Il Cardinale Parolin ha dettato la linea diplomatica della Santa Sede sulla questione ucraina in dichiarazioni che ha reso a margine di un evento di associazionismo cattolico. Il Cardinale ha lasciato intendere che potrebbe essere più lontano un incontro tra Papa Francesco e il Patriarca di Mosca Kirill, ha commentato la sua telefonata con il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov dicendo che non ha ricevuto da questi garanzie, ha ribadito la speranza nel dialogo.
Quasi isolato dai confratelli ortodossi, colpito dalle prese di posizioni dei patriarchi di Georgia e Romania e del metropolita Onufry dalla Chiesa Ortodossa Ucraina – Patriarcato di Mosca – quest’ultimo divenuto destinatario degli aiuti inviati dal Patriarca serbo Porfirije, - il Patriarca di Mosca Kirill ha incontrato il nunzio apostolico Giovanni D’Aniello cercando di ridefinire il perimetro delle attività religiose a quello di moderatori e pacificatori, di fatto indirettamente giustificando il suo silenzio nei confronti delle azioni di Putin.
Una statua dell'Arcangelo San Michele si trova al centro di Kiev con uno scudo e una spada e si erge come protettore della capitale dell'Ucraina e dell'intero paese, oggi minacciato dall'invasione della Russia.Collocata nel 2002 e costruita con bronzo e oro, la statua si trova sopra la "Porta Liadsky" in Piazza Indipendenza a Kiev. L'Arcangelo San Michele è il santo patrono di Kiev e si trova anche al centro dello stemma della capitale ucraina.
Papa Francesco ha più volte espresso il desiderio di andare in Libano. Ma il Libano resta comunque una nazione piena di problemi, e per questo il Cardinale Bechara Rai, patriarca dei maroniti, sottolinea la sua road map per uscire dalla crisi: dichiarare la neutralità del Libano, convocare una conferenza internazionale sotto l’egida delle Nazioni Unite per risolvere le situazioni regionali e in particolare quella dei rifugiati, e quindi lavorare per la stabilità.
ll Senato degli Stati Uniti ha in programma di votare lunedì un disegno di legge che ribalterebbe le restrizioni statali sull'aborto negli Stati Uniti e consentirebbe ai bambini non ancora nati di essere uccisi al momento della nascita per qualsiasi motivo.
Il Cardinale Pietro Parolin ha chiesto pace in Ucraina in una dichiarazione resa a Vatican News, sostenendo la necessità di riprendere una via negoziale, mentre Papa Francesco è andato direttamente a parlare all’ambasciata russa presso la Santa Sede lo scorso 25 febbraio, sincerandosi della condizione della popolazione. Di certo, la guerra in Ucraina è un duro colpo per la diplomazia della Santa Sede, che fino a poco tempo cercava di mantenere rapporti cordiali con la Russia, come testimoniava un viaggio dell’arcivescovo Gallagher nel Paese a novembre 2021. Sarà da vedere se la guerra andrà anche a toccare l’incontro tra Papa Francesco e Kirill che si stava organizzando per i prossimi mesi.
Il presidente della Colombia, Iván Duque, ha definito "qualcosa di atroce "la decisione della Corte Costituzionale del Paese di legalizzare l'aborto fino a 24 settimane di gravidanza.
In un incontro con gli ambasciatori dell’Unione Europea presso la Santa Sede, l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, ha sottolineato come la Chiesa sta affrontando la crisi in Ucraina, partendo dal principio, non negoziabile, di rimanere vicino al popolo. È stata l’occasione per presentare anche agli ambasciatori dell’Unione Europea la difficile situazione nel Paese.
È una difesa forte del lavoro della sua commissione, ma è anche un tentativo di minimizzare i documenti, di normalizzare i rapporti, quella contenuta nel documento con cui Jean-Marc Sauvé risponde all’Accademia Cattolica di Francia che aveva contestato i dati pubblicati dal rapporto della Commissione Indipendente sugli Abusi Sessuali della Chiesa.
Il Sinodo della Chiesa armeno-cattolica riunitosi a Roma nei giorni scorsi, dopo la concessione della comunione ecclesiastica da parte del Papa al nuovo Patriarca Raphaël Bedros XXI Minassian, ha deciso di procedere all’avvio formale della causa di canonizzazione del Cardinale Krikor Bedros Agagianian.
