“La vostra Comunità si è distinta nell’impegno per preparare la via dell’unità delle Chiese cristiane, diventando luogo di preghiera, di incontro e di dialogo tra cristiani, in vista della comunione di fede e di amore per la quale Gesù ha pregato”. Lo ha scritto Papa Francesco in una lettera inviata al fondatore del Monastero di Bose, Fr. Enzo Bianchi, in occasione del 50.mo anniversario della Comunità monastica.
Nel 2018 il mondo ha celebrato la fine della I Guerra mondiale, ma cosa è successo nell’immediato periodo post bellico e come la Santa Sede e i cattolici hanno influito in questo periodo lo sanno in pochi. A cominciare al cambio di missionari nelle zone africane colonizzate dai tedeschi.
Nell’omelia della Messa a Casa Santa Marta, Papa Francesco delinea il profilo del vescovo, commentando la Lettera di san Paolo apostolo a Tito. Il vescovo deve essere “umile, mite e non un principe”.
Sono 35 i detenuti del penitenziario “La Joya di Panama” che stanno costruendo i 250 confessionali che saranno utilizzati durante la Giornata mondiale della gioventù del prossimo gennaio, in quello che sarà chiamato “Parco del perdono”. I detenuti chiamano questa attività “laboratorio libertà”.
“Quello che ha fatto Daesh contro i cristiani della città Mosul e della piana di Ninive è l’esempio concreto della fede della nostra gente che ha preferito lasciare tutto, persino i documenti personali per custodire la fede in Cristo.
"Se ci succedesse qualcosa vogliamo viverlo qui, solidali con tutti gli algerini che hanno già pagato con la vita". Lo scriveva fratello Michel Fleury, monaco trappista di Tibhirine. E non per un masochista desiderio di martirio, ma per coerenza con la propria scelta di fede e di vita.
Si commemora il centenario dalla fine della Grande Guerra, e tutte le campane del mondo suoneranno alle 13.30 ora di Roma. Anche quella della Basilica di San Pietro, dice Papa Francesco al termine di un Angelus dedicato al passo del Vangelo che ci mostra un vedova dare tutto quello che ha per i poveri, e non il superfluo. E, ricordando la fine della Prima Guerra Mondiale, Papa Francesco esorta: “Investiamo sulla pace, non sulla guerra!”
Gesù, nel brano di Vangelo di questa domenica, mette a confronto l’ipocrisia degli scribi con la generosità e la fiducia in Dio di una donna. Il Signore sta osservando le persone che depongono la loro offerta nel tesoro del tempio. A fronte di ricche donazioni da parte di persone abbienti nota quella insignificante di una povera vedova. La cifra che versa, seppure modestissima, non costituisce il superfluo, ma rappresenta tutto quello che aveva per il suo sostentamento, per vivere.
“Per portare frutto, il chicco di grano deve morire. Questi nostri fratelli e sorelle, che oggi sono stati proclamati beati, in ogni loro scelta furono ‘chicco’, perché accettarono di morire poco alla volta nel quotidiano spendendosi al servizio del Vangelo, sino al servizio eroico finale”.
Con un intervento ad un convegno promosso dall’Associazione Carità Politica, il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha delineato ancora una volta gli scopi della diplomazia pontificia, dando così alcune delle linee guida che muovono l’attività diplomatica della Santa Sede.
Un viaggio di quattro giorni in Libano, per celebrare il cinquantesimo anniversario dell’istituzione della ROACO e fare vari incontri istituzionali e sul campo, tra cui uno con il presidente Aoun: il Cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, parte domani per Beiut, dove incontrerà anche il presidente della Repubblica Michel Aoun.
La Polonia ha “contribuito allo sviluppo della storia dell’Europa cristiana con tutta la ricchezza della propria nobile cultura e spiritualità. La riconquista della sovranità è stata pagata con il sacrificio di molti figli della Polonia, i quali erano pronti ad offrire la loro libertà personale, i loro beni, e persino la loro vita per la patria perduta”. Lo scrive Papa Francesco nel messaggio inviato a Monsignor Stanisław Gądecki, Arcivescovo di Poznań, Presidente della Conferenza Episcopale Polacca, in occasione del 100° anniversario dell’indipendenza della Polonia, che ricorre domani.
Papa Francesco ha nominato don Alberto Lorenzelli, salesiano, cappellano della Direzione dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile dello Stato di Città del Vaticano. Succede don Sergio Pellini, che lo stesso Papa Francesco aveva nominato cappellano il 21 maggio 2014.
“Voi vi impegnate a testimoniare il Vangelo con la musica e il canto per arrivare al cuore di tutti, anche a quanti sono lontani dalla Chiesa o dalla fede. La vostra missione si attua nel solco del carisma e della testimonianza di padre Arione il quale, realizzando gli orientamenti del Concilio Vaticano II per una Chiesa in dialogo con il mondo contemporaneo, nel 1968 oppose alla contestazione l’atteggiamento dell’accoglienza”. Lo ha detto il Papa, salutando i Membri dell’Associazione “Alunni del Cielo” in occasione del 50° anniversario di fondazione dell’Associazione e del 10° anniversario della scomparsa del fondatore, padre Giuseppe Arione.
“Nell’Europa malata d’indifferenza e attraversata da divisioni e chiusure, i cristiani rinnovano prima di tutto, di domenica in domenica, il gesto semplice e forte della loro fede: si radunano nel nome del Signore riconoscendosi fratelli”. Papa Francesco incontra, al termine dell’Assemblea Plenaria, i membri del Comitato dei Congressi Eucaristici Internazionali, e indica loro tre atteggiamenti che generano una cultura Eucaristica: comunione, servizio e misericordia.
I dipinti di Marcello d'Agata, detenuto condannato all'ergastolo, sono stati scelti all'Ufficio filatelico della Città del Vaticano come i nuovi francobolli di Natale. Un segno di “speranza e riscatto”.
Festa nella diocesi di Roma sabato scorso per la beatificazione di Madre Clelia Merloni, fondatrice delle Apostole del Sacro Cuore di Gesù.
La Facoltà di Diritto canonico S. Pio X di Venezia festeggia i dieci anni di attività e lo scorso 7 novembre preside, docenti e studenti hanno partecipato a Roma all’udienza generale di Papa Francesco che - al termine - li ha voluti incontrare. Presente all’incontro anche il Patriarca Francesco Moraglia, Gran Cancelliere della Facoltà.
E’ salesiano George Pallipparambil vescovo della diocesi indiana di Miao, e in 40 anni ha portato il Vangelo dove prima c’era l’animismo e la vita tribale.
Ci sarà un viaggio di Papa Francesco in Romania, probabilmente nella primavera del 2019. Lo dice ad ACI Stampa l’arcivescovo Ioan Robu, di Bucarest, che – con gli altri 16 vescovi della Conferenza Episcopale Romena – è stato il 9 novembre da Papa Francesco per la visita ad limina. Un colloquio lungo, quello con il Santo Padre, i cui contenuti restano ovviamente riservati, ma nel quale i vescovi latini e greco cattolici di Romania hanno messo nelle mani del Papa le loro preoccupazioni e speranze. E hanno rinnovato un invito ad andare in Romania che Papa Francesco ha accolto.