“Noi digiuniamo, noi siamo cattolici, pratichiamo; io appartengo a quella associazione, noi digiuniamo sempre, facciamo penitenza. Ma digiunate con coerenza o fate la penitenza incoerentemente come dice il Signore, con rumore, perché tutti la vedano, e dicano: ma che persona giusta, che uomo giusto, che donna giusta. Questo è un trucco; è truccare la virtù”. E’ quanto ha detto il Papa nell’omelia della Messa mattutina a Santa Marta.
“La vostra fede, messa alla prova, produce pazienza”. Sono le parole di San Giacomo Apostolo nella Prima lettura odierno da cui il Papa sviluppa la sua riflessione per l’omelia della Messa presso Casa Santa Marta.
"Quando il cuore incomincia a indebolirsi, non è come una situazione di peccato: tu fai un peccato, te ne accorgi subito: io ho fatto questo peccato, è chiaro. L’indebolimento del cuore è un cammino lento, scivolo poco a poco, e Salomone, addormentato nella sua gloria, nella sua fama, cominciò a fare questa strada. E' meglio la chiarezza di un peccato, che l’indebolimento del cuore: il grande re Salomone finì corrotto, tranquillamente corrotto, perché il cuore gli si era indebolito". Lo ha detto il Papa, stamane, nel corso dell'omelia della Messa celebrata a Santa Marta.
Prendere un po’ di tempo per la preghiera di adorazione dicendo soltanto “ascolta e perdona”. Così il Papa stamani nell’omelia della Messa a Casa Santa Marta.
"La morte è un fatto che tocca a tutti, più tardi, più presto, ma viene. Ma c’è la tentazione del momento che si impadronisce della vita e ti porta ad andare girando in questo labirinto egoistico del momento senza futuro, sempre andata e ritorno, andata e ritorno, no? E il cammino finisce nella morte, tutti lo sappiamo. E per questo la Chiesa ha sempre cercato di far riflettere su questo fine nostro: la morte". Lo ha detto Papa Francesco, questa mattina, nell'omelia pronunciata in occasione della Messa quotidiana a Santa Marta.
"Gesù non apre un ufficio di consulenze spirituali con un cartello: il profeta riceve lunedì, mercoledì, venerdì dalle 3 alle 6. L’entrata costa tanto o, se volete, potete dare un’offerta. No, non fa così, Gesù. Neppure Gesù aprì uno studio medico con il cartello: gli ammalati vengono tal giorno, tal giorno, tal giorno e saranno guariti. Gesù si butta in mezzo al popolo". Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia della Messa presieduta a Santa Marta.
“Non c’è vera umiltà senza umiliazione”. Lo ha detto il Papa alla Messa a Casa Santa Marta. Una riflessione che parte dalla figura del re Davide, centro della Prima Lettura odierna.
Figlio, testimonianza, maternità. Sono le tre parole chiave di Papa Francesco nell’omelia mattutina presso Casa Santa Marta. Secondo il Papa, queste tre parole, occorrono per annunciare Cristo.
Nel Vangelo la preghiera di coloro che riescono dal Signore ad avere ciò che chiedono nasce dalla fede e dal coraggio. La riflessione del Papa, nell'omelia della Messa mattutina a Casa Santa Marta, parte da questa considerazione.
Gesù aveva autorità "perché era vicino, capiva; ma, accoglieva, guariva e insegnava con vicinanza. Quello che a un pastore dà autorità o risveglia l’autorità che è data dal Padre, è la vicinanza: vicinanza a Dio nella preghiera, un pastore che non prega, un pastore che non cerca Dio ha perso parte, e la vicinanza alla gente. Il pastore staccato dalla gente non arriva alla gente con il messaggio. Questa doppia vicinanza. Questa è l’unzione del pastore che si commuove davanti al dono di Dio nella preghiera, e si può commuovere davanti ai peccati, al problema, alle malattie della gente: lascia commuovere il pastore". Lo ha detto Papa Francesco, nell'omelia della Messa mattutina a Santa Marta.
“Cosa c’è dentro di noi, che ci porta a disprezzare, a maltrattare, a farci beffa dei più deboli? Si capisce che uno se la prenda con uno che è più forte: può essere l’invidia che ti porta … Ma i più deboli? Cosa c’è dentro che ci porta? E’ una cosa che è abituale, come se io avessi bisogno di disprezzare l’altro per sentirmi sicuro. Come una necessità”.
