo, finisce guardandosi allo specchio, si guarda allo specchio, cerca di truccare se stesso, di apparire. Si consola con queste cose chiuse che non lo lasciano crescere e l’aria che respira è quell’aria narcisista dell’autoreferenzialità. Questa è la consolazione truccata che non lascia crescere. E questa non è consolazione, perché è chiusa, le manca un’alterità”. Lo ha spiegato stamane il Papa nell'omelia della Messa quotidiana a Santa Marta.
È un invito a discernere la nostra anima nei momenti brutti, e a scegliere la via della preghiera, quello lanciato da Papa Francesoc nella consueta Messa del mattino presso la Domus Sanctae Marthae, riportata da Radio Vaticana.
“L’ipocrisia non è il linguaggio di Gesù. L’ipocrisia non è il linguaggio dei cristiani. Un cristiano non può essere ipocrita e un ipocrita non è cristiano. Questo è così chiaro. Questo è l’aggettivo che Gesù usa di più con questa gente: ipocrita. Vediamo come procedono questi. L’ipocrita sempre è un adulatore o in tono maggiore o in tono minore ma è un adulatore”. Lo ha ribadito stamane il Papa nel corso della Messa a Santa Marta.
“Un’opera di misericordia non è fare una cosa per scaricare la coscienza: è anche compatire il dolore altrui. Condividere e compatire vanno insieme. E’ misericordioso quello che sa condividere e anche compatire i problemi delle altre persone. Io so condividere? Sono generoso? Ma anche quando vedo una persona che soffre, che è in difficoltà, anche io soffro? So mettermi nelle scarpe altrui? Nella situazione di sofferenza?”. Così stamane il Papa nell'omelia della Messa mattutina a Santa Marta.
L'omelia di oggi del Papa durante la Messa mattutina a Santa Marta si concentra sul dialogo tra Gesù e Pietro “il più peccatore degli apostoli”.