Lo scorso 9 febbraio, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, ha riferito del suo recente viaggio in Libano al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede: un segno della particolare attenzione che la Santa Sede destina al Paese dei Cedri. È noto che Papa Francesco vorrebbe visitarlo, e l’arcivescovo Gallagher ha detto che c’è un viaggio “allo studio”.
Una messa solenne si celebra oggi nella cattedrale metropolitana di S. Pietro Apostolo a Guayaquil in Ecuador .
Mentre la Cina continua le pressioni su Taiwan e Hong Kong, restano sguarnite per un periodo la nunziatura di Cina, che ha sede a Taiwan, e la missione di studio sulla Cina dell’ambasciata delle Filippine presso la Santa Sede, che ha sede a Hong Kong. Una mossa che ha fatto pensare ad alcuni attivisti che la Santa Sede vorrebbe fare il passo successivo, e stabilire relazioni diplomatiche con Pechino. In realtà, non è la prima volta che le due missioni restano sguarnite. Ma non ci sono segnali che, al momento, la Santa Sede voglia rompere i rapporti con Taipei per stingerli con Pechino.
L’anniversario è oggi: cinquanta anni fa, il segretario delle Nazioni Unite Kurt Waldheim faceva visita a Paolo VI, che gli indirizzava un discorso tutto sui valori dei diritti umani e sulla loro difesa. È un anniversario importante, considerando che da sempre la Santa Sede ha una particolare attenzione per il dialogo multilaterale, sviluppata anche nella nomina di un sottosegretario ad hoc nella Segreteria di Stato.
Ad un anno dal colpo di stato dei militari in Myanmar "viviamo in una situazione di stallo. La nostra comunità nazionale è disgregata. Ricostruire la fiducia e ricostruire le nostre istituzioni sarà un compito lungo e arduo. Il conflitto sta diventando sempre più brutale, le atrocità sono ogni giorno più scioccanti. La nostra gente non è rassegnata, ma cerca la pace con dignità. Il Paese potrà rinascere solo attraverso la riconciliazione. La violenza non è l'unico modo per affrontare il male, né è un modo efficace, poiché genera più violenza. Esiste sempre la via del dialogo, la via della pace e della riconciliazione". Così l'Arcivescovo di Yangon, il Cardinale Bo, in un messaggio affidato all'Agenzia Fides.
In occasione della giornata di preghiera per la pace in Ucraina e in Europa, sono state diverse le iniziative, e molte le reazioni delle chiese locali. Da segnalare, in particolare, le dichiarazioni dell’arcivescovo Visvaldas Kulbokas, nunzio in Ucraina; e quelle dell’arcivescovo Ante Jozic, nunzio in Bielorussia.
Era quasi scontato che non sarebbe finita. Così, dopo la decisione della Corte Europea dei Diritti Umani del 12 ottobre scorso, un gruppo di 24 vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti cattolici ha fatto ricorso alla Grane Chambre per chiedere di ribaltare la sentenza, e dunque stabilire che la Santa Sede può essere ritenuta responsabile degli abusi dei sacerdoti e dunque incriminata.
Ad un anno dal colpo di stato in Myanmar il prossimo 1° febbraio l’uica strada per la pacificazione sembra la preghiera.
La sfida della diplomazia pontificia in Europa sarà quella di contrastare la pressione sempre più alta perché l’aborto diventi un diritto umano riconosciuto dalla Carta Europea dei Diritti dell’Uomo. La proposta è venuta da Emmanuel Macron, presidente di Francia, all’inaugurazione della presidenza di turno francese del Consiglio Europeo, mentre Roberta Metsola, nuova presiidente del Parlamento Europeo, nonostante sia sempre stata anti-aborto si è comunque impegnata a firmare una dichiarazione che lo sostiene. La prima risposta è arrivata da una lettera aperta della Federazione delle Associazioni Famigliari in Europa, a testimonianza di come i gruppi alla base siano importanti per portare avanti le buone battaglie ideologiche.
Il 17 gennaio 1947 - 75 anni fa - moriva il Cardinale canadese Jean-Marie-Rodrigue Villeneuve, Arcivescovo di Quebec e Primate del Canada.