Il gallo della guglia di Notre Dame era stato praticamente liquefatto dall’incendio del 15 aprile 2019, e c’era il timore che le reliquie che vi erano contenute – di San Dionigi, Santa Genevieve e un frammento della corona di spine di Cristo – fossero andate perdute. Invece, in una delle situazioni incredibili che hanno fatto seguito all’incendio, le reliquie erano intatte. Il gallo è stato ricostruito, dunque, e il 16 dicembre l’arcivescovo di Parigi Laurent Ulrich ha benedetto il nuovo gallo, dove oltre alle reliquie sono stati custoditi anche i nomi delle persone che hanno lavorato alla ricostruzione, e questo è stato posto di nuovo sulla guglia.
Papa Francesco il prossimo anno farà pochi viaggi, ma uno di questi – ha rivelato in una intervista a Televisa – dovrebbe essere in Belgio, per celebrare i 600 anni dell’Università Cattolica di Lovanio. Una notizia arrivata a sorpresa, ma neanche troppo, in Belgio, perché i rettori dell’Università di Lovanio sezione neerlandese e francese (sono scisse in due identità indipendenti dal 1968) avevano inviato un invito al Papa già all’inizio dell’anno. Un invito che non è rimasto lettera morta. In Belgio è già cominciata l’attesa.
Sembra incredibile, ma fino a 30 anni fa Budapest non era arcidiocesi. Non era nemmeno diocesi. La sede primaziale di Ungheria era Esztergom, mentre le parrocchie di Budapest era divisa tra diverse diocesi, cosa che rispecchiava, in fondo, il fatto che la città fino al XIX secolo era, in realtà, accorpamento di tre diversi villaggi, separati dal fiume Danubio. Entità anche diverse tra loro, perché alcune erano state più esposte alle invasioni tartare e turche di altre.
Per la seconda volta, il 14 dicembre 2023, si è svolta presso l'Università Cattolica Giovanni Paolo II di Lublino (KUL) una celebrazione congiunta del'Avvento e dell'Hanukkah – "Luce nel buio". L'incontro è stato organizzato su iniziativa del Centro per le Relazioni Cattolico-Ebraiche Abraham J. Heschel della KUL. – Questi eventi con la partecipazione del popolo eletto, opera di Dio -Jahve, fanno parte della nostra comune storia di salvezza – ha affermato Monsignor Mieczysław Cisło, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Lublino, durante la cerimonia.
Il rapporto tra il Papa e la Chiesa cattolica in Germania è difficile da comprendere.
Il tema del diritto all’aborto nella Costituzione in Francia è solo l’ultimo segnale della cultura della morte che imperversa in Europa. Non a caso, è stato citato dall’arcivescovo Gintaras Grušas di Vilnius, presidente del CCEE, nella prolusione dell’ultima plenaria, che si è tenuta a Malta dal 27 al 30 novembre. Ma ci sono anche molte altre sfide che le Chiese che sono in Europa devono affrontare dal punto di vista legale: dalle migrazioni forzate create dalla guerra in Ucraina e anche dal nuovo conflitto in Terrasanta, alle questioni della maternità surrogata e della sperimentazione sulla crescita, fino alla protezione dei dati personali della Chiesa cattolica nei dati di abuso.
Questo potrebbe essere l’ultimo Natale senza Messe a Notre Dame de Paris, la cattedrale di Parigi, devastata da un incendio il 15 aprile 2019. I lavori di ristrutturazione e riparazione sono andati secondo previsioni, e il presidente francese Emmanuel Macron ha visitato il cantiere dell’ultima guglia riparata lo scorso 8 dicembre, annunciando che l’apertura sarebbe avvenuta ad un anno esatto dalla sua visita.
Per un vescovo esperto di ecumenismo, non poteva che esserci una celebrazione nel segno dell’ospitalità ecumenica. E così l’ordinazione a vescovo di Raimo Ramòn Goyarrola Belda, chiamato a guidare la diocesi Helsinki, non ha avuto luogo nella cattedrale cattolica della capitale di Finlandia dedicata a Sant’Enrico, troppo piccola per un evento di questa portata. L’ordinazione ha invece avuto luogo nella chiesa evangelica luterana di San Giovanni, gentilmente concessa dalla Chiesa luterana finlandese.
