La seconda giornata del viaggio apostolico di Papa Francesco nella Repubblica Democratica del Congo si apre con la celebrazione della Messa all'aeroporto di Ndolo, a Kinshasa.
Dall'ultima visita di un pontefice nella Repubblica Democratica del Congo sono passati 37 anni. L'Ambasciatore dell'Ordine di Malta nella RDC Geoffroy de Liedekerke spiega: "La popolazione è ansiosa di accogliere Papa Francesco.
Indipendente dal 2011, il Sudan del Sud sarà la seconda e ultima tappa del viaggio di Papa Francesco in Africa. Qui il Pontefice sarà raggiunto dall’Arcivescovo di Canterbury e dal Moderatore della Chiesa di Scozia per un pellegrinaggio per la pace.
La Repubblica Democratica del Congo, indipendente dal Belgio dal 1960, ha alle spalle una lunga storia spesso segnata dal sangue e dalla violenza. Nel 1965 ebbe inizio la dittatura del generale Mobutu che rinominò la nazione Zaire. Caduto il dittatore nel 1996, il Paese conobbe ben due sanguinose guerre durate fino al 2003. Dal 2004 un altro conflitto insanguina la regione di Kivu.
Si prepara il viaggio di Papa Francesco in Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan, e vale la pena guardare a come queste due nazioni hanno gestito le relazioni diplomatiche con la Santa Sede. Osservatore privilegiato è sicuramente il nunzio in Repubblica Democratica del Congo, l’arcivescovo Ettore Balestrero, che con ACI Stampa delinea quali sono le sfide del viaggio.
Nel messaggio in occasione del convegno sul morbo di Hansen all’Augustinianum di Roma dal titolo ‘Non lasciare indietro nessuno’,
Quando Papa Francesco visitò il Myanmar nel 2017, sembrava ci fossero speranze per il ritorno alla normalità. Su suggerimento del Cardinale Charles Bo, arcivescovo di Yangon, il Papa fece la prima visita al capo dei militari, gettando così un ponte di dialogo verso la giunta che aveva da poco aperto ad una prima democratizzazione. Tre anni dopo, però, un nuovo colpo di Stato militare, con l’imprigionamento del ministro degli Esteri Aun San Suu Kyi, ha rigettato il Paese nel caos.
Ci sono due eventi chiave per la Chiesa cinese nel 2007: l’ordinazione episcopale di Giuseppe Li Shan, nominato arcivescovo di Pechino con l’approvazione della Santa Sede, e la morte dell’arcivescovo Fue Tieshan, che fu una figura chiave della Chiesa patriottica legata a Pechino. La scelta di Li Shan fu, allora, un segno di buona volontà da parte del governo cinese e anche della Santa Sede, che arrivavano ad un accordo su un vescovo ufficiale, ma non così duro nelle posizioni pubbliche. Ora, il governo di Pechino celebra il vescovo Li Shan con una mostra che sembra voler piuttosto riaffermare la sua posizione decisionale.
Il Cardinale Maradiaga, che ha compiuto 80 anni lo scorso 29 dicembre, lascia oggi la guida dell’Arcidiocesi Metropolitana di T
C’è già una possibile data, per la possibile presenza del Papa a Marsiglia: il 23 settembre. Perché sarà in quel giorno che i vescovi del Mediterraneo si incontreranno per la terza volta, dopo gli incontri di Bari 2020 e Firenze 2022, cercando un punto di vista comune. Ed è a Marsiglia che si sono incontrati, tra il 10 e il 15 gennaio, i vescovi della Conferenza Episcopale del Nord Africa, quasi a preparare il prossimo incontro di settembre.
Non ci sono segnali che il Papa voglia andare a Kyiv a breve. Ci sono, però, segnali che la diplomazia del Papa guarda all’Ucraina con attenzione, tanto che in due eventi a distanza di un giorno l’uno dall’altro l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, ha affrontato il tema della pace nel Paese. Una pace che la Santa Sede vuole “concreta”, consapevole che questo possa non essere né quello che vuole il presidente ucraino Volodymir Zelensky, né conforme con gli obiettivi del presidente della Federazione Russa Vladimir Putin.
Più che una nomina vera e propria è di fatto una conferma: Papa Francesco stamane ha nominato Arcivescovo Metropolita di Caracas il Cardinale Baltazar Enrique Porras Cardozo, finora Arcivescovo di Mérida e dal luglio 2018 Amministratore Apostolico “sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis” dell’arcidiocesi di Caracas. Il porporato ha compiuto 78 anni lo scorso ottobre.
Dopo soli tre anni, Francesca Di Giovanni lascia l’incarico di sottosegretario per il settore multilaterale della Segreteria di Stato vaticana. Era la prima donna laica ad arrivare ai vertici della Segreteria di Stato vaticana. Al suo posto, monsignor Daniel Pacho.
Alle ore 11, poco prima della fine della Messa solenne di esequie celebrata in piazza San Pietro da Papa Francesco per il Papa Emerito Benedetto XVI, su disposizione della Conferenza Episcopale Tedesca (CET) le campane delle ventisette diocesi della Repubblica Federale hanno suonato per dare l’addio al pontefice tedesco.
“La morte del Papa emerito Benedetto XVI è un lutto per l’Italia. La sua dolcezza e la sua sapienza hanno beneficato la nostra comunità e l’intera comunità internazionale. Con dedizione ha continuato a servire la causa della sua Chiesa nella veste inedita di Papa emerito con umiltà e serenità. La sua figura rimane indimenticabile per il popolo italiano. Intellettuale e teologo ha interpretato con finezza le ragioni del dialogo, della pace, della dignità della persona, come interessi supremi delle religioni. Con gratitudine guardiamo alla sua testimonianza e al suo esempio”. Così il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella ha voluto ricordare la figura di Benedetto XVI, una volta appresa la notizia della morte del Papa emerito.
Non c’è stato un grandissimo cambio generazionale all’interno del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Nel corso del 2022, sono stati scelti sette nunzi di prima nomina, di cui uno, il vescovo Noël Treanor chiamato a guidare la nunziatura presso l’Unione Europea, non proveniva da carriera diplomatica. L’idea è che ci saranno altri nunzi non provenienti da carriera diplomatica nel corso dell’anno, perché ci sono diverse nunziature che richiedono un ricambio generazionale.
Il Cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, S.D.B., Arcivescovo metropolita di Tegucicalpa (Honduras), compie oggi 80 anni ed esce così dal novero dei Cardinali elettori in un futuro conclave: è nato nfatti a Tegucigalpa il 29 dicembre 1942.
“Nel Natale noi celebriamo il grande mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio: Dio si fa bambino, si fa uno di noi, si fa nostro fratello per dare inizio a una umanità nuova, in cui ci sono solo fratelli e sorelle”. Così Padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa, nel messaggio inviato da Betlemme in occasione della Solennità del Natale.
Quali saranno i temi dell’Urbi et Orbi di Natale di Papa Francesco? Dal punto di vista diplomatico, la domanda non è banale. Da ciò che si sceglie di menzionare e ciò che si sceglie di non menzionare nell’urbi et orbi si possono comprendere quali siano state le priorità della diplomazia pontificia nel corso dell’anno, e si può azzardare anche qualche previsione per il futuro.
Si continua a pregare in Nigeria per la liberazione di P. Christopher Ogide, il sacerdote della diocesi nigeriana di Umuahia, rapito il 17 dicembre scorso.