“Andavamo in Russia: che sapore di avventura; che gusto, al pensiero, di terre lontane e sconfinate; che ansia, all’idea di entrare finalmente nei paesi che il muto, enorme, impenetrabile muro bolscevico aveva tenuto da tanto divisi dal resto del mondo.
Nel convento dei cappuccini di Padova, noto nel mondo come santuario di Padre Leopoldo, in diversi dipinti dedicati al santo e alla sua vita compaiono scorci di paesaggi che appartengono alla sua terra d’origine, la Dalmazia, simboleggiano uno sguardo costantemente rivolto a Oriente, il mare, i profili di monti e di città che compongono l’orizzonte spirituale di Leopoldo Mandic.
San Giovanni della Croce (1542-1591) è stato definito il Doctor mysticus. Ciò in quanto in tutta la sua vita ha cercato di penetrare l'Assoluto, con l'amore e con una vita di abnegazione.
Cento anni possono sembrare pochi nella storia millenaria della Terra Santa, ma per la rivista che porta questo nome sono invece molti e sono segno di una vita che cambia velocemente.
Il silenzio, animato da lievi fruscii, da un soffio di vento che penetra da un vetro rotto, una goccia d’acqua che dal soffitto di una navata devastata scende giù ritmicamente. In quel silenzio si percepisce la vita, spesso ricca di millenni, che deve essere trascorsa tra quelle mura, sotto quelle absidi, tra quelle stanze: vita quotidiana, vita di fede, dolori, speranze, tragedie. L’incuria, l’abbandono, la tragedia di un conflitto.
Tra i poeti del Novecento letterario spicca la figura di Clemente Rebora. Il letterato dopo la conversione, avvenuta nel 1929, scelse di diventare sacerdote e membro dell'Istituto della Carità.
Sembra a volte, nella vita di ciascuno come nella storia universale, che le tenebre siano invincibili, che nulla le possa diradare. Ci sono momenti in cui la sconfitta, l’umiliazione, il fallimento siano l’unico risultato. Quando sembra che il male abbia l’ultima parola. "Ma noi sappiamo che non sarà il male ad avere l’ultima parola". La vita e il pensiero di Joseph Ratzinger sono percorse da questa irriducibile, granitica convinzione, che oggi, in questo particolare periodo, getta una luce su queste giornate dall’orizzonte incerto.
Nella storia della letteratura italiana, tra i tanti poeti che vi sono menzionati, spicca il nome di Clemente Rebora.
E’ uscito recentemente il testo “Benedicto XVI el primer Papa Emerito de la historia, un perfil historico canonistico”, a cura di Rosario Vitale. Si tratta della traduzione in lingua spagnola del volume curato dallo stesso religioso missionario del Sacro Cuore di Gesù e fondatore del giornale online Vox Canonica.
Leggendo l'itinerario poetico di Clemente Rebora (Milano1885-Stresa 1957) si resta ammirati dalla forza di volontà nel seguire Dio.
Padre Clemente Maria Rebora spirò al mondo il 1 novembre 1957. La sua esistenza di poeta trascorse, feconda ed attraversata da moltissime istanze, che lo portarono dall'ideale laico della bontà a quello divino della santità.
La poesia è una delle forme più alte per la lode a Dio. Tra i poeti che, maggiormente, si sono occupati del delicato rapporto fra la fede e la lirica vi è Clemente Rebora (1885-1957).
Una triste e piovosa sera di novembre Lorenzo Lotto, pittore, alla fioca luce di un candeliere si mette a scrivere, dando così inizio a quello che poi sarebbe diventato il suo Libro di spese diverse. Si trova ad Ancona, in questo novembre del 1538; ha già alle spalle anni di girovagare per le province italiane, ha accettato incarichi in piccole città, in paesi e chiese di campagna. Sì, certo, è stato anche a Roma, alla corte papale, ha potuto far parte della gloriosa compagnia che doveva affrescare gli appartamenti papali.
Cristiani contro: una formula, un titolo che sembrano riferirsi a un atteggiamento ostativo, avversativo, se non altro combattivo. Contro chi e che cosa? Contro, ma a favore di cos’altro? O semplicemente controcorrente?
Nel parlare di fede si toccano vari temi: esistenza, teologia, devozione o quanto altro. Ma la fede è il vero motore di chi crede in Dio, in quanto solo il Padre è il punto di partenza e di arrivo di questo viaggio.
Quel quadro aveva sorpreso persino lui, il suo autore. Lui, Lorenzo Lotto, pittore già famoso, in quell’anno 1533. Da Venezia, dov’era nato, cresciuto, formato, era arrivato fin qui, nelle terre delle Marche. Ora aveva dipinto un’Annunciazione che avrebbe sfidato tutti, a cominciare da lui stesso.
E’ il giorno di Natale, un giorno diverso da tutti i giorni di festa vissuti. E’ un Natale vissuto all’ombra della pandemia e in molti ci sentiamo smarriti, tristi, preoccupati. Allora, proprio adesso, immaginiamo di non essere più qui, nelle nostre città semideserte e blindate, ma in un luogo antico e lontano.
Nel cuore della vecchia Roma, tra piazza Fontanella Borghese e via dei Prefetti, c'è il vicolo del Divino Amore. Il rione è quello di Campo Marzio, uno dei più antichi di Roma. In questo luogo, cosi antico e bello del centro, si può ammirare la chiesa che porta l'omonimo nome.
Tra le pagine di un libro possiamo incrociare una strada che ci porta lontano, iniziamo viaggi altrimenti impossibili, ci vengono incontro risposte che credevamo destinate al silenzio. Quest’anno, in occasione delle feste natalizie, i libri come sempre, ma più di ogni altro momento fin qui vissuto, ci possono aiutare a vivere in profondità il senso più autentico del Natale e ad aprire i cuori alla speranza e al Mistero.
Carlo Albero Salustri (1871-1950), conosciuto con lo pseudonimo di Trilussa, fu uno dei grandi poeti romani. Nato in via del Babuino, nel cuore della vecchia Roma, la sua esistenza si svolse tutta nella Città eterna.