La guerra in Ucraina ha avuto un impatto anche sui cattolici che vivono in Russia, una piccola minoranza nel Paese. I quali però hanno risposto alle difficoltà causate dalla situazione con voglia di costruire, di ripartire, con nuovo slancio. Con spirito cristiano si potrebbe dire. E l’arcivescovo Paolo Pezzi, che guida l’arcidiocesi della Gran Madre di Dio che copre i territori di Mosca e San Pietroburgo non ha dubbi nell’indicare nel senso del perdono il più grande contributo che la Chiesa cattolica in Russia può dare all’Europa oggi.
La morte di padre Jacques Hamel, avvenuta il 26 luglio 2016, mentre celebrava la messa nella sua chiesa a Saint-Étienne-du-Rouvray, ha suscitato una forte emozione e una reale mobilitazione per il dialogo tra le religioni.
Per il vescovo Mariano Crociata, il grande problema è prima di tutto culturale. Perché i fenomeni che si vivono in Europa, dal rinascente populismo nazionalista alla deriva anti-religiosa, sono complessi e interconnessi, e “i meccanismi di reazione di tipo irrazionale alla fine denunciano il limite culturale e spirituale che affligge il nostro mondo e i nostri Paesi”. È un punto sul quale “siamo interpellati come Chiesa e come pastori, perché viene in questione la nostra capacità di annuncio e il nostro compito educativo. Senza supporto culturale e spirituale anche il processo sociale, politico e istituzionale si inceppa”.
Al termine di una plenaria densa di temi, che ha portato alla decisione storica di trasferire la sede del Consiglio delle Conferenze Episcopali di Europa a Roma, l’arcivescovo Gintaras Grušas, presidente del CCEE, fa con ACI Stampa il punto dei lavori. E sottolinea che la priorità per i vescovi di Europa è quella dell’evangelizzazione.
Era dal 1977 che il Consiglio delle Conferenze Episcopali di Europa aveva la sua sede a San Gallo, in Svizzera. Entro il prossimo anno, con una decisione storica e presa all’unanimità da tutti i membri del Consiglio, la sede si sposterà a Roma, inaugurando così una nuova era per il Consiglio, che non dimentica comunque di ringraziare la Conferenza Episcopale Svizzera per il supporto e l’accoglienza fornita in tutti questi anni.
Il Sinodo dei vescovi è ancora Sinodo dei vescovi. Perché i vescovi hanno ancora una responsabilità cruciale nel percorso sinodale, sono chiamati ad aprire i processi, a fare da tramite con Roma, ad essere i corpi intermedi tra il Papa e le conferenze episcopali nazionali ma anche le tappe continentali del Sinodo, che il Papa ha voluto trasformare “da evento a processo”. Intervenuto alla plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali di Europa il 28 novembre, il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo, ha cercato di rispondere alle preoccupazioni avanzate da diversi vescovi sul loro ruolo in una Chiesa chiamata oggi ad essere nel percorso dell’ascolto.
La Chiesa in Europa si trova di fronte a sfide importanti, da vivere con una voce unica e con lo sguardo diretto a Cristo, per poter essere davvero una “Europa samaritana”. L’arcivescovo Gintaras Grušas di Vilnius, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali di Europa, comincia con una densa prolusione l’assemblea plenaria che riunisci i presidenti di 33 conferenze episcopali, più sei tra diocesi nazionali ma senza conferenza episcopale e diocesi dalle caratteristiche particolari.
L’adesione dei tedeschi alla religione cristiana scende in picchiata. E più velocemente di quanto preventivato.
Una settimana fa Papa Francesco aveva scritto in una lettera quello che pensava di certe derive del "Cammino sinodale" della Chiesa cattolica in Germania.Sinodo in Germania, ora spunta anche una lettera del cardinale Parolin
Quello delle violenze e della profanazione delle chiese in Francia è un problema che non sembra diminuire. Anzi.
Nel 2022, i crimini di odio contro i cristiani hanno raggiunto 748 casi documentati, con un aumento del 44 per cento rispetto al 2021, quando si erano registrati 519 crimini di odio. In aumento esponenziale anche i casi di incendio doloso alle chiese, che ha registrato un più 75 per cento tra il 2021 e il 2022. Sono i dati del Rapporto Annuale dell’Osservatorio per l’Intolleranza e la Discriminazione contro i Cristiani in Europa.
“Il diritto all’aborto sarà irreversibile”. A fine ottobre, il presidente francese Emmanuel Macron ha spiegato così la sua intenzione di avviare le procedure per inserire il diritto all’aborto nella costituzione francese. Dopo la legge sull’eutanasia, ancora da dipanare e la cui presentazione fu rinviata perché non accadesse durante il viaggio del Papa in Francia, il presidente francese impartisce un altro duro colpo alla cultura della vita. E i vescovi francesi non stanno a guardare.