“Un filosofo criticava i cristiani, lui si diceva agnostico o ateo, ma criticava i cristiani e diceva questo: ma quelli - i cristiani - dicono di avere un Redentore; io ci crederò, crederò nel Redentore quando loro avranno la faccia di redenti, gioiosi per essere redenti. Ma se tu hai faccia di veglia funebre, ma come possono credere che tu sei un redento, che i tuoi peccati sono stati perdonati? Questo è il primo punto, il primo messaggio della liturgia di oggi: tu sei un perdonato, ognuno di noi è un perdonato”. Lo ha detto il Papa, stamane, nell’omelia della Messa quotidiana a Santa Marta.
Sterilità e fecondità: queste le due parole principali dell’omelia nella celebrazione eucaristica di Francesco a Casa Santa Marta, questa mattina, secondo quanto diffuso dal portale Vatican News. Le letture del giorno presentano l'annuncio della nascita di Sansone e di Giovanni Battista fatta dall’angelo a due donne sterili o troppo avanti negli anni come nel caso di Elisabetta. “Riempite la terra, siate fecondi! - ricorda Francesco - è stato il primo comandamento che Dio ha dato ai nostri padri…Dove c’è Dio, c’è fecondità”.
San Giuseppe conosce “come camminare nel buio”, “come si ascolta la voce di Dio”, “come si va avanti in silenzio”. Papa Francesco, nell’omelia della Messa mattutina presso Casa Santa Marta, parla e racconta di San Giuseppe, il “grande Giuseppe”.
“Sembra che il nostro Dio voglia cantarci la ninna nanna. Il nostro Dio è capace di questo. La sua tenerezza è così: è padre e madre. Ci porta nelle sue proprie viscere. È il Dio che con questo dialogo si fa piccolo per farci capire, per fare che noi abbiamo fiducia in Lui e possiamo dirgli con il coraggio di Paolo che cambia la parola e dice: Papà, Abbà…È la tenerezza di Dio”. Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia pronunciata durante la Messa mattutina a Santa Marta.
“Lasciarsi consolare dal Signore e non preferire lamentele e rancori”. E’ questo il centro dell’omelia di Papa Francesco nella Messa presso Casa Santa Marta. Il Papa riflette sulla Prima Lettura tratta dal profeta Isaia nella quale il Signore promette al suo popolo consolazione.
Ognuno di noi “è un germoglio di quella radice che deve crescere, crescere con la forza dello Spirito Santo, fino alla pienezza dello Spirito Santo in noi. E quale sarebbe il compito del cristiano? Semplicemente custodire il germoglio che cresce in noi, custodire la crescita, custodire lo Spirito”. Lo ha detto il Papa, nell’omelia della Messa mattutina a Santa Marta.
“Il più importante tempio di Dio è il nostro cuore, dice il Papa, dentro di noi abita lo Spirito Santo. Ma cosa succede nel mio cuore? Ho imparato a vigilare dentro di me, perché il tempio nel mio cuore sia solo per lo Spirito Santo? Purificare il tempio, il tempio interiore e vigilare. Stai attento, stai attenta: cosa succede nel tuo cuore? Quali sono i tuoi sentimenti, le tue idee? Tu parli con lo Spirito Santo? Lo ascolti? Vigilare. Stare attenti a cosa succede nel tempio nostro, dentro di noi”. Lo ha detto Papa Francesco questa mattina, nell’omelia della Messa quotidiana a Santa Marta.
Ancora un affondo di Papa Francesco contro le colonizzazioni ideologiche. L'occasione, stamane, nell'omelia della Messa a Santa Marta.
Le colonizzazioni culturali “finiscono per perseguitare anche i credenti. Ma non dobbiamo andare troppo lontano per vedere alcuni esempi: pensiamo ai genocidi del secolo scorso, che era una cosa culturale, nuova: tutti uguali, non c’è posto per le differenze, non c’è posto per gli altri, non c’è posto per Dio. E’ la radice perversa. Davanti a queste colonizzazioni culturali che nascono dalla perversità di una radice ideologica, Eleazaro, lui stesso, si fa radice”. Lo ha detto il Papa nel corso della Messa mattutina a Santa Marta.