Agape, economia, bene comune. Ne ha parlato a Macerata Luigino Bruni,docente di economia politica alla Lumsa di Roma, in un incontro organizzato dalla diocesi.
Elisabetta Vato è infermiera al Gaslini di Genova. Il 27 maggio era una della 900 voci del grande coro che ha animato la liturgia della messa di Piazzale Kennedy presieduta da Papa Francesco.
Un invito in Canada, per visitare il Paese e per portare le scuse della Chiesa ai popoli indigeni inculturati con le scuole presidenziali. Questo ha portato Justin Trudeau, premier canadese, a Papa Francesco, insieme all’interesse per alcuni altri grandi temi (il dialogo interreligioso, il clima, la diversità etnica, le migrazioni) e il silenzio su altri come il tema della vita.
Era annunciata pioggia, a Roma c’è stato un diluvio terribile che ha allagato le cantine, eppure a Manoppello non è caduta neanche una goccia. Già dal 20 maggio i pellegrini da Mosca, dalle Filippine, da tutta Italia e dall’Europa circondavano il santo sudario, che in attesa dell’annuale processione era stato portato giù dall’altare. Prima della messa delle 7.30 il cardinale, 59 anni, giovanile e sorridente, aveva dato la benedizione col Volto di Dio Urbi et Orbi, anche se in questo caso dovremmo dire piuttosto: a Manoppello e al mondo.
Sono capace di ascoltare lo Spirito Santo? “Sono capace di chiedere ispirazione prima di prendere una decisione o dire una parola o fare qualcosa? O il mio cuore è tranquillo, senza emozioni, un cuore fisso? Ma certi cuori, se noi facessimo un elettrocardiogramma spirituale il risultato sarebbe lineare, senza emozioni. Anche nei Vangeli ci sono questi, pensiamo ai dottori della legge: erano credenti in Dio, sapevano tutti i comandamenti, ma il cuore era chiuso, fermo, non si lasciavano inquietare”. Così Papa Francesco stamane nell'omelia pronunciata durante la Messa a Santa Marta.
L’intervento della Santa Sede alla 70esima assemblea mondiale della Sanità si è concluso con l’invito alle autorità presenti a partecipare alla Conferenza Internazionale “Affrontare le disparità globali in materia di salute” che si svolgerà in Vaticano dal 16 al 18 novembre.
Madre Maria Rosa è Nata a Udine, ha 59 anni ed è la settima di otto fratelli. Da più di trent’anni, vive come suora di vita contemplativa nel monastero dove Santa Rita ha trascorso 40 anni della sua esistenza, fino alla morte nel 1457, a Cascia. Negli ultimi dodici anni, per tre mandati consecutivi, Madre Maria Rosa ha affiancato nel ruolo di vicaria la badessa uscente, Madre Natalina Todeschini, alla guida della comunità composta da 28 suore di clausura. Da febbraio 2017 è lei la nuova Madre Badessa. ACI Stampa l’ha intervistata in occasione della Festa di Santa Rita appena trascorsa, il 22 maggio:
Ha lasciato questa terra con la serenità che l’ha sempre contraddistinta nei suoi 110 anni di vita. È morta ieri a Lucca, nella sede delle Ministre degli Infermi, suor Candida Bellotti, la religiosa di origini venete che si era distinta per la sua straordinaria longevità.
Nel giorno dell’Ascensione che “dà fiducia e sicurezza alla testimonianza cristiana nel mondo”, nonostante le persecuzioni, Papa Francesco esprime ancora la sua vicinanza a Papa Tawadros II, il patriarca copto che lui ha visitato a fine aprile in Egitto e la cui comunità è stata colpita negli scorsi giorni da un violento attentato che ha causato 35 morti, tra cui anche bambini.
41 anni di episcopato sono un traguardo importante. E lo sa bene Benedetto XVI. Il Papa emerito festeggia oggi infatti il 41 ° anniversario della sua ordinazione episcopale, avvenuta il 28 maggio 1977 per l’imposizione delle mani del Vescovo di Wurzburg Josef Stangl.
Dopo quaranta giorni dalla resurrezione, Gesù con l’Ascensione pone termine alla sua visibile presenza tra gli apostoli e promette la forza dello Spirito Santo. Si stacca da loro e fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi (At 1.8-9). L’Ascensione rappresenta il trionfo di Gesù. San Bernardo di Chiaravalle afferma che con l’Ascensione l’opera della salvezza appare compiutamente realizzata.
Sullo sfondo il mare, e qualche chilometro più in là il porto da cui partì suo padre per l’Argentina, dando inizio ad una nuova storia della famiglia. E Papa Francesco non può non pensare al mare nella sua omelia, chiedendo a tutti di “gettare ogni giorno l’ancora in Dio”, perché la nostra vita è simile “ad una nave carica di merci”. Un peso che il Papa non esita a chiamare “male di vivere”.
Come i suoi predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, anche Papa Francesco ha voluto visitare l’Ospedale pediatrico Gaslini di Genova.
Sono circa 130 i rifugiati, i senza fissa dimora e i detenuti che pranzano con Papa Francesco oggi al Santuario di Nostra Signora della Guardia, a Genova. Un menù tipico genovese quello preparato da una cuoca albanese della Cooperativa di San Giorgio: trofie al pesto, cima arrosto con patate , e infine una crostata con le albicocche.
Arriva in ritardo Papa Francesco al Santuario della Guardia dove lo attendono i giovani che hanno costituito un gruppo come frutto del Congresso Eucaristico nazionale che si è tenuto a Genova. 150 che si sono preparati “ad uscire” come ricorda il cardinale Bagnasco al Papa appena arriva dopo aver percorso la lunga strada piena di curve che porta al Santuario.
Affrontare la vita contemporanea che “non è in strada, ma in fretta”. La necessità di stare in strada, e la paura del “prete statico”, che fa “tutto ad orario”. La fraternità, una parola che “non si quota nella borsa dei valori”, e il rischio che diventa “più importante l’ideologia della fratellanza”. La “diocesanità”, ovvero quella porzione del popolo di Dio “che ha faccia”. La crisi delle vocazioni, che è trasversale.
Il Papa ha incontrato in cattedrale il clero genovese, una occasione per fare il punto sulla situazione della diocesi.
Domani si celebra in Italia e in altri Paesi del mondo la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Occasione per fare il punto sulla situazione dei media cattolici nel nostro Paese in un tempo caratterizzato da una crisi economica che sta coinvolgendo anche tante testate giornalistiche.
La prima tappa della visita pastorale a Genova Papa Francesco la riserva all’incontro con il mondo del lavoro. Come già fatto a Torino, questa volta il Pontefice incontra i lavoratori dello stabilimento dell’ILVA dando vita ad un dialogo con la realtà del mondo del lavoro. Accompagnato dal Cardinale Arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco, il Papa ha risposto alle domande di 4 tra operai, imprenditori, disoccupati e sindacalisti.
Un "atto di odio insensato". Così Papa Francesco esprimendo il suo cordoglio - in un telegramma a firma del Cardinale Segretario di Stato Parolin - al presidente egiziano Al Sisi per l'attentato che ha provocato la morte di almeno 35 cristiani copti