Papa Pio XII dovette affrontare in prima persona il problema, o meglio il dramma, della persecuzione del regime comunista cinese ai danni dei cattolici. Nel 1958 - pochi mesi prima della sua morte e dopo altre due encicliche Cupimus Imprimis e Ad Sinarum gentem - Papa Pacelli scrisse l’enciclica Ad Apostolorum principis.
Giorni fa, passeggiando in una via del centro di Padova, ci si poteva imbattere in una vetrina particolare di una piccola, elegante libreria. La vetrina era a tema, dedicata alla Provenza, presentando una serie di libri fotografici, con le immagini che hanno immortalato quella regione felice: campi di lavanda, bianche città, valli e boschi.
“Gesù è venuto a portarci qualcosa di più, ad aprire la nostra esistenza a un orizzonte più ampio rispetto alle preoccupazioni quotidiane”. Papa Francesco lo ha detto commentando il passo del Vangelo domenicale prima di recitare la preghiera dell’Angelus a mezzogiorno.
In ogni uomo che viene al mondo è presente una fame ed una sete che nessun cibo e nessuna bevanda materiali è in grado di estinguere. Ha bisogno, l’uomo per vivere, anche di verità, di giustizia, di amore, di pace, di senso, di eternità. Ora tutto questo trova il suo compimento vero, ultimo e definitivo in Gesù Cristo. Scrive Giovanni Moioli: Il discorso che Dio fa sull’umano non è un discorso astratto. Egli sa che noi cerchiamo l’umano autentico e sa che la verità del nostro umano è in un umano concreto: l’umano di Gesù. Per questo è la verità ultima sull’uomo. E’ l’assoluta risposta alla ricerca dell’umano da parte dell’uomo.
Non ci sono stati questa interventi nel multilaterale da parte della Santa Sede. Ma l’impegno delle diplomazia pontificia va in generale molto oltre l’impegno nelle grandi organizzazioni internazionali. La più antica diplomazia del mondo lavora molto a livello bilaterale, attraverso i nunzi, ma prende posizioni diplomatiche anche attraverso i vescovi locali. Perché sono loro, prima di tutto, a conoscere la situazione sul campo, e a poterla gestire, al di là dell’impegno diplomatico.
“Tutti, cristiani e musulmani, veniamo uccisi o costretti a emigrare, in Iraq, Siria, Palestina e Libia. Nessun paese arabo conosce la pace o la stabilità”.
Il digitale e il turismo, questo il tema della Giornata Mondiale del Turismo, promossa dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO) che si celebra ogni anno il 27 settembre
Sono giornate “calde” con temperature molto alte soprattutto nelle città italiane. E a soffrire di più sono gli anziani, in particolare chi vive da solo. In diverse diocesi gruppi di volontari in queste ore si sono messi a disposizione per stare accanto a coloro che hanno maggiori difficoltà.
Vivere appena venti anni sembra un traguardo troppo breve per un uomo, e certamente è vero. Però in questo breve arco esistenziale si è consumata la vita di una giovane mistica carmelitana:Teresa de Los Andes.
“Il Sinodo è un dono per la Chiesa universale ed è, al tempo stesso, un segno di speranza per il mondo intero, perché mostrerà a tutti il volto di una Chiesa giovane… Il Sinodo non ha un obiettivo preconfezionato da raggiungere come se fosse un congresso politico o una riunione aziendale. Sinodo significa camminare sulla stessa strada…
La statua di Sant’Agnese è al centro di una mostra permanente sul disarmo. Quella di San Giorgio che sconfigge il drago all’ingresso, sulla sinistra. L’iscrizione del passo di Isaia 2,4 all’ingresso. Benvenuti all’edificio delle Nazioni Unite di New York, dove la diplomazia sembra sovrastare ogni fede. E, nonostante tutto, restano dei simboli cristiani, quasi nascosti, a testimoniare una vocazione per il bene comune che parte proprio dal cristianesimo.
“Il perdono è per chi apre il cuore e si affida a Dio”. Lo ha detto monsignor Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Gubbio, nella messa che ha celebrato stamani nella basilica di Santa Maria degli Angeli, nella ricorrenza della dedicazione della basilica e nella solennità del Perdono di Assisi.
70 anni fa - correva l’anno 1948 - infuriava in Palestina il primo conflitto arabo-israeliano, successivo alla dichiarazione di indipendenza di Israele, proclamata solennemente da David Ben Gurion il 15 maggio di quell’anno.
Le clarisse eremite del Monastero di Fara in Sabina festeggiano Santa Chiara. Il triduo in preparazione alla festa della loro fondatrice è denso di appuntamenti.
Non si tratta solo della fotografia dello stato della diplomazia pontificia nel 1914, quando Pio X muore e viene eletto Benedetto XV. Il rapporto sull’attività svolta nel pontificato di Pio X, coordinato dall’allora monsignor Eugenio Pacelli e consegnato al nuovo Papa, racconta anche di un cambio di passo, dando tutti gli indizi di quello che sarà la diplomazia del Papa nel secolo successivo.
“Si deve affermare con forza che la condanna alla pena di morte è una misura disumana che umilia, in qualsiasi modo venga perseguita, la dignità personale. E’ in sé stessa contraria al Vangelo perché viene deciso volontariamente di sopprimere una vita umana che è sempre sacra agli occhi del Creatore e di cui Dio solo in ultima analisi è vero giudice e garante”.
“E’ necessario ribadire pertanto che, per quanto grave possa essere stato il reato commesso, la pena di morte è inammissibile perché attenta all’inviolabilità e dignità della persona”. Lo aveva preannunciato Papa Francesco che qualcosa sarebbe cambiato nel Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica riguardo la pena di morte. Oggi, in un bollettino diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede, è stata approvata la nuova redazione del n. 2267 del Catechismo.
A pochi mesi dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Papa Pio XI non si arrendeva all’idea di un nuovo conflitto e il 29 settembre di 80 anni fa, attraverso la radio, si rivolgeva ai cattolici e al mondo intero nel “radiomessaggio di San Michele”.
“Ci vuole una grande libertà, senza libertà non si può essere Gesuita. E una grande obbedienza al pastore; il quale deve avere il grande dono del discernimento per permettere a ognuno dei rospi di scegliere quello che sente che il Signore gli chiede. Questa è l’originalità della Compagnia: unità con grande diversità”. Lo ha detto Papa Francesco in un dialogo a braccio con i partecipanti all'incontro "European Jesuits in formation" nell’auletta dell’Aula Paolo VI, prima dell'Udienza Generale di ieri.
"L’Europa deve riscoprire le proprie radici, la propria identità cristiana. Soltanto così non dovrà temere il radicalismo islamico". Sono parole del cardinale Vinko Puljic, arcivescovo di Sarajevo e primate della Chiesa della Bosnia-Erzegovina, in una conversazione con Aiuto alla Chiesa che Soffre.