L’anno dantesco in Vaticano si è aperto con la lettera apostolica di Papa Francesco, pubblicata il 25 marzo, giorno in cui cominciava l’anno secondo il computo ab Incarnatione, nel giorno in cui gli studiosi fanno iniziare il viaggio ultraterreno narrato nella Commedia.
A Sant’Elena, piccola isola sperduta nell’Atlantico, aveva passato gli ultimi anni, a guardare l’infinito, a ripensare alla sua fulminante esistenza, a quante cose aveva fatto, alle battaglie, alle sconfitte, ai dolori subiti e a quelli inflitti. Tutti gli anni passati a correre da una terra all’altra, a dare ordini, a vedere tremare sotto di se’ infinite schiere di uomini e donne, e ora ritrovarsi solo, malato, stanco, davanti all’infinito.
“Per poco non abbiamo tralasciato il calice!” esclama Origene mentre commenta le parole del Salmo 15 “Il Signore è la porzione della mia eredità e del mio calice”.
Il 2 marzo del 2020 sono stati aperti gli archivi di Pio XII e si sono aperti anche i progetti di studio e di ricerca che nascono dalla possibilità di lavorare su materiali fino ad oggi inediti.
In un anno difficilissimo per l’intero settore della cultura, durante il quale tutti i musei hanno dovuto e ancora devono reinventarsi ogni giorno per mantenere in modi innovativi il contatto con il proprio pubblico l’AMEI Associazione Musei Ecclesiastici Italiani ha rinnovato il proprio Consiglio Direttivo. Nuovo presidente è Giovanni Gardini.
Una bambina abbandonata, una città appena uscita dalla guerra e ancora piena di ferite – anche fisiche – lasciate da bombe e lutti, una donna di mezza età che si sente inutile, con una vita invisibile agli occhi di tutti: nel cuore di queste desolazioni fiorisce un giardino, strappato con determinazione, quasi con ferocia, alle macerie e alle proibizioni. Un giardino che cresce all’ombra di una chiesa diroccata, sotto gli occhi della statua di Maria Vergine con il suo Bambino.
Sono quattrole relazioni fraterne del Cantico delle creature di san Francesco: la relazione con Dio, la relazione con tutte le creature, la relazione con il perdono, la relazione con «sora Morte corporale»
“Se Cristo non è risorto”, afferma Paolo nella prima lettera ai Corinzi, “allora vana è la nostra predicazione e vana la nostra fede”.
Il Sommo Poeta, l’artefice della lingua italiana, il pilastro della letteratura di ogni tempo. Come trovare una definizione giusta per Dante Alighieri? Cosa dire di lui che non sia già stato detto, scritto, declamato?
Papa Francesco nella sua Lettera Apostolica Patris corde cita lo scrittore polacco, Jan Dobraczyński. Nel suo libro L’ombra del Padre viene narrata in forma di romanzo la vita di San Giuseppe. L’autore polacco, “con la suggestiva immagine dell’ombra definisce la figura di Giuseppe, che nei confronti di Gesù è l’ombra sulla terra del Padre Celeste: lo custodisce, lo protegge, non si stacca mai da Lui per seguire i suoi passi”. Ma chi è lo scrittore citato da Papa Francesco?
Essere padri, nel più profondo senso del termine. Essere punto di riferimento, autorevole, non autoritaria. Una possibilità che oggi appare sempre più remota. Anzi, viene considerata un’imposizione, una sopraffazione, viene sistematicamente demolita. Ecco allora che la figura di San Giuseppe, di cui oggi si celebra la festa – e in un anno a questa figura espressamente dedicato come deciso da papa Francesco – assume un rilievo ancora più profondo. Questa figura necessariamente deve uscire dall’ombra, in cui è stata relegata a lungo, e torna ad assumere il ruolo che le compete.
Un giornale che non è solo un giornale, ma un microcosmo attraverso il quale “filtra” la visione dell’intero mondo, della storia, presente, passata, persino futura.
Occasioni che si uniscono intorno ad un unico nome: quello di Elena Bono, una delle scrittrici italiane più significative della seconda metà del XX secolo. Ma, fatalmente, anche una delle meno conosciute. Classe 1921, è nata il 29 ottobre a Sonnino, antico paese laziale, e morta nel 2014, il 26 febbraio, presso l’ospedale genovese di Lavagna. Cristiana, scrittrice, intensa, coerente, fino all’ultimo istante della sua vita.
Di Mario Pomilio solo qualche settimana fa ricorreva il centenario della nascita, avvenuta a Orsogna, in provincia di Chieti, il 14 gennaio 1921. Una ricorrenza che, purtroppo, non ha avuto la rilevanza che meriterebbe. Occasione per ricordare, anzi celebrare, uno scrittore importante, ma non abbastanza letto e ricordato. Eppure, basterebbero tre soli romanzi per definirne l’importanza.
Per chi ha voglia di “saperne di più” senza impegnarsi in letture troppo specializzate la serie di testi raccolti della rassegna culturale “Illustrissimi” del Centro Papa Luciani è perfetta.
Una folla vociante sciama dentro la Città Santa, tra i vicoli stretti e i banchi dei mercanti, donne e bambini che piangono e si disperano, i soldati romani che spingono con violenza il prigioniero, l’Uomo dei dolori, mentre trasporta la croce dove sarà inchiodato di lì a poco:
C’è Asia Bibi, la cristiana pakistana accusata a morte per blasfemia e incarcerata per dieci anni (fino all'assoluzione, ma soltanto per vizi di procedura) e ci sono i Paesi del Golfo Persico, dove tra le sabbie del deserto sorgono a ritmo sostenuto nuove chiese cristiane.
Sara è una bambina di appena quattro anni, allegra, vivace, una bambina come tante altre, amatissima dalla mamma Anna e dal papà Michele. Vive a Gubbio, con i genitori e un’altra sorella, da quel 31 dicembre 2002, giorno della sua nascita.
E’ scesa la notte, una notte silenziosa a Lourdes. Ferruccio Parazzoli, scrittore, saggista, una delle voci più limpide ed autorevoli della nostra letteratura contemporanea, si trova nella sua stanza, turbato, pieno di pensieri. Alza lo sguardo e in fondo alla stanza vede don Attilio, un sacerdote che aveva accompagnato la sua infanzia e adolescenza. Non è la prima volta che si trova in sua compagnia.
Un volo a precipizio verso l’abisso, fatto di nuvole scure, fitte. L’angelo disobbediente, Lucifero, cade verso il basso, sarà presto inghiottito dalla terra nera, negli inferi, e da lì uscirà per tormentare gli uomini. Non sarà un’impresa difficile, gli uomini si tormentano già abbastanza da soli. L’angelo caduto lo sa, sarà così, l’angoscia che prova la sentiranno perennemente sorgere dentro l’anima.