La questione delle scuole residenziali resta una ferita aperta, nonostante le scuse di Papa Francesco, che con il viaggio ha risposto ad una delle raccomandazioni della Commissione Verità e Giustizia. Non erano pienamente soddisfatti né il Primo Ministro Justin Trudeau, né membri del suo governo, che pure hanno considerato che la visita del Papa ha avuto un grande impatto.
Quello da compiere è un percorso di guarigione e riconciliazione, e Papa Francesco lo ribadisce davanti al popolo inuit, radunato nel piazzale della scuola elementare di Iqaluit. E agli inuit, quelli che conosciamo come eschimesi e che popolano la zona polare del Canada, lascia tre parole, tre indicazioni per portare avanti la loro identità.
Il Papa incontra nel salone dell’Arcivescovado del Québec una una delegazione di indigeni presenti nella regione. E' il secondo appuntamento di oggi di Papa Francesco, poco prima infatti il Pontefice si è intrattenuto privatamente con i membri della Compagnia di Gesù che operano in Canada.
"Non c’è cosa peggiore, dinanzi ai fallimenti della vita, che quella di fuggire per non affrontarli.
Francesco celebra la sua prima Messa in Canada. Lo fa al Commonwealth Stadium di Edmonton ricordando la Festa odierna dei Santi Gioacchino e Anna, genitori della Beata Vergine Maria.
Primo giorno di attività per Papa Francesco in Canada. Questa mattina Francesco si è recato nell’area di Maskwacis (“colline dell’orso”, in lingua cree), a circa 70 chilometri a sud della città di Edmonton, per incontrare le popolazioni indigene First Nations, Métis e Inuit.
Dopo 10 ore di volo il Papa è arrivato in Canada, precisamente ad Edmonton, capitale della provincia dell’Alberta.
Non sono rimaste a lungo senza ufficiali di più alto rango la nunziatura di Taipei e la missione di studio della Santa Sede ad Hong Kong: le nuove nomine sono state annunciate in una circolare della Segreteria di Stato la scorsa settimana.
Pochi giorni fa è stato inaugurato in Brasile un nuovo santuario mariano dedicato alla Madonna di Lourdes. Il santuario è caratterizzato da un'immagine gigante della Vergine e da una croce. Le strutture superano in dimensioni l'immagine iconica del Cristo Redentore di Rio de Janeiro. A dare notizia del nuovo santuario è l'agenzia ACI Prensa.
Dopo aver saltato il viaggio in Africa previsto ad inizio luglio a causa dei problemi al ginocchio, Papa Francesco dopodomani partirà alla volta del Canada, meta del suo 37/mo viaggio apostolico internazionale.
Sarà un viaggio penitenziale, quello di Papa Francesco in Canada, per portare le scuse della Chiesa cattolica all’assimilazione culturale che sarebbe avvenuta nelle scuole residenziali, ovvero le scuole statali gestite in molti casi dagli ordini religiosi dove i nativi americani erano portati a volte con la forza. E, d’altronde, la richiesta di scuse personali da parte del Papa era una delle raccomandazioni della Commissione Giustizia e Riconciliazione del Canada, il cui rapporto finale era stato accettato dal premier Justin Trudeau con parole durissime sulla vicenda.
Nello Stato nigeriano di Benue, nei soli mesi di maggio e giugno, almeno 68 cristiani sono stati uccisi e molti sono stati rapiti. Ben 1,5 milioni di persone sono state costrette a lasciare le loro case. Alla radice del problema ci sono i persistenti attacchi dei terroristi islamici della tribù Fulani ai danni di comunità agricole, in gran parte cristiane, residenti nella Nigeria centrale. Le ragioni di tali attacchi sono complesse. I conflitti tra pastori nomadi e contadini stanziali risalgono a secoli fa, ma negli ultimi anni l'afflusso di moderne armi da fuoco ha reso le aggressioni molto più distruttive. La dimensione religiosa aggrava la situazione, in un Paese diviso equamente tra un sud a maggioranza cristiana e un nord a maggioranza musulmana, e in cui la maggior parte dei combattimenti si svolge nella regione centrale, dove si trovano le terre più fertili. Secondo Mons. Wilfred Chikpa Anagbe, vescovo di Makurdi, una delle diocesi di Benue, i terroristi si travestono da pastori nomadi per nascondere il vero scopo dei loro attacchi, che è quello di espellere i cristiani dalle loro terre.
Sembra sempre più concreta la possibilità che Papa Francesco vada in Ucraina. L’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, lo ha ribadito con sicurezza, legando ovviamente la possibilità della visita alle condizioni del Papa dopo il viaggio in Canada del 24-30 luglio. Ma il “ministro degli Esteri” vaticano ha anche dichiarato il “fallimento della diplomazia”, che non è riuscita ad agire in maniera preventiva per fermare il conflitto, e anche un fallimento dell’Unione Europea.
Sembra davvero possibile una visita lampo di Papa Francesco a Kyiv. L’arcivescovo Paul Richard Gallagher, “ministro degli Esteri” vaticano, ha detto che “non escluderebbe” che il Papa andasse nella capitale ucraina ad agosto. È una apertura importante, considerando la tradizionale prudenza della diplomazia pontificia.
Esattamente 10 anni fa - il 9 luglio 2012 - moriva a Rio de Janeiro il Cardinale Eugenio de Araujo Sales.
Nel quadro del possibile rinnovo dell'accordo tra Vaticano e Cina per la nomina dei vescovi, i cui termini al momento restanto ancora riservati, un rappresentante della Santa Sede avrebbe avvertito della possibile crescente persecuzione contro i cattolici a Hong Kong.
Indipendente dal 2011, il Sudan del Sud sarebbe stata la seconda e ultima tappa del viaggio di Papa Francesco in Africa. Qui il Pontefice sarebbe stato raggiunto dall’Arcivescovo di Canterbury e dal Moderatore della Chiesa di Scozia per un pellegrinaggio per la pace.
E’ morto oggi Il Cardinale brasiliano Cláudio Hummes, Prefetto emerito della Congregazione per il Clero ed Arcivescovo emerito di São Paulo: era nato a Montenegro l’8 agosto 1934.
Come è noto Papa Francesco in questi giorni avrebbe dovuto visitare la Repubblica Democratica del Congo e il Sud Sudan, ma i suoi problemi al ginocchio gli hanno impedito di viaggiare. In sua vece è stato inviato il Cardinale Parolin, Segretario di Stato.
La Conferenza Episcopale Italiana ha espresso “profondo dolore per la morte di suor Luisa Dell’Orto, uccisa il 25 giugno durante un’aggressione armata alla periferia di Port-au-Prince, ad Haiti, dove era impegnata in un progetto di accoglienza dei bambini poveri. L’intera comunità ecclesiale si stringe attorno alle Piccole Sorelle del Vangelo di Charles de Foucauld delle quali suor Dell’Orto faceva parte e alle missionarie e ai missionari italiani che spendono generosamente la propria vita in diverse parti del mondo, anche in contesti difficili e di guerra”.